titan titanic oceangate sommergibile

IL JOYSTICK DA 45 EURO CON CUI ERA MANOVRATO IL SOMMERGIBILE TITAN ERA L’ULTIMO DEI PROBLEMI – IL FONDATORE DELLA SOCIETÀ E COSTRUTTORE DEL SOTTOMARINO, STOCKTON RUSH, ERA STATO PIÙ VOLTE AVVERTITO CHE IL TITAN NON ERA SICURO. LO SCAFO ERA IN FIBRA DI CARBONIO, MATERIALE NON ADATTO A RESISTERE ALLA PRESSIONE DELL’ACQUA (I SOTTOMARINI SONO IN ACCIAIO E TITANIO) -  IL RAGAZZINO DI 19 ANNI CHE HA PARTECIPATO ALLA “SPEDIZIONE” NONOSTANTE AVESSE PAURA PER FAR CONTENTO IL PADRE MILIARDARIO...

1. I GUAI (IGNORATI) DEL TITAN DAI MATERIALI ALL’OBLÒ MORTI IN UN MILLISECONDO

Estratto dell'articolo Mauro Evangelisti per “Il Messaggero”

 

logitech gamepad f710 il joystick usato per guidare il titan

Materiali inadatti, certificazioni mai richieste, oblò non in grado di resistere alla pressione fortissima in profondità. Gli avvertimenti inascoltati segnano la tragedia dei cinque morti nel Titan imploso nell'Atlantico. Con un'unica consolazione: non si sono accorti di nulla. Spiega alla Cnn Aileen Marty, ex ufficiale della Marina e docente alla Florida International University:

 

«Con quella pressione, 300 volte superiore rispetto alla superficie, l'implosione è avvenuta in una frazione di millisecondo. Ci vuole di più, circa lo 0,25 in più, perché il cervello umano si renda conto di ciò che è successo».

 

STOCKTON RUSH

Ma torniamo alle cause e agli avvertimenti inascoltati. Il ceo di OceanGate, Stockton Rush, morto nella sciagura, aveva sempre minimizzato le critiche sulla sicurezza. «Sono avvertimenti infondati» aveva scritto in una mail. Premessa: salireste su un aereo innovativo che però non ha mai superato alcun processo di certificazione da parte di autorità indipendenti? Ovviamente no, anche perché come dimostrano numerosi casi, a partire dalle due sciagure del Boeing 737 Max, neppure i processi di revisione a volte sono sufficienti a prevenire incidenti, figuriamoci se invece l'unico garante della sicurezza è l'azienda che ha progettato e costruito il mezzo. E che vende i biglietti.

STOCKTON RUSH

 

Il sommergibile Titan non era mai stato sottoposto ad alcuna procedura di certificazione, ma OceanGate, la società che l'ha realizzato, poteva organizzare le immersioni a quasi quattromila metri di profondità per esplorare i fondali dell'Atlantico dove si trova il relitto del Titanic, perché tutto avveniva in acque internazionali.

 

shahzada dawood e il figlio 19enne

Non valeva né la normativa degli Usa né quella del Canada. Scomparso domenica scorsa, il mini sommergibile con a bordo cinque persone, tra cui il Ceo di OceanGate Stockton Rush che ha pagato con la vita il suo azzardo, è imploso probabilmente dopo un'ora e mezza dall'inizio dall'immersione. I frammenti sono stati trovati sabato da un robot, sui fondali a 500 metri dal Titanic.

 

Le ricerche - che hanno coinvolto dieci navi, tre aerei, due robot sottomarini costeranno 6,5 milioni di euro, ma secondo molti esperti difficilmente i cadaveri saranno mai recuperati. Rush aveva sempre rifiutato di chiedere l'omologazione del Titan a una autorità indipendente con questa giustificazione: ci sarebbe una lunga perdita di tempo, in questo modo l'innovazione è impossibile, in 35 anni non ci sono mai stati incidenti con sommergibili non militari. Vero, ma un progetto sperimentale non dovrebbe contemplare anche che ai viaggi partecipino comuni cittadini che pagano un biglietto da 250mila dollari. […]

 

ricerche del sommergibile titan 6

Numerosi esperti avevano spiegato che la scelta di utilizzare anche il carbonio era avventata, perché non sufficientemente sperimentato per resistere alla pressione a 4mila metri di profondità. Il Washington Post cita Stefano Brizzolara, professore di ingegneria oceanica al Virginia Tech:

 

«Tradizionalmente questi mezzi si realizzano in acciaio e titanio, che possono resistere alla pressione. La fibra di carbonio non lo fa, si deforma». Don Walsh, oceanografo e pilota di sommergibili: «La pressione sopportata nelle precedenti immersioni ha indebolito lo scafo. L'hanno fatta franca per un paio di anni. Ma non era questione di "se", ma di "quando" sarebbe successo un incidente». […]

 

2.SULEMAN, CHE AVEVA PAURA DEL BATISCAFO «È ANDATO SOLO PER FARE UN REGALO AL PAPÀ»

Estratto da “il Messaggero”

 

ricerche del sommergibile titan 5

Quando è salito sul mini sommergibile, il Titan, dove bisognava restare seduti perché non c'era spazio neppure per alzarsi in piedi, Suleman deve avere pensato: coraggio, in fondo tra poco più di sei ore sarà tutto superato, ne servono due per scendere, altre due e mezzo per esplorare il Titanic, e due ancora per risalire, papà sarà contento. Suleman aveva 19 anni, era il figlio di Shahzada Dawood, 48, rampollo di una ricchissima famiglia di origini pakistane con cittadinanza britannica.

 

ricerche del sommergibile titan 4

Il padre gli aveva chiesto di accompagnarlo nell'avventura sul Titan e lui non aveva avuto il coraggio di confessargli che era molto spaventato. Non se l'era sentita di rifiutare, era la festa del papà. Racconta in lacrime la zia, Azmeh Dawood, intervistata dalla Nbc: «Suleman era terrorizzato, riluttante, ma aveva superato la paura per fare contento il padre». L'implosione del Titan è avvenuta un'ora e 45 minuti dopo l'inizio della discesa.

 

La Marina Militare americana aveva subito rilevato, domenica, le tracce acustiche dell'evento grazie a un impianto di sensori top secret che devono prevenire l'avvicinamento di sottomarini nemici. Spiega il Wall Street Journal: «La Marina Usa ha condotto una analisi dei dati acustici e ha registrato un'anomalia coerente con l'implosione». I cinque passeggeri non hanno avuto il tempo di capire che stavano morendo. Ma Suleman e il padre su quel sommergibile non sarebbero dovuti esserci.

ricerche del sommergibile titan 3

 

Non solo perché il giovane, che frequentava l'università a Glasgow aveva razionalmente paura, ma anche perché quei due posti inizialmente erano stati riservati ad altre due persone, anche in quel caso padre e figlio, americani.

 

Lo ha raccontato su Facebook il ricco uomo d'affari di Las Vegas, Jay Bloom, a cui era stato offerto dal ceo di OceanGate, Stockton Rush (morto anch'egli nella sciagura), il viaggio scontato, a 100mila dollari (il biglietto normalmente ne costava 250mila). Jay Bloom doveva partecipare all'esplorazione del Titanic con il figlio Sean, che però aveva espresso preoccupazioni.

 

il sommergibile titan

Successivamente c'è stato il ripensamento: «Ho parlato dei miei timori sulla sicurezza a Rush - racconta Bloom -. Mi ha risposto: "ovviamente c'è un rischio, ma il viaggio sul Titan è molto più sicuro che fare immersioni o volare in elicottero". In un'altra occasione mi aveva detto: scendere con il Titan è più sicuro che attraversare la strada».

 

ricerche del sommergibile titan 1

Stockton Rush aveva aggiunto per convincere Bloom: «Non c'è mai stato un incidente in 35 anni in un sommergibile non militare». Alla fine Bloom ha rinunciato. «Se avessi accettato, sarei tra le vittime. Il mio posto e quello di mio figlio sono stati presi da Suleman e Shazhada Dawood». […]

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