charlie hebdo terremoto

LA SATIRA E' SATURA - IL TRIBUNALE DI PARIGI RIGETTA LA DENUNCIA DEL COMUNE DI AMATRICE CONTRO LE MACABRE VIGNETTE DI “CHARLIE HEBDO” CHE ''IRONIZZAVANO'' SULLE MISURE ANTI-SISMICHE “ALL’ITALIANA” CHE AVEVANO RESO IL TERREMOTO PIU’ LETALE - ''I DISEGNI SI RIVOLGEVANO AGLI ITALIANI IN GENERALE E NON IN PARTICOLARE AGLI ABITANTI DEL COMUNE DI AMATRICE" - IL COMUNE ANNUNCIA RICORSO: “IN FRANCIA CLIMA POCO SERENO.."

Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”

 

CHARLIE HEBDO SUL TERREMOTO AMATRICE

«Irricevibile»: così il giudice della 17esima camera del tribunale di Parigi ha liquidato la denuncia per diffamazione e ingiuria del comune di Amatrice contro Charlie Hebdo. «Ripugnanti» così l' allora ministro della Giustizia Antonio Orlando aveva definito quelle due vignette, uscite sul settimanale satirico francese una settimana dopo il terremoto del 24 agosto 2016.

 

Quella notte furono ridotti in macerie Amatrice, Arquata e Pescara del Tronto, Accumoli. In tutto, quasi trecento morti. Charlie ne parlò come sa fare, con una vignetta firmata dal disegnator Felix: due vittime insanguinate con la dicitura penne al sugo e penne gratinate, e poi le vittime schiacciate dalle macerie: lasagne.

 

LE REAZIONI

In Italia le reazioni furono quasi unanimi: sdegno per un disegno «osceno e macabro». Perfino l' ambasciata francese a Roma aveva preso posizione: «Difendiamo la libertà d'espressione, ma queste vignette non rappresentano in alcun modo la posizione della Francia». Qualche giorno dopo, la risposta di Charlie arrivò sui social, con un' altra vignetta firmata da Coco: una donna in mezzo alle macerie che avverte: «Non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, ma la Mafia».

LA VIGNETTA DI CHARLIE HEBDO SUL TERREMOTO AD AMATRICE

 

In riferimento così almeno avevano spiegato poi alle polemiche sui criteri di costruzione degli edifici crollati. Il secondo disegno aveva invece provocato ancora più orrore del primo in Italia, e convinto il comune di Amatrice e l' ex sindaco Sergio Pirozzi, a passare ai fatti per «un oltraggio senza senso e inconcepibile»: denuncia per diffamazione e «ingiuria pubblica a causa dell' appartenenza a una nazione» contro Laurent Sourisseau, alias Riss, direttore di Charlie e, per complicità, contro i due disegnatori.

 

L'udienza del 9 ottobre, davanti alla 17esima camera del Tribunale di Parigi, quella competente per i delitti a mezzo stampa, non aveva però dato molte speranze di soddisfazione alla parte civile, rappresentata da un legale che aveva invano chiesto un rinvio, evocando tra l' altro un clima «non adatto a un dibattimento sereno». Il 9 ottobre, infatti, era già cominciata nell' altra ala del tribunale, quella della Corte d' Assise, il processo per gli attentati del 2015, dove Charlie sedeva e siede ancora, perché le udienze continuano dalla parte delle vittime.

 

sergio pirozzi

L'avvocato di parte civile aveva evocato una «mancanza di serenità» provocata dal «processo storico» che si svolgeva sull' altro corridoio, cosa che però non aveva trovato d' accordo il procuratore («siamo pronti») e nemmeno il giudice.

 

La parola è stata solo alla difesa, che ha smontato il dossier: «L'ingiuria sarebbe contro chi? Non si capisce. Nella denuncia si parla di violazione della dignità umana e della memoria dei morti, ma non si capisce cosa precisamente si rimproveri agli imputati». Secondo l' avvocata di Charlie, inoltre, «i disegni si rivolgevano agli italiani in generale e non in particolare agli abitanti del comune di Amatrice».

terremoto amatrice

 

IL LEGALE

All' Ansa, il legale Dominique Anastasi, che rappresenta il comune di Amatrice, ha annunciato l' intenzione di chiedere «la nullità della decisione» in quanto esiste «una violazione della cosa giudicata»: l' irricevibilità era stata già chiesta al momento del deposito della denuncia ma il tribunale, in quel caso, l'aveva esclusa. Da Rieti, l' avvocato Mario Cicchetti ha criticato una sentenza «priva di ogni pregio giuridico» che sarà sicuramente oggetto di «un ricorso in Cassazione».

 

amatrice terremoto scossa 30 ottobre

«La satira è sacrosanta, ma usare la lasagna e poi la mafia, a caldo, con il cuore pieno di dolore, la ritenni un' offesa grave nei confronti di una comunità che era stata ferita» ha commentato ieri Pirozzi. «La morte è sempre un tabù aveva risposto allora, nel mezzo della polemica, il direttore di Charlie Riss E a volte è giusto anche trasgredirlo. Per noi è un disegno di umorismo nero, come ne abbiamo fatti tanti».

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