“SERVE UN PO’ DI PIETAS PER QUESTI GENITORI” – PAOLO CREPET IN DIFESA DELLA MADRE E DEL PADRE DI FILIPPO TURETTA, COSTRETTI A SCUSARSI PER LE FRASI DETTE AL FIGLIO DURANTE IL COLLOQUIO IN CARCERE DOPO L’OMICIDIO DI GIULIA CECCHETTIN: “QUELLE PAROLE SI POSSONO ANCHE COMPRENDERE, DETTATE DALLA PAURA DEL GESTO AUTOLESIONISTA. LA PUBBLICAZIONE DELL’INTERCETTAZIONE? NON AGGIUNGE NULLA ALLE INDAGINI NÉ ALLA CRONACA, SI TRATTA SOLO DI VOYEURISMO FUORI LUOGO…”
Estratto dell’articolo di Andrea Pasqualetto per il "Corriere della Sera"
«Partirei dalla pietas , la prima parola che ritengo si debba pronunciare nei confronti di chi si trova nella difficile condizione di questi genitori. Quelle parole del padre al figlio si possono anche comprendere nell’immediatezza dell’arresto, dettate dalla paura del gesto autolesionista. Tuttavia ci sono dei punti su cui bisogna ragionare...».
La riflessione di Paolo Crepet riguarda una certa cultura, una certa mentalità giustificazionista.
colloquio in carcere tra filippo turetta e i genitori
«Diffusissima fra i genitori di quest’epoca nei confronti dei figli.Non illudiamoci che l’atteggiamento del padre di Turetta sia un caso isolato. I genitori tendono ad annacquare qualsiasi errore dei loro ragazzi, lo sfumano, lo triturano, fino a trasformarlo in una poltiglia digeribile. In questo caso, viste le precisazioni e la supplica del padre che ora chiede comprensione, immagino che oggi non parlerebbe più così a Filippo».
Per lo psichiatra l’approccio giusto dovrebbe tendere a una responsabilità condivisa.
«Non sono dell’idea che il padre debba dirgli “stai lì, ti meriti questo e tanti saluti”. Ma nemmeno dev’essere un prete che dà speranza attraverso la lettura delle sacre pagine. Lui è un padre e deve innanzitutto domandarsi come sia potuto crescere un assassino nella sua casa. Dovrebbe dirgli “se tu sei qui è anche colpa mia”, questa sarebbe una frase di enorme dignità e civiltà. “Abbiamo sbagliato qualcosa anche noi, non solo tu”. “Che cos’è che non mi hai detto in questi anni?”.
E invece gli ha detto “hai avuto un momento di debolezza”. Due anni di martellanti messaggini e il martirio della povera Giulia possono forse essere un momento di debolezza?».
Detto che Crepet considera ogni femminicidio è premeditato per definizione, è l’idea del raptus che a suo parere danneggia. «Perché è giustificazionista e non aiuta il figlio: hai avuto un momento di follia e le hai dato 70 coltellate.
colloquio in carcere tra filippo turetta e i genitori - foto giallo
No, non è così. L’hai pensato, l’hai ragionato, c’era un tarlo nella tua testa e nessuno l’ha visto. E nessuno ha intercettato la sua solitudine e pure quella di Giulia. É mancata l’empatia. […]».
Sull’opportunità di pubblicare l’intercettazione ambientale, scelta giudicata grave dal segretario delle Camere penali «perché non aggiunge nulla alle indagini né alla cronaca, si tratta solo di voyeurismo fuori luogo» […]
colloquio in carcere tra filippo turetta e i genitoriNICOLA TURETTA PADRE DI FILIPPO - CHI L HA VISTO?PAOLO CREPET elisabetta e nicola turetta, i genitori di filippo 2filippo turetta giulia cecchettinpaolo crepetfilippo turettagiulia cecchettingiulia cecchettin filippo turettaelisabetta e nicola turetta, i genitori di filippo 3colloquio in carcere tra filippo turetta e i genitorile ultime foto di giulia cecchettin e filippo turetta scattate al centro commerciale il giorno dell'assassinio 2