L’OBIETTIVO DEGLI AMERICANI ORA È FAR ABBASSARE LA CRESTA A NETANYAHU – GLI AMERICANI POTREBBERO NON PORRE IL VETO SULLA RISOLUZIONE PRESENTATA ALL’ONU DAGLI EMIRATI ARABI UNITI, AL VOTO OGGI, CHE CHIEDE UNA TREGUA A GAZA – L’INSOFFERENZA DI BIDEN VERSO “BIBI” CRESCE DOPO L’UCCISIONE DEI TRE OSTAGGI CHE SVENTOLAVANO BANDIERA BIANCA. IL SEGRETARIO DI STATO USA, ANTONY BLINKEN, CHIAMA L’OMOLOGO SAUDITA: “SERVE UNO STATO PALESTINESE”, CONCETTO RIBADITO DAL SEGRETARIO ALLA DIFESA, LLOYD AUSTIN...
ANTONY BLINKEN BENJAMIN NETANYAHU
GAZA: BLINKEN A MINISTRO ESTERI SAUDITA, SERVE STATO PALESTINESE
(ANSA) - Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha sottolineato l'impegno dell'amministrazione Biden nella creazione di uno Stato palestinese durante una telefonata con la controparte saudita, il principe Faisal bin Farhan.
Lo rende noto Washington. Blinken ha anche sottolineato "l'importanza di affrontare urgentemente i bisogni umanitari a Gaza e prevenire l'ulteriore diffusione del conflitto". Il massimo diplomatico americano ha poi "condannato i continui attacchi degli houthi contro le navi commerciali che operano nelle acque internazionali del Mar Rosso meridionale e ha sollecitato la cooperazione tra tutti i partner per difendere la sicurezza marittima", afferma il Dipartimento di Stato americano.
STALLO AL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU, VOTO POSTICIPATO SU UNA NUOVA RISOLUZIONE PER GAZA
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe votare una proposta per chiedere a Israele e Hamas di consentire l'accesso di aiuti a Gaza e di istituire un monitoraggio Onu dell'assistenza umanitaria. Il voto, previsto per lunedì 18 dicembre, è stato posticipato a martedì.
soldati israeliani scoprono un tunnel di hamas a gaza
Lo riporta la Reuters citando fonti diplomatiche, secondo cui la risoluzione dipende dai negoziati tra gli Stati Uniti e gli Emirati Arabi Uniti, che hanno redatto il testo. La bozza di risoluzione "chiede una cessazione urgente e sostenibile delle ostilità per consentire un accesso umanitario sicuro".
Il 9 dicembre gli Stati Uniti avevano posto il veto a una risoluzione più decisa del Consiglio che chiedeva una tregua nei combattimenti a Gaza. La settimana scorsa, l'Assemblea Generale dell'Onu ha adottato una risoluzione simile (comunque non vincolante) con 153 voti favorevoli, 10 contrari e 23 astensioni, su 193 Stati membri.
la situazione a gaza e cisgiordania al 15 dicembre 2023
Di qui il nuovo tentativo dei Paesi arabi al Consiglio. La bozza cita anche il sostegno alla soluzione dei "due Stati" e l'importanza di unificare la Striscia di Gaza e la Cisgiordania sotto l'egida dell'Autorità palestinese, ma non nomina Hamas. […]
GLI ALTRI FRONTI DI ISRAELE
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”
PALESTINESI AL CAMPO PROFUGHI DI JENIN DOPO IL RAID ISRAELIANO
[…] La liberazione degli ostaggi e l’eliminazione di Hamas […] sono diventati due obiettivi che non riescono più a essere portati avanti secondo gli stessi ritmi. Hanno bisogno di misure, tempi, soluzioni diverse. Se dell’eliminazione di Hamas si occuperà l’esercito, per la liberazione degli ostaggi si sta muovendo la diplomazia, assidua e segreta.
Ieri è arrivato in Israele Lloyd Austin, il segretario della Difesa americano che ha incontrato il suo omologo, Yoav Gallant, e il primo ministro Benjamin Netanyahu. E’ stato un incontro tra alleati, per riconfermare l’allineamento, informarsi sulle prossime fasi della guerra e rendere ancora più chiaro che questa non è la guerra soltanto di Israele, quindi gli aiuti da parte degli Stati Uniti andranno avanti.
LLOYD AUSTIN - BENJAMIN NETANYAHU
[…] La diplomazia si sta occupando dell’altro obiettivo vitale di Israele, della liberazione dei prigionieri che più va avanti la guerra più sono a rischio. A Varsavia c’è stato un incontro importante tra il direttore della Cia Bill Burns, il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al Thani e David Barnea, il capo del Mossad.
I tre hanno discusso di un nuovo accordo che permetta di liberare gli ostaggi israeliani e molto di questo nuovo accordo passa per la figura di Burns. Fu lui a permettere il raggiungimento della prima tregua. Le aspettative però sono basse, John Kirby ha detto che non è previsto nessun nuovo accordo, e la tensione dentro Israele è invece molto alta.
[…] Un nuovo accordo sembra più complesso da ottenere e per il momento esistono soltanto domande e ipotesi. Hamas considera gli ostaggi una risorsa strategica e, nel momento in cui Israele aumenta la pressione dentro la Striscia, per liberarli chiede soluzioni straordinarie.
Le dichiarazioni ufficiali parlano di una condizione: la fine della guerra. Le opzioni che fanno capolino tra le indiscrezioni rilasciate alla stampa israeliana sono varie. Alcune fonti hanno parlato della possibilità di un ritiro parziale dalla Striscia da parte di Israele, oppure della minaccia da parte del Qatar di espellere alcuni funzionari di Hamas che si trovano a Doha.
LLOYD AUSTIN - BENJAMIN NETANYAHU
“Fino a dove siamo disposti ad arrivare” è la domanda che tormenta Israele, [...]. Il leader di Hamas pure ha la sua offerta: la liberazione di tutti i palestinesi dalle carceri. […] L’attivista Robi Damelin ha scritto una lettera a Haaretz, per dire di essere pronta ad accettare la liberazione del cecchino che uccise suo figlio durante un attentato per veder tornare gli ostaggi. Hamas conosce bene la pressione che la società israeliana sta mettendo alla politica, aspetterà fino a quando si farà più forte, mordente. Soltanto il campo di battaglia può portare i terroristi a cedere prima.
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