SAI COSA SE NE FA LA CINA DELLE NOSTRE CAUSE? - UN ALBERGATORE DI BRESCIA, CHE NEL 2020 HA PERSO IL 54,52% DEL FATTURATO, HA CHIESTO OLTRE UN MILIONE DI EURO A PECHINO PER I DANNI DOVUTI AL COVID: I SUOI AVVOCATI VOGLIONO CHE VENGA ACCERTATA "LA GRAVE RESPONSABILITÀ DEL MINISTERO DELLA SANITÀ CINESE PER NON AVERE TEMPESTIVAMENTE SEGNALATO LO STATO DEL DIFFONDERSI DEL VIRUS" - NON È IL PRIMO CASO DI IMPRENDITORE CHE VUOLE RIFARSI SULLA REPUBBLICA POPOLARE...
Emanuele Di Francesco per "La Stampa"
Ha deciso di fare causa alla Cina per i danni subiti dalla pandemia da coronavirus, gestita a suo dire in modo opaco e irresponsabile da Pechino, causa di «un contagio globale con conseguenze materiali crescenti».
È quanto si legge nelle 18 pagine del ricorso depositato qualche settimana fa al Tribunale di Brescia dagli avvocati di un imprenditore che opera nel mercato della ristorazione e gestisce un albergo.
La notizia, diffusa dal Brescia Oggi, riporta alcuni stralci del ricorso con il quale il ristoratore lombardo ha deciso di portare a giudizio il ministero della Salute della Repubblica Popolare Cinese la cui colpa sarebbe di non aver avvertito il mondo degli effetti che l’epidemia di coronavirus avrebbe potuto avere sulla popolazione e sulle attività economiche.
Bilanci alla mano, per quantificare esattamente il risarcimento, l’imprenditore fa un po’ i conti della serva, spiega che fino al 2019 il fatturato era in costante aumento per poi crollare del 54,52% nel 2020, mentre il volume di affari del 2020 è diminuito rispetto a quello dell’anno precedente del 63,33%.
Tra il 2020 e il 2021 il danno patrimoniale è calcolato in 1.056.615 milioni di euro, cui vanno aggiunti i danni non patrimoniali che l’azienda lombarda ha subito. L’udienza è stata fissata per il prossimo 14 luglio davanti alla Prima sezione Civile.
Al tribunale i legali del ristoratore chiedono che venga accertata «la grave responsabilità del ministero della Sanità cinese per non avere tempestivamente segnalato lo stato del diffondersi del virus e dei suoi effetti letali a cavallo tra novembre e dicembre 2019.
Se Pechino avesse informato l’Oms, come il resto del mondo, i suoi aeroporti sarebbero stati chiusi e sarebbe stato impedito l’arrivo di persone provenienti dalla Cina».
Così facendo «gli effetti sarebbero stati controllati, con una più completa preparazione delle strutture sanitarie». Omissioni che avrebbero «ridotto al minimo il disagio e le conseguenze negative derivanti dal Covid 19».
La causa intenta contro il colosso cinese per queste ragioni in Italia non è la prima. Nel luglio scorso, per esempio, è stata Mio Italia, associazione nazionale di categoria del comparto dell’ospitalità, a intraprendere un’azione giudiziaria contro Pechino.
Ancora non c’è un pronunciamento in merito, ma sono sempre di più gli imprenditori che chiedono conto alla Repubblica popolare cinese dei danni subiti dalla pandemia.