TERRORE GLOBALE – LA POLIZIA TUNISINA ARRESTA SETTE PERSONE PER LA STRAGE DI SOUSSE MA CI SONO ANCORA MOLTI PUNTI OSCURI – REZGUI È ARRIVATO DAL MARE O A BORDO DI UN’UTILITARIA? – AVEVA 4-5 COMPLICI O HA AGITO DA SOLO?

Grazia Longo per “La Stampa

 

STRAGE DI SOUSSE - SEIFEDDINE REZGUISTRAGE DI SOUSSE - SEIFEDDINE REZGUI

Lacrime e rabbia. Alle due del pomeriggio la luce è talmente intensa, accecante da imporre l’uso degli occhiali da sole anche sotto l’ombrellone. Eppure Carolyn Browdie, 29 anni, inglese, si toglie le enormi lenti scure griffate e piange. «Meno male che li hanno arrestati - dice soffiandoci il naso - quei 38 morti invocano giustizia e questo Paese che ci ospita con tanta generosità pure». La notizia arriva qui, sulla spiaggia dell’hotel Riu Imperial, direttamente dalla sala congressi poco distante dove si è appena conclusa la conferenza stampa dei ministri dell’Interno di Regno Unito, Germania, Francia e Tunisia. 


Le falle nella sicurezza
Ma questo vago, seppur malinconico, senso di sollievo dei turisti si confonde con la prudenza che aleggia intorno all’operazione della polizia e alla ricostruzione del massacro. Non solo. C’è anche tanta rabbia perché qualcosa nell’intelligence tunisina non ha funzionato. Perché infatti è stato sottovalutato, nonostante fosse noto, il profilo eversivo dell’autore della strage? Andiamo per ordine.

STRAGE DI SOUSSE - SEIFEDDINE REZGUI STRAGE DI SOUSSE - SEIFEDDINE REZGUI

 

Sette le persone fermate perché sospettate di appartenere ad una cellula terroristica legata a Seifeddine Rezgui, lo studente universitario diventato soldato del Califfo, che venerdì scorso, dopo aver sterminato turisti e sogni di riscatto sociale, si è inginocchiato a pregare sulla sabbia. I sette arresti sono avvenuti tra Sousse, Tunisi e Kasserine.

 

E mentre si rafforzano le misure di sicurezza sulle spiaggia e contro i terroristi, ci sono ancora molte perplessità. E non solo perché anche dopo l’attentato al museo del Bardo, lo scorso 18 marzo, venne rilasciata la maggior parte della trentina di persone arrestate.

STRAGE DI SOUSSE - SEIFEDDINE REZGUI   STRAGE DI SOUSSE - SEIFEDDINE REZGUI

 

Stavolta molti punti oscuri gravano anche sulle modalità della strage in questo bellissimo angolo nel golfo di Hammamet. Innanzitutto perché non è ancora definitivamente chiaro se Seifeddine Rezgui sia arrivato, come sostengono diversi bagnanti, dal mare o a bordo di un’utilitaria come afferma invece il ministro dell’Interno Najem Gharsalli. Non è neppure sicuro il numero dei complici sulla spiaggia: erano 4, 5, o non c’era nessuno oltre lui?


Sembra assodato invece il suo reclutamento come braccio armato della Sharia in Libia. È qui che Seifeddine, lo scorso marzo, ha trascorso tre mesi in un campo di addestramento dell’Isis. Il giovane terrorista sarebbe entrato nel Paese senza passaporto e da solo. Gli inquirenti tunisini ritengono che anche il kalashnikov usato per uccidere 38 turisti nel resort sulla spiaggia del golfo di Hammamet sia stato contrabbandato attraverso le porose frontiere che separano la Tunisia dalla Libia.

 

rezgui con kalashnikovrezgui con kalashnikov

Fondamentale si rivela, inoltre, ancora una volta la città di Keirouan dove Seifeddine studiava da ingegnere informatico, frequentava una moschea salafita che inneggia alla jihad ed era a capo di una cellula terroristica di 5 persone, delle quali una di ritorno dalla Siria e ancora attiva a Kairouan senza alcuna sorveglianza da parte delle autorità. 


Ma allora perché nessuno è intervenuto per fermarlo? Forse la carneficina del secondo venerdì del Ramadan poteva essere evitata. Le sue simpatie estremiste erano arcinote. Secondo Amin Sassi presidente del sindacato studentesco di sinistra Uget (Union générale des étudiants de Tunisie), «Seifeddine Rezgui era noto per azioni facilmente inquadrabili come eversive». 

SOUSSESOUSSE


Il reclutamento
Il problema, del resto, ha confini più ampi. Il reclutamento del ragazzo che amava la break dance e che in passato aveva lavorato come animatore nei resort poi per lui diventati simbolo del demonio e dell’Occidente corrotto, va inquadrato in un contesto allarmante.

 

«Ben 4500 tunisini, in gran parte diplomati e disoccupati, sono andati in Iraq e in Siria per entrare a far parte dell’Isis - denuncia Mohamed Iqbel Ben Rejeb, presidente della Ratta, associazione che da due anni si occupa delle famiglie tunisine i cui figli sono scappati in Siria, Libia, Iraq -. Altri mille hanno raggiunto la Libia, 12mila sono stati bloccati dalle autorità mente volevano raggiungere quei territori palestre di terrorismo in modo diretto o passando per la Turchia».


Il governo
E mentre il ministero dell’Interno schiera mille poliziotti sulle spiagge, Mohamed polemizza sulla chiusura delle 80 moschee a rischio: «Dovrebbero arrestare i terroristi non sprangare le moschee. Prima di tutto perché così esasperano gli animi e poi perché non possono più monitorare i sospettati. Questi ultimi vanno arrestati e stop». 

ATTENTATO A SOUSSE - IL RESORTATTENTATO A SOUSSE - IL RESORT


E ancora: un’altra falla emerge anche nella gestione dell’attentato al Riu Imperial. Lo ammette lo stesso ministro Mohamed Najem Gharsalli per il quale «l’attacco sarebbe potuto essere evitato se ci fosse stato un miglior coordinamento tra gli uomini della sicurezza dell’hotel Riu Impérial Marhaba e le forze dell’ordine». Alle indagini, comunque, d’ora in poi partecipano anche 16 ufficiali di Scotland Yard.

 

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