murales napoli camorra

NAPOLI E L’IPOCRISIA DI CANCELLARE I MURALES - MARCO CIRIELLO: “UNA CITTA’ CHE RIEMPIE LE BARE COME SOLO GLI EGIZIANI, PER UN CAPRICCIO DI LEGALITÀ, CANCELLA IL RISPETTO PER I MORTI (CHE NON APPARTIENE AI TRIBUNALI), ANCHE QUELLI CHE HANNO SBAGLIATO IN VITA. C’È GENTE CHE DAVVERO PENSA CHE LA FACCIA SU UN MURO DI UN RAGAZZINO SPARATO DA UN CARABINIERE IN UNA TENTATA RAPINA SIA PERICOLOSA? MARCA IL TERRITORIO DICONO I CAMORROLOGI. E PERCHÉ SENZA LA FACCIA DI QUEL RAGAZZINO IL SUO QUARTIERE SAREBBE LIBERO? NAPOLI È DIVENTATA UN GRANDE ALBUM PANINI VELTRONIANO CON LE..."

MARCO CIRIELLO

Marco Ciriello per Dagospia

 

La Street art è diventato il modo delle amministrazioni comunali di assolvere alle mancanze politiche, decorando le pareti cieche delle stecche architettoniche di periferia, affibbiando ai loro spazi eroi sconosciuti persino a chi abita gli attici delle stesse città, ma quando quelle periferie decidono di decorare i loro muri con gli eroi che gli appartengono, lo stato glieli cancella come è avvenuto a Napoli tra la gioia di giornali e abitanti di altri quartieri.

 

MURALES NAPOLI CAMORRA

In una città che parla con i morti, e se ne prende cura, aspetta che si sciolga il sangue di un santo facendone discendere il futuro prossimo, che riempie le bare come solo gli egiziani, poi, per un capriccio di legalità, cancella il rispetto per i morti – che non appartiene ai tribunali –, anche quelli che hanno sbagliato in vita, in un purgatorio terrestre che anticipa quello promesso nell’aldilà.

 

Signori miei, torniamo in noi direbbe Totò. In una città che ha una frenesia di raffigurazione, c’è gente che davvero pensa che la faccia su un muro di un ragazzino sparato da un carabiniere in una tentata rapina sia pericolosa? Marca il territorio dicono i camorrologi, perché senza la faccia di quel ragazzino il suo quartiere sarebbe libero? E la finestra aperta senza concessione edilizia? E la tettoia bucata della fermata del bus che non passa?

 

MURALES NAPOLI CAMORRA

E se passa finisce in un buco. E gli standard urbanistici non rispettati? Forse bisognerebbe far sentire una presenza migliore, di qualità, piuttosto che imbiancare una parete e cancellare per la seconda volta la vita – sbagliata – di un ragazzino, replicabile non per un murale ma per l’assenza di legalità, quella vera, nonostante i maestri di strada, le tante associazioni, i preti di periferia non delle canzoni di Jovanotti, che prima o poi avrà il suo murale tra un Gramsci, un palestinese in kefiah e Martin Luther King. E Malcolm X non è voluto venire?

 

E perché il mitra non glielo disegnate mai? Napoli è diventata un grande album Panini veltroniano con le figurine delle facce buone disegnate sui muri dall’artista Jorit, che va compilando una estesa nazionale che fa leva sull’emozionalità e che annoda Pasolini e Maurizio Sarri in una intercambiabilità da social.

 

MURALES NAPOLI CAMORRA

In questa grande opera autorizzata – dove un tempo si richiedeva “Le Sette opere della Misericordia” – che tocca le professoresse e gli assessori alla cultura, indugiando sulla palpebra di Fabrizio De André e il carisma di Diego Maradona non dimenticando l’Angela Davis che c’era e sfioriva già nelle canzoni di De Gregori di tanti anni fa, disturbano le facce degli sconosciuti, dei ragazzi che hanno sbagliato, i dimenticati, i laterali, quelli che si sono arrangiati con quello che gli han fatto trovare: poco, niente e una pistola.

 

Questi intrusi vanno cancellati, perché rovinano l’album, sporcano la vetrina, dimenticando che molti dei raffigurati nell’album dei giusti di Jorit sarebbero stati contrari alla cancellazione dei pericolosissimi fantasmi senza bibliografia. De André in uno degli ultimi concerti aveva detto che da anarchico capiva i ragazzi che sceglievano la ’ndrangheta nell’assenza dello stato.

 

MURALES NAPOLI CAMORRA

Malcolm X era come quei ragazzi prima di incontrare l’islam, e Pasolini quei ragazzi li andava a cercare per scopare. Non è curioso questo corto circuito? A Napoli, poi. D’improvviso la legalità con una mano di vernice. E le altre mani, quelle che mancano?

 

Niente racconta meglio Napoli di un murale con la faccia di un ragazzino criminale a poca distanza dalla casa che fu di Benedetto Croce, perché Napoli è questa qua, ammiscata, fastidiosa, scorticata, non quella ordinata con le facce giuste e i due indianissimi segni rossi sulle guance che Jorit s’è pure fatto tatuare, l’unico sangue autorizzato con delibera comunale, un tatuaggio da corpus domini, per una Napoli da Dolce&Gabbana&DeMagistris.

 

murales di diego armando maradona a napoli san giovanni a teduccio

Cancellare il paganesimo, distruggere gli altari improvvisati, significa negare una città che pure esiste, è un gesto vigliacco oltre che inutile, perché significa relegare ai cimiteri l’unico spazio del ricordo, mascherandolo da legalità. E allora si smetta anche di portare fiori al murale di Maradona ai quartieri spagnoli – che nonostante la pandemia è diventato un tour paganissimo – che poi è probabilmente anche l’unico eroe santo ed esempio che quei ragazzi morti per strada, in tentativi maldestri di rapina, avessero.

 

murales di diego armando maradona a napoli

Tutto si tiene, cancellandone una parte non regge nemmeno l’altra. Verrebbe da domandare a Luigi Piccinato – morto per morto parliamo con quello giusto – ma una città si salva con le riverniciazioni o con i piani regolatori? E agli urbanisti, ai questori, ai giudici, ai giornalisti che contenti si sentono al sicuro dietro una mano di bianco, siete proprio sicuri che l’illegalità sia il viso d’un ragazzino rimasto sull’asfalto? E quale sarà il prossimo passo: chiedere a Sky di cancellare “Gomorra” dal palinsesto?

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA