DAGOREPORT – I RIFORMISTI DEM SI SONO RINGALLUZZITI DOPO LE EUROPEE IN CUI DECARO, BONACCINI, RICCI, GORI E NARDELLA HANNO TRAINATO IL PD. MA CHI FARÀ DA COORDINATORE ALLA MINORANZA DEM? IN POLE CI SAREBBE ALESSANDRO ALFIERI, DA SOLO O IN COPPIA CON BEPPE SALA – UN MAGGIORE RACCORDO TRA LE VARIE ANIME DEL PD E' INDISPENSABILE ANCHE PER DEFINIRE L’ALLEANZA CON IL MOVIMENTO 5 STELLE - IL SOGNO DI BONACCINI: DIVENTARE CAPODELEGAZIONE DEM A BRUXELLES...
stefano bonaccini bacia elly schlein
DAGOREPORT
Il buon risultato del Partito democratico alle elezioni europee ha ringalluzzito i riformisti dem. Tra i principali portatori di voti al Pd ci sono infatti soprattutto Nardella, Gori, Bonaccini, Ricci e il sindaco di Bari, Antonio Decaro, recordman di preferenze. Una performance che dimostra la vitalità dell’ala riformista del Partito, che manca però di un vero coordinamento.
Lorenzo Guerini non sembra più così motivato a battagliare all’interno del Partito con la sua corrente, Base riformista, e si cerca quindi un coordinatore (o un tandem) per dare nuova linfa alle istanze della minoranza. In pole per il ruolo ci sarebbe Alessandro Alfieri, in solitudine, o in coppia con Beppe Sala, se il sindaco di Milano decidesse di sciogliere le riserve ed entrare concretamente nelle battaglie interne al partito, da cui si è sempre tenuto lontano.
Il ruolo del coordinatore servirà a creare un raccordo con la segretaria, Elly Schlein, che nel corso degli ultimi mesi si è ammorbidita e ha abbandonato le iniziali battaglie identitarie, ultrawoke e pro-lgbt, mostrandosi più attenta sulle questioni sociali. Vivacizzare il dibattito interno al partito sarà necessario anche con i vari Franceschini, Orlando e Orfini lasciando ad Elly la necessità di fare sintesi.
Una ridefinizione dei rapporti interni al Pd diventa indispensabile perché i prossimi mesi saranno ricchi di temi su cui dare filo da torcere alla maggioranza, a partire dal premierato e dell’autonomia differenziata, che richiederanno lunghi percorsi di approvazione e quindi ci sarà spazio per costruire una contro-narrazione da offrire al Paese.
Senza contare la necessità di definire una volta per tutte un rapporto di unione, non certo di unità, con il Movimento 5 Stelle.
Dopo le elezioni europee e la traballante leadership di Giuseppe Conte, i dem sono chiamati a “inglobare” definitivamente i pentastellati all’interno di un "campo largo" progressista su cui costruire l’alternativa al governo di destra-centro.
Ps. Stefano Bonaccini sogna di essere il capodelegazione dem a Bruxelles, ma la concorrenza è tanta: Nicola Zingaretti e Camilla Laureti si sarebbero prenotati per il ruolo (ma il governatore dell’Emilia Romagna parte avvantaggiato dai maggiori consensi ricevuti alle elezioni).
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