“STO LAVORANDO A UN PIANO PER IL CESSATE IL FUOCO, SARÀ PRONTO ENTRO NOVEMBRE” – A CERNOBBIO ZELENSKY ANNUNCIA LA ROAD MAP CHE, SDECONDO LUI, DOVREBBE PORTARE ALL’ARMISTIZIO LA RUSSIA (AUGURI) – DA UNA PARTE ANNUNCIA CHE, PER FARLO FUNZIONARE, SARÀ NECESSARIO L’IMPEGNO DEGLI AMERICANI E DEGLI ALLEATI. D’ALTRO I NEGOZIATI SONO LEGATI A UN PREVENTIVO CESSATE IL FUOCO: “SPETTA A PUTIN FARE LE PRIME CONCESSIONI. NEL RISPETTO DELLA COSTITUZIONE UCRAINA, NON POSSO RINUNCIARE AL 30% DEL TERRITORIO…”
Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci per “la Repubblica”
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«Sto lavorando a un piano per il cessate il fuoco, sarà pronto entro novembre», dice Volodymyr Zelensky, che, da consumato uomo di spettacolo qual era prima di sedersi sulla poltrona più scomoda del pianeta, non sbaglia mai location, timing e audience dei suoi annunci più forti. E infatti è sulle rive del lago di Como, nella splendida Villa D’este di Cernobbio, che il presidente ucraino svela qualche dettaglio della road map per portare all’armistizio la Russia.
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«Ne parlerò col presidente Biden, coi candidati alla Casa Bianca Harris e Trump, e coi leader del G7, per sapere cosa ne pensano ». Lasciando così intendere che, per funzionare, il suo piano avrà bisogno dell’impegno degli alleati, soprattutto americani, perché «alcuni punti dipendono da loro».
[…] Nell’idea del leader di Kiev dovranno essere la garanzia che l’eventuale cessate il fuoco non diventi un vantaggio per la Russia, ma la concreta premessa per l’avvio dei negoziati. L’Ucraina farà tacere i cannoni solo se si convince che la propria sicurezza sarà tutelata.
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Il nodo del piano Zelensky, dunque, è anteporre il cessate il fuoco al negoziato, ma con una clausola di garanzia per l’Ucraina. Solo in apparenza ciò è simile a quanto proposto venerdì, sempre a Cernobbio, dal premier ungherese Victor Orbán, presidente di turno del Consiglio europeo. «Nè Putin né Zelensky sono pronti a sedersi a un tavolo — aveva premesso Orbán — quindi è meglio convincere la comunità internazionale a fare pressione su entrambi perché accettino l’immediato cessate il fuoco».
Il leader ungherese, tuttavia, non prevede clausole di garanzia per l’Ucraina, dimostrandosi di essere, ancora una volta, il miglior portavoce del Cremlino. Ma se Putin accettasse di fermare i bombardamenti, siete disposti a sedervi al tavolo e accettare compromessi?, viene chiesto a Zelensky. «Ci sono cose che non ho il diritto di fare per rispetto della Costituzione ucraina, come rinunciare al 30% del territorio (le zone attualmente occupate dalle truppe russe, ndr ). E da presidente del popolo non posso perdonare il massacro del mio popolo. È Putin che ci ha invaso, spetta a Putin fare i primi passi verso l’accordo, se davvero ne vuole uno. Noi chiediamo una pace che sia giusta».
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Sul fatto che in Italia non tutte le forze politiche del governo Meloni siano a favore dell’occupazione della regione russa di Kursk, Zelensky sostiene di «non aver alcun problema col governo italiano» e ribadisce che l’Ucraina è stata costretta all’operazione preventiva. […]
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