PARLA L'UOMO DELL'IMMAGINE CHE HA FATTO IL GIRO DEI SOCIAL: ''PORTO LA FOTO DI MIA MOGLIE MORTA AL MARE, A TAVOLA, A LETTO. MI SENTO MENO SOLO, COME SE IDA FOSSE QUI'' - 50 ANNI INSIEME, FINO ALLA MALATTIA. ''DA RAGAZZI CI SPOSAMMO DA SOLI, LE FAMIGLIE ERANO CONTRARIE, LEI PARTORÌ MENTRE IO ERO A FARE IL MILITARE'' - ''QUALCHE ANNO FA LE CONFESSAI UNA COSA BRUTTA. E...'' - ELENA STANCANELLI: ''A NOI CHE VIVIAMO AMORI SPEZZETTATI, CI E' APPARSO UN UNICORNO''
1. IL VECCHIO (LA FOTO) E IL MARE "L' IMMAGINE DELLA MIA IDA È CIÒ CHE MI TIENE IN VITA"
Estratto dall'intervista di Caterina Pasolini per ''la Repubblica''
GIUSEPPE GIORDANO AL MARE CON LA MOGLIE IDA
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Giuseppe Giordano, 70 anni, tre figli, una vita alla Sip in giro per l' Italia prima della pensione, da quella foto non si separa mai.
Perché la porta in giro?
«Io vivo per questo pezzo di carta, lo so che è solo una fotografia ma mi aiuta da quando mia moglie non c' è più. La metto a capotavola quando mangio, la guardo negli occhi, le parlo, la appoggio sul cuscino prima di andare a dormire. E così ho l' impressione di avere la mia Ida sempre vicino, e mi sento meno solo. I figli sono affettuosi, ma con lei il rapporto era diverso e in qualche modo continua. La porto in collina dove passeggiavamo, mi siedo sulla stessa panchina con la sua fotografia incorniciata, andiamo in riva al mare dove nuotavamo da ragazzini e la metto in modo che guardi il mare accanto a me. E le compro dei regali».
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«Quando io sono partito a 20 anni per il servizio militare lei aspettava il nostro primo figlio, ma io non lo sapevo. Al quarto mese i suoi l' hanno scoperta e cacciata di casa, (...) ci siamo sposati senza genitori. Era il 13 luglio del 1969. L' anno prossimo sarebbero stati 50 anni».
GIUSEPPE GIORDANO AL MARE CON LA MOGLIE IDA
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Poi è arrivata la crisi...
«Nel 2005 con grande fatica le ho detto l' unico segreto che mi tenevo da anni come un peso, una cosa brutta brutta. Lei si è offesa, era gelosa, non ci parlavamo, ci siamo scritti lunghe lettere. Poi so solo che mi ha perdonato e da li è cominciata la nostra prima vera luna di miele, chi mai aveva avuto tempo e soldi e per farla a vent' anni.... Il nostro rapporto è ricominciato meglio di prima, ma è durato troppo poco, nel 2011 si è ammalata, ed è morta in pochi mesi. Io però non vado a trovarla al cimitero».
Perché non va a trovarla?
«Lei mi prendeva in giro dicendo che, come non andavo dai miei parenti, non sarei mai andato a portarle i fiori al cimitero. Così ho deciso di tenere le sue ceneri a casa, adesso le rose le ha fresche, sempre, e io la sento vicina». (...)
2. L' AMORE VIVE IN UNA FOTO
Estratto dall'articolo di Elena Stancanelli per ''la Repubblica''
Non c' è attività umana che non si alimenti dello struggimento, del piacere dell' assenza. Ci commuove quell' uomo anziano che porta ogni giorno la foto della moglie davanti al mare. Siede in silenzio, piange, forse ricorda. Non sa più stare in una vita senza di lei e quindi si accontenta di evocare un fantasma. Poco importa che andarsene ogni giorno al mare con una cornicetta, posarla vicino a sé e disperarsi appaia, a una mente lucida, un comportamento inquietante, persino un po' spaventoso a voler essere onesti. Come le madri che apparecchiano il posto a tavola per il figlio morto, o quelli che conservano sul comodino le ceneri del gatto.
GIUSEPPE GIORDANO CON IDA E I TRE FIGLI
Ci commuove e basta, perché immaginiamo che quel marito e quella moglie abbiano vissuto accanto tutta la vita, attraversando tutte le esperienze insieme, uniti per sempre in matrimonio. Ci commuove anche se nessuno di noi ha più la minima idea di cosa significhi "per sempre".
Viviamo amori spezzettati, relazioni multiple e seriali, nel migliore dei casi ci incontriamo tardi, più che adulti, dopo aver già sperimentato parecchio e quindi del tutto sprovvisti di innocenza e verginità. I nostri amori sono brevi viaggi, staffette tra una solitudine e l' altra. Non aspirano a nessun assoluto, sono per natura fragili e imperfetti. Ma non sono meno emozionanti. Sono belli i nostri amori, o anche brutti, ma comunque sono i nostri, quelli che abbiamo a disposizione in questo nostro tempo, convulso e volgare. Eppure quello che ci fa struggere è un uomo rimasto solo dopo aver diviso la sua intera esistenza con un' altra persona. Un unicorno, un dinosauro, qualcosa di estinto sulla terra.
Ma non perché lì ci fosse maggiore romanticismo: nessuna persona sana di mente direbbe che un quieto matrimonio contiene in sé maggiore carica emotiva di un flirt, un innamoramento, un' improvvisa fiammata tra due corpi. La ragione per cui quel vecchio ci fa struggere, è che si tratta di qualcosa che non esiste più, che non è più alla nostra portata.
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