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IL “MOSTRO” DELLO SHOPPING FA IL PIENONE – AD ARESE, DOVE SORGEVA L’ALFA ROMEO, E’ STATO INAUGURATO “IL CENTRO”, IL PIU' GRANDE CENTRO COMMERCIALE D’EUROPA – 50MILA VISITATORI IL PRIMO GIORNO

Mario Gerevini per il “Corriere della Sera”

 

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Non è Notre-Dame e nemmeno il Grand Canyon ma fa lo stesso. La coppia di mezza età che blocca il traffico si sta facendo un bel selfie per incorniciarsi nello sfondo del nuovo gigantesco centro commerciale di Arese, alle porte di Milano, dove una volta si producevano le Alfa Romeo. Ha aperto ieri al pubblico una delle più grandi città mercato d’Europa, strategicamente posizionata in un’area ad altissima densità e discreta capacità di spesa.

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Infilarsi in questo «mostro» mette un po’ di soggezione, a partire dal parcheggio. È indispensabile prendere punti di riferimento per poi ritrovare l’auto. Giorno speciale per cinque ragazzi di Cesate, paese lì vicino, che vanno «a provare Kfc». Scambio di telefoni, l’accordo è che alla fine faranno una relazione.

 

Coda per il posto auto. Una signora si infila nello spazio «riservato alle famiglie»; apre la porta posteriore: «Tesoro attento a scendere», il cane balza giù e va allo shopping.

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All’apertura alle 9 la gente si accalca, alle 10 i ristoranti (25) cominciano a riempirsi, alle 15 i tavoli sono ancora pieni. Tutto luccica e profuma di nuovo, perfino le bottiglie di olio dei ristoranti sono senza patina d’unto e i salini salano da tutti i buchi.

 

Questo non è un giorno qualsiasi e «Il Centro», così si chiama, non è una realizzazione qualsiasi. Qui, su questi terreni acquistati da Marco Brunelli, c’è l’anima dell’Alfa Romeo, l’Alfa di Arese. Dal telaio all’assemblaggio finale, le fabbriche sfornavano auto dove ora Zara ed H&M vendono abbigliamento. Una centrale elettrica forniva l’energia necessaria a tutta l’area, autonoma dall’esterno.

MARCO BRUNELLIMARCO BRUNELLI

 

Quando a 75 anni, età in cui un imprenditore normale si è già ritirato da un pezzo, Brunelli avviò il progetto di un grande centro commerciale, volle mantenere la centrale, allora in disuso. Oggi è a pieno regime e «Il Centro» è autonomo. Così a 88 anni Brunelli, dopo aver fondato a fine anni ’50 l’Esselunga con Nelson Rockefeller e Bernardo Caprotti, creato Gs una volta uscito da Esselunga e infine il gruppo Finiper, ora ha messo in moto ad Arese una «macchina» che dà lavoro a circa 2.000 persone per un fatturato intorno ai 450 milioni.

 

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Le magliette verde pisello degli addetti Iper si notano a distanza. Come la scritta molto international stampata dietro: «May I help you?». Laura e Grazia osservano quei ragazzi «in verde». Sono due amiche di mezz’età arrivate prestissimo. «Ci siamo divertite — dicono —, abbiamo dedicato tutta la giornata a girare questo grande mercato, con negozi di tutti i tipi, gli sconti per il lancio sono molto invitanti, speriamo durino. Ma le vede le magliette? Non potevano scrivere “posso aiutarti”? Siamo ad Arese, mica a New York».

 

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Negli uffici della direzione le bollicine sono già in frigo. La sera quando si svuoteranno gli 800 metri della galleria si tireranno le somme di una giornata decisamente sopra le attese. Cinquantamila ingressi stimati. Poi si vedrà a regime. Ma l’ottimismo va ben oltre il primo giorno. Tutti gli spazi sono affittati.

 

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Alcuni negozi, come Primark, sono una novità assoluta in Italia. La catena irlandese di abbigliamento low cost ha assunto ben 400 persone. Si entra a fatica. Un paio di signore intorno ai 60, agghindate da matrimonio, affrontano la coda. Affrontiamo le signore:«Che cosa volete comprare?». Spiegano che in realtà non conoscono quel negozio ma hanno visto «un sacco di gente in fila quindi ci sarà qualcosa di interessante».

 

Gli spazi sono enormi, c’è pieno ma non ressa nei due piani che ospitano 200 negozi. Qualcuno approfitta delle promozioni, anche troppo. Ottantacinque vasetti di nutella da 1 chilo in un carrello sono tanti anche per una famiglia molto numerosa. Saranno destinati a una comunità. Tra merendine varie due tizi assai robusti riempiono un furgone.

 

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È l’ora del resoconto di Stefano Grancini, 19 anni, uno dei cinque ragazzi di Cesate (Mi). «Abbiamo fatto un’ora e mezza di coda per mangiare da Kfc». Ovvero Kentucky Fried Chicken, la catena americana di fast food famosa per il pollo fritto. Zero acquisti ma «abbiamo girato tutto il centro, molti negozi non si trovano altrove e, a parte le code, ci si muoveva bene, grandi spazi, torneremo».

 

Se verso sera, tornando a prendere l’auto al parcheggio, qualcuno sentisse un rumore tipo ...zzzrrrr, nessuna preoccupazione: sono i droni utilizzati dalla vigilanza.

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