gay talese tom wolfe

“I GRANDI SCRITTORI NON MUOIONO MAI” – GAY TALESE RICORDA TOM WOLFE: “CI SIAMO CONOSCIUTI NEL 1961, CI SIAMO PIACIUTI SUBITO E SIAMO RIMASTI AMICI PER LA VITA.” – “ERA INFASTIDITO DALLA SACRALITÀ DEGLI AUTORI CONTEMPORANEI, HA INFRANTO QUELLA BARRIERA ED È DIVENTATO UNA DELLE PERSONALITÀ PIÙ IMPORTANTI DELLA SUA GENERAZIONE. ORA SENTO UN GRAN VUOTO…” – 4 MESI FA ERAVAMO A CENA CON DON DELILLO E LUI…  

Flavio Pompetti per “il Messaggero

 

GAY TALESE TOM WOLFE

La voce gli vibra dalla commozione e allo stesso tempo dall' eccitazione. La notizia della morte di Tom Wolfe è stata diffusa dalle agenzie di stampa da pochi minuti, e Gay Talese ne è scosso ma al tempo stesso galvanizzato, mentre sulla sua scrivania i telefoni squillano all' impazzata.

 

GAY TALESE

Wolfe era molto più che un suo coetaneo: era una sorta di anima gemella che lo ha accompagnato in una vita professionale perfettamente parallela. Dalle redazioni dense di fumo e di piombo dei giornali newyorkesi degli anni '50, alla gloria della pubblicazione di romanzi bestseller, passando per lo stile graffiante e le critiche al vetriolo per l' intera categoria degli scrittori paludati.

 

TOM WOLFE

Con la morte di Wolfe, Talese rimane l' ultimo rappresentante di una generazione di scrittori sanguigni che hanno raccontato il processo tumultuoso che ha scolpito la città di New York e l' America del dopoguerra.

 

Quando vi eravate conosciuti?

«Deve essere stato il 1961 o forse l' anno dopo, quando lui è entrato a lavorare all' Herald Tribune. Io avevo già a quel punto quasi dieci anni di anzianità al New York Times dove ero entrato fresco di laurea come copy boy e avevo già fatto un po' di carriera. Ci siamo piaciuti subito, e siamo rimasti amici per la vita».

 

Siete stati due enfant terrible per il modo in cui vi siete espressi riguardo alla professione.

TOM WOLFE

«Eppure per quanto abrasiva e satirica fosse la sua scrittura, nella vita privata non l' ho mai sentito esprimere parole di disprezzo per nessuno dei nostri colleghi. Era un uomo mite e misurato, quasi timido in pubblico. Un grande osservatore che si impegnava con riluttanza nella conversazione».

 

Qual è stato il suo maggiore merito letterario?

TOM WOLFE ELECTRIC KOOL AID ACID TEST

«L' essere passato dalla professione di giornalista a quello di scrittore, un salto che molto raramente viene compiuto con successo. Tom l' ha compiuto quasi con rabbia, infastidito dall' insularità e dalla sacralità che circondava molti degli autori contemporanei. L' isolamento li portava ad un processo introspettivo nella loro scrittura, incapaci come erano di conoscere intimamente il mondo nel quale vivevano.

 

Wolfe ha infranto quella barriera, e ha portato nella letteratura l' umanità con la quale era stato in contatto da giornalista. I germi della sua scrittura erano già nello stile del nuovo giornalismo che aveva imposto sulle pagine dell' Herald: raffinato e pieno di costruzioni letterarie. Quando lo ha trasportato sui libri, è riuscito immediatamente a imporsi come una delle personalità più importanti della sua generazione».

TOM WOLFE E IL SUO LIBRO IL RICHIAMO DEL SANGUE

 

Quanto eravate vicini nella vita privata?

«Andate a guardare il mio sito privato sul web. Nella prima pagina campeggia una foto che ci vede ritratti insieme. Averlo perso mi fa sentire un gran vuoto, come quando ho visto altri compagni di viaggio: Norman Mailer, Jimmy Breslin e Hunter Thompson andarsene via. Joan Didion è ancora viva, io sono rimasto qui a parlare degli altri. Anch' io ho 86 anni, e sento che uno di questi giorni sarà qualcun altro a parlare di me. Però devo confessarlo: ci siamo divertiti, ci siamo divertiti tanto!».

GAY TALESE SERENDIPITY

 

Ci auguriamo che quel momento sia lontano. Quando vi siete visti l' ultima volta?

«È stato quattro mesi fa. L' ho invitato a cena, e ricordo bene che il ristorante era Amaranth, sulla sessantaduesima.

 

Avevo invitato anche Don DeLillo e le tre rispettive signore. Wolfe e DeLillo non si erano mai incontrati prima, quindi mi sembrava l' occasione giusta per fare a entrambi questo regalo.

TOM WOLFE

 

Tom si era presentato con un lungo bastone, come il pastorale di un vescovo, sormontato da una testa di lupo scolpita nel legno. Era ricurvo, piegato dal dolore di una sorte di meningite spinale che lo aveva colpito negli ultimi anni.

 

Ma era rimasto intatto nelle sue maniere di gentleman ottocentesco. Sia lui che DeLillo erano molto parchi di parole. La conversazione per fortuna è stata sostenuta dalle nostre donne».

 

GAY TALESE

Ha una parola di commiato per il suo amico?

«Un buono scrittore sopravvive alla sua morte e qualcuno non muore mai, come Tolstoj, come Hemingway.

 

Tom è stato un eccellente scrittore, e i suoi libri saranno con noi a lungo, più di quanto potrò essere io a conservarne il ricordo e l' affetto.

tom wolfe con la moglie sheila e i figli tommy e alexandra

 

So che ha lavorato fino all' ultimo, oltre la data di pubblicazione del suo ultimo libro, l' anno scorso. Chissà che i suoi cassetti non ci riservino ancora qualche sorpresa».

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…