rosario crocetta

DA MITO A MITOMANE, LA PARABOLA TRISTE DI ROSARIO CROCETTA, ESPATRIATO IN TUNISIA - L'EX GOVERNATORE VENDE LA CASA DI GELA E SI TRASFERISCE A MAHDIA DOVE LA VITA COSTA MENO E LE TASSE SULLA PENSIONE SONO AL 5% - MA CON LA SFILZA DI PROCEDIMENTI GIUDIZIARI AVRÀ AVUTO UNA MONTAGNA DI SPESE LEGALI. E POI C’E’ LA MAZZATA DELLA CORTE DEI CONTI CHE LO HA CONDANNATO A RISARCIRE 738MILA EURO…

Rosario Crocetta

Paolo Bracalini per ''Il Giornale''

 

Chiamatelo Rosario l'Africano. Dall'impegno per «una rivoluzione che realizzi il Rinascimento della Sicilia» all'autoesilio in Tunisia, inseguito dalla magistratura italiana.

La parabola di Crocetta è la più riuscita sintesi del disastro siciliano. Doveva essere l'uomo della rinascita, quando conquistò l'isola con una coalizione di centrosinistra nel 2012, primo governatore siculo dichiaratamente omosessuale, le grandi speranze di una svolta nella politica locale.

 

ROSARIO CROCETTA

Ma quando mai, è finita col teatrino dei pupi, tra vortici di assessori cambiati come giacche, inevitabili indagini giudiziarie per svariati capi di imputazione, una ricandidatura all'Ars neppure riuscita e quindi il congedo forzato dalla politica. L'unica novità, per l'ex governatore siciliano, è semmai il finale dell'operetta, con l'espatrio in stile vado a godermi la pensione dove la vita costa meno e le tasse sono basse.

 

Da qualche mese infatti Crocetta ha abbandonato al suo destino la Sicilia e si è rifugiato a nella zona di Mahdia, cittadina della costa a sud di Monastir. Posti che frequentava già, mosso da interesse per il mondo arabo e vicinanza all'Islam «che è una religione di pace», parole sue («Sono un cattolico comunista che ama l'Islam» disse un'altra volta, confondendo le idee a tutti).

rosario crocetta

 

L'ex governatore ha proprio venduto la casa a Gela e «si è portato via tutto» racconta un vicino intercettato da La Sicilia che ha poi contattato telefonicamente Crocetta. Ha comprato casa in Tunisia? «Eehh?», silenzio. «Sì, ho cambiato vita. Qui è un posto meraviglioso, lo frequento da anni». L'ex governatore ha preso residenza in Tunisia, ma non specifica se ha comprato una casa.

 

«Dopo tanto tempo non è che potevo fare l'extracomunitario qui. E poi la pensione è tassata al 5 per cento, è anche conveniente». E la casa a Gela? «Non l'ho lasciata, ho sempre un fortissimo legame sentimentale, ci vado ogni volta che torno in Sicilia nella mia casa di Tusa (al mare, in provincia di Messina, casa che invece ha tenuto, ndr). Ho solo venduto quella di Gela, non potevo tenerla. Non mi potevo più permettere: condominio, donna delle pulizie, spese varie... Io, ora, sono un modesto pensionato. Che non si può permettere tre case».

 

crocetta jpeg

Un modesto pensionato che si trasferisce in Tunisia per sfruttare il cambio favorevole, il basso costo della vita e la tassazione privilegiata al 5%? Eppure Crocetta ha la pensione da europarlamentare - è stato a Strasburgo come eurodeputato del Pd dal 2009 al 2012 -, e poi quella da ex consigliere regionale siciliano, carica che sommava alla presidenza della Regione. Possibile sia messo così male?

 

«Vado in pensione con 525 euro, ma la legge l'ho fatta io e non mi pento» disse Crocetta subito dopo aver annunciato il ritiro dalle regionali del 2017. Eppure negli anni buoni di fieno in cascina ne ha potuto mettere da parte parecchio: 10mila euro al mese come eurodeputato, 9.500 euro netti al mese, per cinque anni, come presidente della Regione Sicilia. Certo, con la sfilza di procedimenti giudiziari avrà avuto una montagna di spese legali. E poi le mazzate come quella di qualche giorno fa: la Corte dei conti che lo ha condannato a risarcire 738mila euro.

CROCETTA

 

Soldi, fallimenti politici, processi: meglio scappare in Tunisia, al mare di Mahadia, «una enclave culturale di pittori, artisti e intellettuali, dove è stimato anche dalle autorità locali» racconta un amico di Crocetta. Però, i processi, la fuga in Tunisia. Vengono in mente dei precedenti. «Sia chiaro, non sto scappando. Continuo la mia vita low profile, mi farò i miei processi. Sono molto rispettoso della magistratura» dice al telefono, con musica araba in sottofondo. «Sono felice. Posso avere il diritto di esserlo?».

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…