ciro grillo

"MI È VENUTO IN MENTE DI URLARE MA NON CI RIUSCIVO" - PARLA LA 19ENNE CHE ACCUSA CIRO GRILLO E I SUOI AMICI DI STUPRO: "ERO PIÙ CONCENTRATA A TIRARLO VIA O COMUNQUE... SÌ, POI C'ERANO ANCHE GLI ALTRI. ERO IN UNA SITUAZIONE UN PO' CHE MI VERGOGNAVO" - LA RAGAZZA NON HA URLATO NE' RICHIAMATO L'ATTENZIONE QUANDO FRANCESCO CORSEGLIA L'AVREBBE STUPRATA IN BAGNO - PERCHÉ NON HA REAGITO, GRIDATO, TELEFONATO? PERCHÉ NON HA CHIESTO AIUTO O NON È FUGGITA DURANTE LE VIOLENZE E, SOPRATTUTTO, FRA IL PRIMO E IL SECONDO EPISODIO? LEI RISPONDE: "IN QUEL MOMENTO MI SENTIVO QUASI COME ARRESA...QUANDO CAMMINAVO NON SENTIVO I PIEDI PER TERRA"

Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"

CIRO GRILLO

 

«Cioè, mi è venuto in mente di urlare, non è che non mi è venuto in mente, ma non riuscivo». La ragazza che parla sta rispondendo alle domande del procuratore capo di tempio Pausania Gregorio Capasso e della sua sostituta Laura Bassani. È il racconto di una violenza sessuale. Non riusciva a urlare, dice. «E perché non riuscivi?» chiedono loro.

«Perché, cioè, ero... più concentrata a tirarlo via o comunque... sì, poi c' erano anche gli altri.. ero in una situazione un po' che mi vergognavo... Non lo so... mi sentivo...». «Diciamo che non ce l'hai fatta», deduce il procuratore.

 

CIRO GRILLO - LA VILLETTA DI CALA DI VOLPE DOVE SI SAREBBE CONSUMATO LO STUPRO

Il racconto continua. Il presunto stupratore - annotano gli inquirenti - ha abusato di lei prima in una camera e poi nel bagno. Lei dice che ha provato a scappare ma che davanti alla camera (senza porta) c'erano gli altri tre ragazzi della compagnia che «mi hanno fatto tipo da barriera». Quindi - è il resoconto del verbale - il ragazzo che aveva abusato di lei la trascina in bagno e continua a porta chiusa. Il procuratore torna sul punto: «E anche lì... cioè, non...non sei riuscita a reagire?...Anche richiamando l' attenzione...». «No... c' era una confusione allucinante».

 

ciro grillo quarto grado

Quello che racconta la ragazza è una violenza sessuale di gruppo in Sardegna, a casa di Ciro Grillo, il figlio di Beppe, garante dei Cinque Stelle. La storia che finisce nel verbale dice questo: che lei è stata violentata prima da Francesco Corsiglia e poi - in un secondo momento, dopo un paio d' ore - da Ciro, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, tutti genovesi e amici da sempre. I fatti sono del 17 luglio 2019. In casa c' era anche l' amica di lei, Roberta, che dormiva mentre tutto accadeva.

 

FRANCESCO CORSIGLIA

Nella sua prima deposizione la ragazza - Silvia - aveva come disegnato lo sfondo di un quadro. Con il passare dei mesi e delle indagini - ora che è il 17 febbraio 2020 - il procuratore e la pm la risentono e insistono sui punti allora non chiariti. Che poi sono i punti più facilmente attaccabili dalle difese dei quattro ragazzi. Per esempio alcuni comportamenti di lei all' apparenza illogici. Perché non ha reagito, gridato, telefonato? Insomma: perché non ha chiesto aiuto o non è fuggita durante le violenze e, soprattutto, fra il primo e il secondo episodio? E lei a rispondere che «io in quel momento mi sentivo quasi come arresa...quando camminavo non sentivo i piedi per terra».

LE TAPPE DELLA NOTTATA DEL PRESUNTO STUPRO DI GRUPPO

 

Oppure: non è scappata perché «prendi e te ne vai... sì, ok. Però io avevo sotto la mia responsabilità Roberta, perché era mia ospite in Sardegna, no?». Quando parla del fatto che la costrinsero a bere vodka, per dire («Uno mi ha preso per i capelli e mi hanno messo la bottiglia in bocca») la pm obietta: «E tu le mani dove ce le avevi?». «Le mani ce l' ho giù. No eee... non ho reagito».

«Come mai?». «Mi sono lasciata andare... un po' per paura... un po'... perché non ci capivo più niente... non capivo veramente cosa mi stesse succedendo... una serata così confusa non l' ho mai vista. Cioè, non lo so sinceramente. In quel momento mi volevo lasciar andare e... non so, mi sentivo morire... dentro...vuota completamente. In più, cioè ero come... lascia fare quello che vogliono... non ce la faccio più a reagire».

 

CIRO GRILLO

In un altro punto del verbale spiega che «poi ero anche terrorizzata, non sapevo cosa stesse succedendo, obiettivamente non te l' aspetti una cosa del genere». I magistrati le fanno notare dettagli che lei ha omesso e che hanno raccontato i suoi amici. Per esempio il bacio con Ciro in discoteca, al Billionaire. «No, non è vero» reagisce Silvia. Poi ammette, «Sì, un flirt». Le chiedono anche di Francesco, il ragazzo che lei dice l'ha violentata per primo.

EDOARDO CAPITTA

 

«A tavola dov' eri seduta, te lo ricordi?». «Mi ero messa tipo in braccio a Francesco, un attimo, però». «Ma sai» replica il procuratore, «noi... a volte i maschietti sono un po'...». E lei: «Sì, vabbè, ma ho sempre messo bene in chiaro cosa volessi e cosa no». Alla fine Silvia passa questa specie di «esame», si va verso la richiesta di rinvio a giudizio per i ragazzi, anche se i tempi si allungano perché i difensori di tre di loro hanno chiesto un nuovo interrogatorio.

VITTORIO LAURIAfoto di ciro grillo

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO