LA CANNES DEI GIUSTI - MENTRE LA STAMPA ITALIANA INSEGUE SOPHIA LOREN, BUONE NOTIZIE DALL’OPERA PRIMA DI RYAN GOSLING, MENO DA ZHANG YIMOU

Marco Giusti per Dagospia

Notizie da Cannes. Mentre la stampa italiana rincorre Sophia Loren per la versione familiare di "La voce umana" di Jean Cocteau diretta dal figlio Edoardo (i figli so pezzi'e core) e riscritta in napoletano da Erri De Luca, noncuranti che era gia' stata filmata con Anna Magnani da Roberto Rossellini (ma come si fa...), e sono arrivate decine di star svalvolate per le feste, arrivano buone notizie da "Un Certain Regard", di solito regno del sonno profondo dei critici.

Niente male l'opera prima scritta e diretta da Ryan Gosling, "Lost River", prima si intitolava "How To Catch a Monster", con cast bene assortito, da Christina Hendricks, la rossa di "Mad Men", Saoirse Ronan, Eva Mendes, la divina Barbara Steele, Ben Mendehlson, il francese Reda Kateb e il giovane protagonista Iain De Caestecker.

E' una specie di stravaganza a meta' fra fantasy e realismo magico, molto alla Nicholas Refn e un bel po' alla David Lynch, ambientata in una cittadina quasi fantasma, nata sulle macerie di una vecchia citta' sommersa da un lago artificiale (come in "in Dreams" di Neil Jordan). Massacrati dalla crisi e dalle banche, i piu' se la danno a gambe, ma il giovane Bones, cioe' Iain De Caestecker, la sua mamma Billy, la Hendricks, e il fratellino Franky rimangono.

Come rimane l'amore di Bones, Rat, cioe' Saoirse Ronan, che vive con la vecchia nonna, Barbara Steele. Ma sulla citta' pesa una maledizione e dominano i cattivi, un banchiere odioso, Ben Mendehlson, che vuole a tutti i costi Billy, un teppista, Bully, che vuole fare del male a Bones e spaventa I cittadini dando fuoco alle case. Mettiamoci pure che Billy lavora in un cabaret splatter dominato da una Eva Mendes molto in forma.

Solo se qualcuno catturera' la testa di un mostro, un dinosauro di cartapesta, nella citta' sommersa, la maledizione finira'. Pieno di musica eccessiva, sangue e cattiverie, ma anche di una bello sguardo sul sogno americano distrutto, malgrado un po' di confusione e qualche lungaggine, e' un ottimo esordio per Gosling che fa bene sperare per il futuro. Il suo e' un film inventivo e sperimentale quanto basta, fresco e originale...

Quanto a "Coming Home" di Zhang Yimou, presentato al festival fuori concorso, malgrado una grande Gong Li, siamo in pieno melò politico tra Matarazzo e Bolognini. Spreco di lacrime e di sentimenti. La storia, ispirata dal romanzo "Il criminale Lu Yanshi" di Yan Geling, vede il dramma del professore Lu Yanshi, finito in galera durante la Rivoluzione Culturale, poi scappato e tradito dalla figlioletta Dan Dan, Zhang Huiwen, per ottenere un ruolo nel balletto "Il distaccamento rosso femminile" (e' il momento migliore del film), e infine liberato dopo venti lunghi anni di prigionia.

Si presenta come Toto' in "Letto a due piazze" alla moglir Wanyu, Gong Li, e questo non solo non lo riconosce, lo prende per certo Fang. Giu' lacrime per tutti, anche per Dan Dan che ha capito il misfatto che ha combinato con relativo rincoglionimento materno. A questo punto Yanshi cerchera' ogni trucco per farsi riconoscere dalla sua Penelope. Non bellissimo, diciamo, un po' ovvio, ma grande ricostruzione storico e grande spreco di sguardi sofferenti.

 

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