salvini silvia albergo

DAL BARCONE CON AMORE - LA STORIA DI SILVIA, FIGLIA DEL PROPRIETARIO DI UN HOTEL CHE OSPITA MIGRANTI, CHE SI E’ INNAMORATA DI UN SUO ‘OSPITE’ PAKISTANO, E’ RIMASTA INCINTA E SI E’ CONVERTITA ALL’ISLAM: “IL POST DI SALVINI CONTRO DI ME HA SCATENATO ODIO FEROCE. MI DAVANO DELLA ZOCCOLA”

Selvaggia Lucarelli per “il Fatto quotidiano”

 

Lei si chiama Silvia ed è la figlia del proprietario dell' hotel Bellevue di Cosio Valtellino, duramente criticato da Matteo Salvini perché reo di ospitare i profughi nella sua struttura. Lui si chiama Khalil, viene dal Pakistan e in quell' hotel ci è finito dopo un lungo viaggio dalla Libia, su uno di quei barconi che non sai se arriveranno mai in Italia. Si sono incontrati, si sono innamorati, lei si è convertita all' Islam, ora stanno per avere un figlio.

 

SILVIA E KHALILSILVIA E KHALIL

Silvia, i post di Salvini contro il vostro hotel che offre ospitalità ai clandestini ve li aspettavate?

Certo. Quando sono arrivati i primi nove ragazzi dal Mali nel 2014, infreddoliti, con tute puzzolenti e ciabatte aperte d'inverno, avevamo già i leghisti fuori dall' hotel a protestare.

 

E poi già lo scorso anno Salvini aveva ripreso una notizia su un nostro ospite che si era lamentato per la pasta del nostro albergo, invitandoci a prenderlo a calci nel sedere e sa una cosa? Quell' ospite è diventato il mio fidanzato. Il fidanzamento non è stato un dispetto a Salvini, mi auguro. No, anche se lo avrebbe meritato. Mi sono innamorata di Khalil dopo un po' che è arrivato da noi, non subito.

SALVINI CONTRO L ALBERGATRICE SILVIA SALVINI CONTRO L ALBERGATRICE SILVIA L ALBERGATRICE SILVIA CHE OSPITA MIGRANTI E SI E' CONVERTITA ALL ISLAML ALBERGATRICE SILVIA CHE OSPITA MIGRANTI E SI E' CONVERTITA ALL ISLAM

matteo salvini 9matteo salvini 9


Lui ha 26 anni e io 34, è arrivato dalla Libia su un barcone ed era partito dal Pakistan, che è il suo paese d' origine. In Libia è rimasto mesi a lavorare, sfruttato e picchiato da gente senza scrupoli. Ne arrivano tanti qui con i segni delle frustate, delle legnate. Khalil ha anche segni che si è procurato da solo con una lametta perché qualcuno, qui in Italia, cede all' autolesionismo per la disperazione, ci sono attese snervanti di mesi e mesi solo per avere un permesso di giorno temporaneo, capita che cerchino di attirare l' attenzione per non essere dimenticati.

Come vi siete innamorati?
Io mi ricordo che Khalil arrivò alle sei del mattino in pullman dopo un viaggio infinito. Stavo facendo le pulizie, erano saliti tutti in camera a dormire, lui scese per chiedermi una sigaretta. All'inizio mi era antipatico. Da noi c'erano quindici pakistani e lui era diventato subito il capo, gli altri sembravano marionette. Mi cominciò a corteggiare fin da subito, ma io litigai con mio padre e partii per Bormio, dove mi fermai a lavorare per tre mesi. Mia madre mi telefonava e mi diceva sempre: "Khalil chiede di te, quando torni?".

E tu pensavi a lui?
No, non ero ancora innamorata, ma a settembre tornai e lo trovai sulla porta dell' hotel ad attendermi, cominciai a provare qualcosa. Avevo un fidanzato, lo lasciai e a ottobre iniziò la nostra storia.

I tuoi come l'hanno presa?
Bene, fin dall'inizio. Anzi, per mio padre quello intelligente tra me e Khalil è Khalil. E poi vedono come mi tratta, lui è gentilissimo, altro che i musulmani che trattano male le donne. Khalil mi porta la colazione a letto, mi apre la portiera dell' auto, mi fa perfino i massaggi. Ha chiesto la mia mano a mio padre come un gentiluomo d'altri tempi.

A fine luglio sei rimasta incinta. Lo avete desiderato o è capitato?
L' abbiamo voluto tantissimo ed è accaduto subito. Nel frattempo abbiamo celebrato il fidanzamento in abiti tipici pakistani. Ce li ha inviati sua mamma dal Pakistan: Khalil non pensava indossassi il costume tipico alla festa, infatti lui si era presentato in jeans. L' ho costretto a cambiarsi.

Ti sei convertita alla religione musulmana. Te l'ha chiesto Khalil?
No, l' ho desiderato io. Oggi mi chiamo Silvia Imaan Fatima. Ho indossato il velo, sono andata alla moschea di Colico e l' imam mi ha fatto recitare una formula che diceva "Mi concedo all' Altissimo, sarò fedele a lui", mi sono emozionata. Da tempo non credevo più nella Chiesa, è un organo tenuto in piedi solo dalla forza di Papa Francesco. E comunque la mia vita non è cambiata: prego, ma non porto neanche il velo. C' è solo uno dei miei fornitori arrabbiato con me perché non mangio più salsicce.

Khalil attende ancora il permesso di soggiorno definitivo: perché non vi sposate per risolvere la questione?
Sarebbe la via più facile, ma suonerebbe un matrimonio d' opportunità, non vogliamo questa scorciatoia.

Il paese che dice di voi due?
La gente ci ha accettati bene, ma il recente post di Salvini sudi me che mi sono convertita e guadagno dando ospitalità a clandestini ha scatenato un odio feroce, ho visto sulla sua bacheca e su altre dei commenti crudeli e volgari di persone che conoscevo anche perché sono della zona. Mi davano della zoccola. Ho cercato i loro numeri e ho chiesto spiegazioni. Hanno fatto tutti marcia indietro.

Un commento che vi è dispiaciuto più di altri?
Quello di una cara amica quando ha saputo che avremo una figlia femmina. Ha detto qualcosa tipo "Povera lei, femmina e musulmana", come se l' attendesse un futuro di vessazioni. Ma anche la richiesta di un autore della trasmissione di Paolo Del Debbio, che mi ha chiesto di indossare il velo in televisione anche se non lo porto. Davo più l'idea della convertita da insultare un po', forse.

Come immagini il futuro con Khalil?
Spero di poter andare presto in Pakistan a conoscere la sua famiglia, per il resto i patti sono chiari: sarà Khalil a lavorare in hotel con mio papà, io starò a casa in maternità. Gliel'ho detto che per mio padre, tra me e lui, quello intelligente è Khalil.

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