LA SPOON RIVER DI BERGAMO - MAZZI DI FIORI SU LAPIDI SENZA NOME. LO STRAZIO DEI PARENTI DEI TANTI MORTI CHE NON HANNO AVUTO NEANCHE UN FUNERALE: "LI HAN PORTATI VIA COL CAMION DELL'ESERCITO. STIAMO ANCORA ASPETTANDO LE URNE CON LE CENERI" - LA PROCESSIONE SILENZIOSA DAVANTI AI LOCULI: NOMI E COGNOMI DEI DEFUNTI SU FOGLIETTI BIANCHI APPESI CON IL NASTRO ADESIVO
Fabio Poletti per “la Stampa”
Per entrare al cimitero di Alzano Lombardo si fa la fila con i guanti e la mascherina. I volontari della Protezione Civile fanno entrare 17 persone per volta. Quando uno esce, entra un altro. Sembra una catena di montaggio. O la fila al supermercato. Una ragazza giovane con una coda di capelli biondi, racconta il flagello che si è abbattuto nella valle:
«Tre parenti morti solo tra quelli diretti di mio padre. Sono morti in casa, di polmonite hanno detto i medici. Nessuno gli ha mai fatto il tampone. Non è che perché fossero anziani dovevano morire così. Due sono stati cremati a Varese. Uno a Firenze ma stiamo ancora aspettando l' urna con le ceneri. Li han portati via col camion dell' esercito. Non è stato possibile fargli il funerale. Solo l' inumazione con la benedizione del parroco ma è già una consolazione».
Un muro di lapidi bianche senza nome, che non c' è stato il tempo. Foglietti volanti attaccati con lo scotch, nome cognome e foto sbiadite dal computer. Pierangela Carrara era nata nel 1949 ed è morta il 6 marzo. Alessandro Deldossi era del 1944 ed è morta il 9 marzo. Luigi Morosini del 1930 è morto il 10 marzo. Un altro Luigi Morosini, ma del 1936, è morto l' 11 aprile. Poi c' è Arnaldo Nespoli del 1942 morto il 4 aprile. E Teresina Sonzoli del 1935, morta il 9 aprile.
Così per 40 volte, un nome su un foglietto, una foto, una lapide candida. I colombari del cimitero di Villa d' Alserio, tutto il lato sinistro vicino alla cappella per le preghiere, raccontano cos' è stato il Coronavirus in Val Seriana, provincia di Bergamo, migliaia di morti che si è perso quasi il conto, con un incremento di decessi rispetto all' anno scorso del 568%, come registra l' Istat.
La riapertura Il fiorista a fianco dell' ingresso del cimitero dice che gli stanno arrivando in massa le richieste per sistemare i vasi dei colombari. Il cimitero è stato riaperto solo lunedì, dopo due mesi di chiusura voluta dal sindaco per i troppi assembramenti. C' era il rischio di contagiarsi, a piangere i morti. Una signora con un soprabito leggero azzurrino, ha in mano un mazzo di margherite.
Sono per suo marito morto tanti anni fa: «Venivo qui ogni settimana. Sono più di due mesi che non lo vedo». Il dolore livella.
La contabilità inarrestabile per due mesi dei morti è uno tsunami. Per fare prima, per evitare assembramenti, al cimitero di Alzano Lombardo, si entra solo in ordine alfabetico. Ieri pomeriggio toccava a quelli con la G, l' H, la I e la J. La moglie di uno che era qui per rivedere su un foglietto delle pompe funebri un amico, ha il cognome che inizia con la V. Le toccherà tornare venerdì. Sabrina Brignoli della Protezione Civile, fa rispettare le disposizioni. Sotto la divisa gialla non c' è solo un' addetta: «Il cimitero è stato riaperto lunedì. Ripartiamo ma il dolore ce lo porteremo dentro sempre».
I funerali continui Al cimitero di Seriate dove sono morti in 270, al martedì e al venerdì pomeriggio si fanno le inumazioni dei defunti cremati altrove, anche lontano perché si faticava a tenere il ritmo. Dieci alla volta, siamo già a sessanta ma è tutt' altro che finita. La custode tiene l' elenco: «È una fabbrica, ma così hanno tutti la possibilità di avere una benedizione per i loro cari». Davanti alla chiesetta del cimitero, sulla ghiaia, un prete con i paramenti per i defunti asperge di acqua benedetta le urne in mano ai parenti. Per ogni urna non più di dieci parenti. Gli altri entrano dopo, per il secondo turno.
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Bruna Lizzola è qui per la funzione delle 16 e 30 per il cognato Angelo Finazzi che aveva 68 anni: «L' ultima volta l' ho visto al funerale di sua mamma l' 8 marzo, morta in una Rsa. Sono sicura che il virus l' abbia preso quella volta. Dopo pochi giorni è stato male. Gli hanno messo il casco con l' ossigeno a casa, poi lo hanno ricoverato a Seriate ma è morto alla clinica San Giuseppe di Milano. È morto da solo, come tutti. Senza che nessuno potesse vederlo. L' hanno cremato una settimana fa a Novara. Aspettavamo questo momento da giorni, almeno una benedizione perché possa essere finalmente in pace».
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