andrea agnelli deloitte juventus

LA MAZZATA DEFINITIVA ALLA JUVENTUS ARRIVA DA DELOITTE – LA SOCIETÀ DI REVISIONE DEI CONTI, NELLA SUA RELAZIONE DEL 31 MARZO SUL BILANCIO 2022 DEL CLUB, SCRIVE CHE LA DIRIGENZA BIANCONERA LE HA NASCOSTO “DIVERSI DOCUMENTI RELATIVI AGLI ANNI 2018, 2019 E 2020”. IL RIFERIMENTO È A SCRITTURE PRIVATE CON ALTRI CLUB E CONTRATTI DI “RECOMPRA” DI CALCIATORI MAI DEPOSITATI IN LEGA – DELOITTE IPOTIZZA NUOVI IMPATTI SUI CONTI DELLA JUVE E NON ESCLUDE “CHE EMERGANO ULTERIORI ELEMENTI…”

Estratto dell'articolo di Simona Lorenzetti per il “Corriere della Sera - Edizione Torino”

 

Agnelli Cherubini Paratici

Dalle «manovre stipendi» ai «rapporti con altre squadre di calcio», fino alle plusvalenze. Deloitte non nasconde le proprie perplessità sugli effetti che tali operazioni possano avere sulla semestrale 2022 della Juve e anche sul bilancio approvato dall’ultimo cda presieduto da Andrea Agnelli.

 

I rilievi sono contenuti nella relazione di revisione del 31 marzo e si concentrano sui presunti contratti di «recompra» di calciatori non depositati in Lega. È l’ultimo filone dell’inchiesta Prisma in cui si ipotizzano side letter che modificherebbero gli accordi siglati con altre squadre negli affari di calciomercato.

 

DELOITTE

Precisano subito i revisori: «Dall’esame della documentazione (gli atti depositati dai pm a febbraio e marzo, ndr) sono emersi diversi documenti relativi agli anni 2018, 2019 e 2020 che non ci erano stati forniti nel corso del nostro incarico di revisione dei bilanci della Juve per l’esercizio al 30 giugno 2022 e che, ove a noi noti, sarebbero stati rilevanti anche ai fini delle nostre relazioni di revisione datate 5 dicembre 2022».

 

Per poi aggiungere: «Detti documenti, che non risultano depositati presso la Lega serie A, includono taluni memorandum, promemoria e accordi (side letter), prevalentemente relativi a operazioni di calciomercato con altre squadre effettuate dalla società nei precedenti esercizi, alcune delle quali avevano dato luogo a plusvalenze» […]

 

 

ROLANDO MANDRAGORA

Nella disamina è citato — seppure in maniera non esplicita — l’affare Mandragora: il centrocampista, oggi alla Fiorentina, viene ceduto dalla Juve all’Udinese nel 2018 per 20 milioni di euro, con una plusvalenza di 13,6 milioni. Il contratto prevedeva una clausola facoltativa di «recompra» a 26 milioni da esercitare entro il 2020. Secondo i pm, parallelamente al contratto depositato in Lega in cui si parlava di «facoltà» di riacquisto, la Juve avrebbe sottoscritto un secondo accordo segreto con «obbligo» di riacquisto.  Per i revisori, la doppia operazione sarebbe avvenuta con il consenso del calciatore. Perciò, «la plusvalenza non avrebbe dovuto essere contabilizzata».

 

[…]

 

ANDREA AGNELLI CON PAVEL NEDVED E MAURIZIO ARRIVABENE

In definitiva, scrive Deloitte: «Tenuto conto delle modalità con cui sono state acquisite le citate side letter, non possiamo escludere che possano emergere ulteriori elementi informativi a oggi non noti». Il capitolo «recompra» è affrontato dalla Juve a pagina 76 e 77 della semestrale: «La società con l’ausilio dei propri consulenti legali e contabili, ha accertato che tutto il carteggio raccolto negli atti d’indagine è di requisiti di forma richiesti a pena di nullità e, fatto salvo un caso, non è mai presente la sottoscrizione dei giocatori: i documenti, pertanto, non costituiscono contratti».

 

PAVEL NEDVED E ANDREA AGNELLI DIETRO SZCZESNY

Sottolineando, poi, che nessuno dei presunti accordi generati dalle side letter si «sono concretizzati nei termini descritti, differendo per importi, tempistica e/o modalità». E, in taluni casi, non «si sono concretizzati». Il club segnala che gli effetti di tali operazioni sul patrimonio netto al 31 dicembre 2022 sarebbero «nulli». Come «sostanzialmente nulli» sarebbero «i potenziali effetti sui flussi di cassa e sull’indebitamento finanziario netto, sia degli esercizi pregressi che di quello in corso».

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