gianluigi torzi sloane square

I FEDELI SGANCIANO, IL VATICANO SPERPERA, IL PAPA SCAPOCCIA - INVESTIMENTI BIZZARRI, FACCENDIERI INTRALLAZZONI, UN PALAZZO LONDINESE COSTATO UNO SPROPOSITO E L'OBOLO DI SAN PIETRO DILAPIDATO PER INCOMPETENZA: LE RIVELAZIONI DEL LIBRO "I MERCANTI NEL TEMPIO" DI MAURO GEREVINI E FABRIZIO MASSARO - L'INGENUITÀ DELLO STESSO SEGRETARIO DI STATO VATICANO PAROLIN CHE BENEDICE LE OPERAZIONI FIDANDOSI DEI SUOI SENZA ANALISI PREVENTIVA DI DOCUMENTI…

Francesco Specchia per “Libero Quotidiano”

 

GIANLUIGI TORZI

A Londra, nella sciccosa Sloane Avenue, s' erge un palazzotto, un ex magazzino di Harrod's, un groviglio di mattoni e acciaio che fa molto spietati squali della city. Invece, acquistato per 300 milioni da un finanziere italo -inglese, Raffaele Mincione, quel palazzotto, di proprietà della Chiesa, rappresenta l'altare laico dell'incompetenza finanziaria del Vaticano.

 

«Se sapesse che abbiamo fatto l'operazione così delicata senza un'assistenza legale siamo attaccabilissimi. Faremmo un altro guaio. Cerchiamo di prendere un'altra settimana di tempo». «Noto che rinunciamo a qualsiasi azione futura, ma non sappiamo come stanno le cose, come sono gli affitti, come sono i contratti sottostanti».

 

ALBERTO PERLASCA

Così, in uno scambio inedito di WhatsApp, monsignor Alberto Perlasca, una sorta di direttore generale del Tesoro della Santa Sede, esprime i suoi dubbi a Fabrizio Tirabassi, il suo impiegato accusato di corruzione sull'operazione finanziaria che ha fatto saltare vertici del Vaticano, infuriare il Papa.

 

Questo e molti altri documenti - tratti da interviste, scambi epistolari disarmanti, gole profonde col turibolo - sono la base su cui è costruito il libro - inchiesta I mercanti nel tempio (Solferino pp 258, euro 17) scritto da Mauro Gerevini e Fabrizio Massaro. I quali forniscono particolari inediti su come il Vaticano sia riuscito a bruciare la metà del famoso "obolo di San Pietro" in uno sconcertante crescendo di sprechi e incompetenze che parte dall'impenetrabile "Sezione affari generali della Segreteria di Stato" guidata per anni dal cardinale Angelo Giovanni Becciu e arriva fino al conto personale del Papa.

 

pietro parolin bergoglio

L'obolo di San Pietro - la cui raccolta è iniziata domenica e finisce domani non è soltanto un simbolo di carità cristiana, «l'aiuto economico che i 1,2 miliardi di fedeli, ogni anno offrono al Santo Padre, come segno di adesione alla sollecitudine del Successore di Pietro» per le molteplici necessità della Chiesa universale e per le opere di carità in favore dei più bisognosi. Non è solo questo. È anche, laicamente, lo strumento finanziario con cui il Vaticano ripiana, ogni anno, il suo debito strutturale. Si parla, secondo Gerevini e Massaro di 308 milioni (-90 milioni solo nel 2020, -50 quest' anno, finora).

papa francesco bergoglio edgar pena parra

 

I PALAZZI

Nel 2019 la raccolta dell'Obolo è stata di 53,86 milioni di euro; nel 2020 è calata a 44,1 milioni di euro, secondo la comunicazione ufficiale del Prefetto della Segreteria per l'Economia, il gesuita Juan Antonio Guerrero Alves. La Santa Sede ne ha spesi 300 milioni, e il resto dell'obolo è bloccato, di fatto, in palazzi dalla proprietà incerta e di cui non si conosce la possibilità di vendita.

 

Considerato che il Vaticano è lo Stato che più al mondo, vivendo di solo turismo, ha sofferto la crisi da Covid; be', il fatto che la raccolta straordinaria dell'obolo oggi renda solo 44 milioni e si assottigli sempre più (la Germania, per esempio offre sempre meno alla casse papali, non a torto) potrebbe costringere il Papa a metter mano ad altri gioielli di famiglia.

 

GIANLUIGI TORZI PAPA BERGOGLIO

E tutto per il danno reputazionale dovuto non solo al palazzotto londinese; ma anche ad investimenti sbagliati e bizzarri. Come gli affari con Lapo Elkann o il finanziamento del film su Elton John Rocketman, 1 milione di euro, e al diavolo il punto etico su omosessualità e diritti civili...), i fondi a Malta come Centurion (3 milioni nella produzione del film «Men in Black: International», un flop al botteghino), il salvataggio di una università in Giordania. Il Vaticano, insomma, si è profuso in una fervente attività economica per tramite uno sconosciuto finanziere che passava di lì per caso, tal Gianluigi Torzi che per anni ha tenuto sotto scacco, attraverso un veicolo finanziario lussemburghese, gli addetti della tesoreria papale. Senza che Papa Francesco ne fosse a conoscenza.

stabile di sloane avenue londra

 

I RETROSCENA

Ma la miccia che ha fatto esplodere lo scandalo è proprio il palazzotto di Sloane Avenue che il Vaticano ha comprato tre volte. Gerevini e Massaro svelano retroscena inediti come gli scambi epistolari tra i magistrati vaticani e i giudici inglesi (scrivono i magistrati di Sua Maestà: «Se Perlasca e Tirabassi erano cospiratori, come potete dire che hanno agito in buona fede nelle trattativa?» «Perché avere pagato?», «Perché se eravate di fronte ad truffatore gli è stato procurato un incontro di quel livello?» riferito all'incontro di Torzi col Papa).

I MERCANTI NEL TEMPIO - GEREVINI E MASSARO

 

Si scopre l'ingenuità dello stesso segretario di Stato vaticano Parolin che benedice le operazioni fidandosi dei suoi senza analisi preventiva di documenti (che spesso non ci sono), prima dell'arrivo del nuovo, sospettoso addetto all'Obolo, l'arcivescovo venezuelano Edgar Pena Parra, che comincerà a porsi domande. In un capitolo involontariamente ironico viene descritto perfino, dopo la vendita del Palazzo e l'euforia del gruppo di negoziatori, un pranzo di festeggiamento tra il venditore dell'immobile Mincione e il compratore per la Santa Sede Torzi, in un ristorante romano dal nome fatale: I due ladroni. Da questa sarabanda di business spregiudicati, di monsignori perlomeno irresponsabili, di funzionari incapaci se non corrotti ne esce un ritratto del cuore malato dell'economia pontificia.

 

I CONTATTI DI GIANLUIGI TORZI

E il suddetto groviglio vischioso dei bilanci vaticani trova conferma nel rapporto recentissimo di Moneyval sull'adeguamento del Vaticano alle norme antiriciclaggio. Laddove, a fronte di un buon giudizio sull'azione antiriciclaggio esterna, si riscontrano buchi e difficoltà sul controllo "insider", quello interno; il rapporto fa notare che la Santa Sede non solo lì non ha controlli, ma mancano perfino i controllori ossia i magistrati permanentemente preposti.

 

Il Presidente dell'ASIF (l'Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria) Carmelo Barbagallo, che ha guidato la delegazione vaticana durante il processo di valutazione, commenta dicendo, in pratica: è andata bene, ma possiamo fare meglio. E su questo, dai tempi dello Ior, non c'è alcun dubbio. Il problema sarà spiegare ai fedeli che le loro offerte sono andate sperperate, tra gli altri investimenti, in un anonimo edificio inglese pagato quanto la reggia di Versailles…

fabrizio tirabassi enrico crasso gianluigi torzi fabrizio tirabassi enrico crasso gianluigi torzi

 

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…