MARRA AZZANNA GRASSO - IL CRITICO DEL CORSERA ATTACCA LA STRATEGIA DI TRASH-MARKETING DI MARRA, AFFIDATA A SVIPPATI IN CALORE CHE SPONSORIZZANO A SUON DI EURO I SUOI LIBRI - ARCHIVIATE RUBY E SARA TOMMASI, ORA TOCCA A SGARBI - “O È UN CIARLATANO PATENTATO O UN GENIO MISCONOSCIUTO” - CIARLATANO A CHI? MARRA VA AL CONTRATTACCO: “SEI SOLO UN PICCOLO, INCOLTO SCIACALLETTO DI REGIME…”

1-Se il re della nuova cultura ci affligge con gli spot tv
Aldo Grasso per Corriere.it

O è un ciarlatano patentato o un genio misconosciuto. Alfonso Luigi Marra, il profeta dello «strategismo sentimentale», il Robin Hood di San Giovanni in Fiore contro la tirannia del «signoraggio bancario» ha scelto Vittorio Sgarbi come testimonial dei suoi dodici libri. Marra (avvocato calabrese vagamente grafomane, già parlamentare europeo, eletto con Forza Italia nel 1994) invece di farsi pubblicare da un normale editore, magari sopportando le mende di un redattore, ha deciso di pubblicarsi i libri da solo: romanzi e saggi, nuova cultura.

Non solo: per promuoverli, prima comprava pagine intere di quotidiani e le riempiva di incomprensibili sbrodolate, da un po' di tempo invece si affida a volti televisivi. Meraviglioso lo spot con Manuela Arcuri, che, risvegliata dallo squillo di un cellulare, vuole liberare «la coppia e la società dallo strategismo sentimentale».

Dopo la catatonica Manuela Lele Mora, dopo Mora e un concentrato di superlativi Ruby Rubacuori, dopo Ruby in bikini Rossy De Palma (attrice spagnola), dopo Rossy Sara Tommasi. Un'apoteosi: Sara testimonial, Sara scandalosa, Sara desnuda, Sara sedotta, Sara abbandonata, Sara confusa, Sara pellegrina sulla via di Medjugorje.

Alfonso Luigi Marra ha scritto opere come «La storia di Giovanni e Margherita», compendio delle pulsioni fondamentali in forma narrativa, «Pazzia un Corno!», diario del malessere psichico della sua seconda moglie, «Cucciolino», «La storia di Aids», «da Ar a Sir», 50 sfumature di cultura e religione. Così, per uno stock di suoi libri, ha scelto Vittorio Sgarbi e la Rai.

Francamente non si capisce se la promozione del critico d'arte sia sincera o uno scherzo, una sorta di provocazione dadaista, sta di fatto che la battaglia contro la barbarie che ci affligge assume toni apocalittici: «Il sistema per fermare i libri di Marra gli ha scatenato contro i silenzi e le parole di chi ha il potere di influenzare il pensiero - sentenzia Sgarbi - ma è una violenza perché sono libri di un'importanza e di una verità incomprimibili. Sono la nuova cultura. Leggili, non conoscerli è la nuova ignoranza». Beata incomprimibile ignoranza!

 

2-La risposta di Marra: "E se invece è lui, Aldo Grasso, un ciarlatano patentato?"

"Mentre tu ti chiedi, caro Grasso, se sono un ciarlatano patentato o un genio misconosciuto, io non ho invece dubbi che tu sia solo un piccolo, incolto sciacalletto di regime.
In dettaglio, sei un critico di un tal livello che, dopo due anni trascorsi a girare intorno alle mie opere, giungi ora, verso me che, a tuo dire, potrei anche essere un genio, a rubare spazio sulla prima pagina del massimo giornale italiano per sforzarti di denigrarmi nel mentre però ostenti di non conoscere il contenuto dei miei scritti, e banalizzando inoltre argomenti come il signoraggio e lo strategismo sentimentale, che, per tua norma e regola, è proprio vero che, come vado ripetendo da tempo, è la principale chiave di lettura del comportamento e la principale causa del malessere della società moderna.

Che farai ora? Ti precipiterai a scrivere che hai letto i miei libri e anche nel merito sono pessimi? E' tardi: avresti dovuto farlo prima: ora non saresti credibile! Potresti solo, al limite, chiedere la cortesia di farlo a qualcun altro della tua genia, ma dovresti prima assicurarti che io non sia davvero un genio, perché tutto quello che si fa contro un genio torna sempre in suo favore.
Oltretutto, è così tanto tempo che si cerca di fermarmi con ogni mezzo (compreso un attacco giudiziario spropositato finito, pensa un po', malissimo per la magistratura), che forse, se non ci si riesce, una ragione c'è.
Vedi, se acquisirò un maggiore potere, io, contro quelli come te, non farò nulla, salvo una cosa. Mi batterò cioè perché la società comprenda che la libertà di espressione pubblica, a differenza di quella privata (quella, per intenderci, che si esercita parlando con la propria moglie o al bar), deve tener conto del diritto della collettività a non vedersi rubare il tempo dagli stolti, sicché compete solo nei limiti dall'avere da dire cose nuove, fondate e rilevanti.

Una proposta, pensa, che ho fatto nel 1994, quando ero deputato al Parlamento europeo e si stava discutendo della durata massima dei tempi degli interventi, che io proponevo fossero illimitati, ma alle predette condizioni.
Un principio morale, culturale, che, se fosse passato, avrebbe in breve causato che neanche uno di quelli che scrivono al tuo livello si vedrebbe offrir lavoro da chicchessia, e soprattutto che la società umana, a quest'ora, non stesse al punto in cui sta".

 

ALDO GRASSO CRITICO TV VITTORIO SGARBI E LA STATUA DELLA FELLATIO ALFONSO LUIGI MARRA CON LA NUOVA FIDANZATA IVANYA RUGGIEROMANUELA ARCURI ruby SARA TOMMASI FOTO ANDREA ARRIGA

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