
"CRUCIANI, MEGAFONO DI LACERENZA E ORA 'QUESTURINO' TARDIVO" – SELVAGGIA LUCARELLI ATTACCA IL CONDUTTORE DE "LA ZANZARA": "PRIMA CONTRIBUISCE A CREARE IL MOSTRO, ESALTANDOLO COME UN MILIONARIO ONESTO, VENUTO DAL NULLA COL SOLO VIZIETTO DI DROGARSI UN PO’ E PURE PLAYBOY, POI, QUANDO IL MOSTRO FINISCE ARRESTATO, SENTE L’IMPELLENTE BISOGNO DI GIUSTIFICARSI" - REPLICA DI CRUCIANI A DAGOSPIA: ''"LA ZANZARA" È UNA TRASMISSIONE RADIOFONICA MICA LA COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLE STRAGI, AL MASSIMO PUÒ RACCONTARE DEI PEZZI DI REALTÀ. COME NEL CASO COCA&MIGNOTTE DI LACERENZA, CHIAMIAMO CHI CI FA DIVERTIRE (O ARRABBIARE) E CHI PENSO FACCIA ASCOLTI. LO FANNO TUTTI, SOLO CHE NON LO DICONO" - "SE L’ACCUSA È QUELLA DI METTERE IN PIEDI “MESTI SPETTACOLINI”, E DI COPIARE IL FORMAT DI BARBARA D’URSO, EBBENE NE SONO ORGOGLIOSO, PER ME È UNA MEDAGLIA" ANCHE PARENZO HA QUALCOSA DA DIRE ALLA "PM LUCARELLI’’ - VIDEO
Estratto dell'articolo di Selvaggia Lucarelli per “Il Fatto Quotidiano”
GIUSEPPE CRUCIANI - DAVIDE LACERENZA
“Io non ho mai trattato Lacerenza come un giullare tossico. Io ero pienamente consapevole che in quel posto circolava la cocaina e che c’erano delle puttane, io dei reati... di mettermi lì col codice penale... è una roba da questurini, mettermi lì a dire oddio questo è un reato a me non me ne fotte un cazzo, se c’è un reato ci sono le persone preposte. Anche perché per me la droga dovrebbe girare liberamente, le puttane che andavano da Lacerenza erano costrette? Ma vaaa. Cocaina e mignotte girano dappertutto, basta moralismo!”.
selvaggia lucarelli a verissimo 1
A parlare così di Davide Lacerenza e del locale “La Gintoneria” è Giuseppe Cruciani durante la sua trasmissione radiofonica La Zanzara il cui format è riassumibile più o meno in questo modo: trovare il mostro del giorno, lasciargli il microfono aperto, istigarlo a dire le cose più becere, suscitare indignazione o ilarità, fingere di dissociarsi se la spara troppo grossa. O lasciare che finga di dissociarsi David Parenzo, che ovviamente – se si dissociasse davvero da ciò che accade in quel programma – avrebbe lasciato la sua postazione da tempo. [...]
DAVIDE LACERENZA SUL TRONO - GIUSEPPE CRUCIANI
La finta presa di distanza dai mesti spettacolini di cui si scrive la sceneggiatura è un grande classico. E andrebbe pure bene (si fa per dire), se ci si fermasse qui. Giuseppe Cruciani però ha da sempre un grosso problema: prima contribuisce a creare questi mostri o ad alimentarne il mito, poi – quando quei mostri finiscono arrestati o si rendono protagonisti di episodi più orridi del solito – sente l’impellente bisogno di giustificarsi.
Di spiegarsi e assolversi in nome della sua nobile battaglia per la libertà di pensiero e, soprattutto, forte dello slogan “Non lancio messaggi, mostro la realtà”. Con il caso Lacerenza è andata esattamente così: lo ha più volte invitato in radio dove lo trattava – appunto – da simpatico giullare, da tossico un po’ guascone, e quando è stato arrestato con accuse che vanno dal favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione alla detenzione e spaccio di stupefacenti, ha dedicato puntate su puntate della Zanzara alle giustificazioni.
Agli attacchi ai moralisti che lo giudicano, quando a lui di droga e puttane non interessa nulla, tanto in tutti i locali d’Italia è così, lui sapeva tutto ma non è UN QUESTURINO anche perché ritiene che la droga dovrebbe circolare liberamente. Una tesi interessante.
Quindi, secondo Giuseppe Cruciani, il compito di un giornalista prima dell’arresto di Lacerenza – vista la leggendaria fama da “centro di spaccio” della Gintoneria – non era eventualmente raccontare un posto in cui circolavano fiumi di droga in tutti i suoi aspetti, non era domandarsi come facessero Lacerenza e Nobile ad avere quel tenore di vita solo con lo champagne, ma estrapolare solo l’aspetto circense della storia.
Dunque, Cruciani invitava Lacerenza in radio presentandolo come “IL KING DI MILANO”, facendolo sedere su un trono preparato per l’occasione. Lo raccontava come il fenomeno che nella vita “si è fatto 4000 donne”, che aveva le analisi perfette nonostante pippasse, bevesse più bottiglie a sera. Faceva promozione al suo locale urlando ai suoi ascoltatori: “DA LUI VANNO TUTTI ANCHE POLITICI, GIORNALISTI, FORZE DELL’ORDINE!!! E diciamolo, alcuni li fai pagare, altri no...”.
Lasciando dunque intendere pure che ci fosse una certa familiarità tra Lacerenza e chi avrebbe dovuto vigilare su ciò che accadeva lì dentro. Dunque, Cruciani non si limitava a ignorare ciò che accadeva nella Gintoneria (in cui era stato a cena più volte), a farsi i fatti suoi “perché non sono un questurino” o a sospendere il giudizio: esaltava Lacerenza, lo rendeva “iconico” tra gli scemi facendogli fare il verso del cavallo, raccontandolo come un milionario onesto, grande stakanovista venuto dal nulla col solo vizietto di drogarsi un po’ e pure playboy.
Dunque, grazie al caso Lacerenza, abbiamo imparato che per Cruciani il giornalismo di inchiesta che denuncia possibili reati o si fa domande su presunti illeciti è roba da questurini. Soprattutto se quei giornalisti si permettono di indagare su reati che per lui non sono reati, tipo spacciare.
clotilde conca davide lacerenza 2
Se sei un giornalista e “sai benissimo cosa succede in un locale” la tua missione professionale deve essere aiutare il gestore, probabile spacciatore, a diventare un mito radiofonico. [...]
Potrebbe lasciare che la legge faccia il suo corso e invece, ahimè, dalle sue parti è sopraggiunta una vocazione tardiva per l’inchiesta sulla Gintoneria. Insomma, Cruciani diventa questurino quando il mostro è ormai ai domiciliari e il tribunale di sorveglianza non gli consente di fare il pagliaccio nel suo circo. Pulitzer subito.
LETTERA DI GIUSEPPE CRUCIANI A DAGOSPIA
Caro Dago,
a proposito della vicenda Lacerenza-Nobile leggo sul Fatto Quotidiano un professore di giornalismo (perdonami, ma sono della vecchia scuola e non declino al femminile) che mi impartisce lezioni su come fare questo mestiere. Per carità, sempre evviva la libertà di espressione di chiunque, dai camionisti ai maestri della cronaca, ci mancherebbe altro. Ti faccio però notare che:
SELVAGGIA LUCARELLI E GIUSEPPE CRUCIANI
1) Una trasmissione radiofonica non è la commissione d’inchiesta sulle stragi, al massimo può raccontare dei pezzi di realtà, come nel caso della cocaina e delle mignotte del locale milanese;
2) Se l’accusa è quella di mettere in piedi “mesti spettacolini”, e di copiare il format di Barbara D’Urso, ebbene ne sono orgoglioso, per me è una medaglia;
3) Quanto all’altra terribile e agghiacciante accusa (sono preoccupatissimo..), quella di essere il megafono di vari “mostri”, tra cui Lacerenza, per poi abbatterli e giustificarsi, rispondo in modo molto semplice: non ho il tempo per pensare a codeste minchiate, chiamiamo chi ci fa divertire (o arrabbiare) e chi penso faccia ascolti. Lo fanno tutti, solo che non lo dicono;
4) Non ho mai esaltato Lacerenza per essere un miliardario onesto, giusto per contestare una delle tante invenzioni dell’articolo.
Infine. Da David Parenzo, che il suddetto professore cita, ricevo e volentieri ti giro: “La dissociazione appartiene al mondo del terrorismo brigatista e non posso dissociarmi da una cosa che faccio con gioia, orgoglio e alle volte incazzatura; la finzione, e non è il caso della Gintoneria, fa parte dell’intrattenimento, genere ben conosciuto e praticato dal pm Lucarelli; mi fa sempre molto piacere sapere che un prestigioso quotidiano nazionale, simbolo dell’onestà, segua nei dettagli questa disgraziata trasmissione”.
er brasiliano giuseppe cruciani david parenzo
Cordiali saluti. Hasta Dagospia Siempre
Giuseppe Cruciani
DAVIDE LACERENZA - 1
wanna marchi stefania nobile davide lacerenza
DAVIDE LACERENZA IN FERRARI
AUTOBIOGRAFIA DI DAVIDE LACERENZA
DAVIDE LACERENZA
DAVIDE LACERENZA - 2
DAVIDE LACERENZA PARLA CON FABRIZIO CORONA
ragazza in gintoneria
GINTONERIA DI DAVIDE LACERENZA POSTA SOTTO SEQUESTRO
COCAINA ALL INTERNO DELLA GINTONERIA DI DAVIDE LACERENZA