IN RAI, ARRIVA LA RESA DEI CONTI – È GUERRA TRA L’USIGRAI E L’UNIRAI SUI NUMERI DEI GIORNALISTI CHE HANNO ADERITO ALLO SCIOPERO: PER LO STORICO SINDACATO SI PARLA DEL 75,5% DI ADESIONI. PER L’UNIONE DEI MAL-DESTRI, CHE HANNO BOICOTTATO LA SERRATA IN DIFESA DI “TELEMELONI”, SI SAREBBE SFIORATO IL 56% - PER L'AD SERGIO L’AUDIZIONE DI STASERA IN VIGILANZA SARÀ UNA BELLA ROGNA: NON C'E' SOLO IN BALLO LA CENSURA A SCURATI, MA DOVRÀ RISPONDERE ALLE ACCUSE DELL’USIGRAI CHE PARLA DI PRECETTAZIONE DEI GIORNALISTI PER…
1. RAI, UN DAY AFTER DA RESA DEI CONTI TENSIONI, ACCUSE E GUERRA DI CIFRE
Estratto dell’articolo di A. Bac. per il “Corriere della Sera”
GIORGIA MELONI INQUADRATA DALLE TELECAMERE RAI DI CINQUE MINUTI
È guerra di numeri e di nervi in Rai, dopo lo sciopero dei giornalisti di lunedì scorso che, malgrado l’elevata adesione, non ha impedito a due tg su tre di andare (in qualche modo) in onda, spaccando le redazioni. In un clima di polemiche e sospetti, ieri sono stati fatti circolare numeri diversi da quelli forniti da Usigrai. Numeri che sembrerebbero di fonte UniRai, il neosindacato di destra che ha boicottato l’astensione.
videocomunicato dell usigrai sullo sciopero del 6 maggio 2024 1
E se per Usigrai lo sciopero avrebbe coinvolto il 75,5% dei lavoratori, con punte dell’83% nei TgR, il «controdato» fissa l’asticella a un risicato 56%. Un risultato ottenuto calcolando l’astensione sull’intero organico Rai (e quindi conteggiando anche malattie e ferie) e non soltanto i presenti. Il «riconteggio» segnala anche numeri più esigui di quelli forniti dall’Usigrai: il 30% al Tg1, il 39 al Tg2 e il 66 alla Tgr. Ma anche assenze consistenti a Rainews (60%) al Tg3 (84%).
Vengono aggiunti poi i lavoratori dei programmi giornalistici delle direzioni DayTime e Approfondimenti. Numeri questi, che Usigrai contesta, sostenendo che in quei programmi lavorano moltissimi precari che fanno sempre fatica a scioperare.
Usigrai […] ieri ha cavalcato l’ipotesi di un presunto ordine di andare comunque in onda, che sarebbe stato impartito dai vertici di viale Mazzini ai direttori delle varie testate. E che Gian Marco Chiocci (Tg1), Antonio Preziosi (Tg2) e Paolo Petrecca (Rainews24), avrebbero eseguito provvedendo a organizzare turni e reperire giornalisti, pur di far fallire lo sciopero. Ai piani alti, dove pure si percepisce il clima da resa conti, l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, ha già assicurato che risponderà alle accuse nell’audizione in commissione di Vigilanza, prevista per stasera, che si annuncia incandescente.
«E comunque non si dica che lo sciopero è fallito» puntualizza il segretario di Usigrai, Daniele Macheda, preoccupato per l’effetto prodotto dalla messa in onda dei Tg, che ha in parte neutralizzato la forza d’urto dello sciopero.
Nel prossimo futuro l’Usigrai non ne proclamerà altri: il periodo preelettorale non lo consente. Dall’altra parte, quella del neosindacato UniRai che aveva invitato gli iscritti a non scioperare, i toni ora sono trionfalistici: «Abbiamo fatto la storia» dice il segretario Francesco Palese.
Le accuse reciproche si sprecano. Usigrai parla di precettazione dei giornalisti e di violazione di regole basilari.
UniRai denuncia l’eccesso di zelo dei Cdr che avrebbero applicato un orario di lavoro (7 ore e un quarto) che di fatto non viene mai rispettato pur di ridurre la copertura. E fa notare che i Tg comunque non sono andati in onda con una dotazione organica inferiore a quella dei festivi.
Di fatto le redazioni che hanno scioperato in blocco sono state quelle del Tg3 e le regionali, tranne Puglia e Molise. […]
«Non credo ci sia alcun controllo ossessivo» ha detto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano (FdI), circa le accuse di Usigrai. E a quel sindacato ha riservato una stoccata: «La prima cosa a cui devono rispondere, è che fine abbiano fatto i centomila euro dove c’era anche il mio contributo, essendo stato io un iscritto». Un riferimento a un’inchiesta su presunti ammanchi nelle casse del sindacato.
Per il capogruppo azzurro alla Camera, Maurizio Gasparri, «è stato sancito il diritto a lavorare» […] pensiero sostanzialmente condiviso dal presidente del Senato, Ignazio La Russa: «La verità — afferma — è che c’è una resistenza ad un riequilibrio delle presenze nella Rai».
LA RAI DI GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
[…]
2. LO SCONTRO SI SPOSTA IN VIGILANZA CASO SCURATI (E NON SOLO), TOCCA AI VERTICI DI VIALE MAZZINI
Estratto dell’articolo di Antonella Baccaro per il “Corriere della Sera”
Non sarà una passeggiata l’audizione di stasera in commissione di Vigilanza per i vertici della Rai. L’appuntamento, che la presidente Barbara Floridia aveva fissato in tempi non sospetti, cade dopo il clamore sollevato dal caso Scurati, del quale non è stata finora fornita alcuna spiegazione. E subito dopo lo sciopero di Usigrai, «boicottato» dal neosindacato di destra UniRai.
Se una cosa è certa — l’amministratore delegato Roberto Sergio non eviterà le questioni — è difficile prevedere se e come chiuderà le due difficili vertenze. Nella prima a rischiare è Paolo Corsini, il direttore degli Approfondimenti che, come minimo, ha maneggiato maldestramente la messa in onda del monologo di Antonio Scurati […]
Quanto alla richiesta di Usigrai di chiarire se ai Tg sia stato impartito l’ordine di andare in onda, malgrado lo sciopero, un filo diretto che in particolare vedrebbe convolti il direttore generale Giampaolo Rossi e il direttore del Tg1 , Gianmarco Chiocci, in azienda non c’è chi ignori che tra i due il rapporto è cordiale ma non esattamente idilliaco. E che il fervore di Paolo Petrecca, alla guida di Rainews, non ha mai avuto bisogno di particolari incoraggiamenti.
videocomunicato dell usigrai sullo sciopero del 6 maggio 2024 4
Quanto ad Antonio Preziosi, direttore del Tg2 , la sua orbita politica è ben lontana da Fratelli d’Italia. A un mese dalla scadenza del consiglio di amministrazione e, a ricasco delle direzioni, è più probabile che ciascuno abbia giocato la propria partita per brillare.
E a proposito del prossimo cda, è ormai certo che i quattro candidati di nomina parlamentare non verranno vagliati prima delle elezioni europee: si parla di metà giugno.
Di conseguenza non verranno indicati nemmeno i due scelti dal governo. Questo consentirà ai candidati, Nino Rizzo Nervo, Stefano Rolando e Patrizio Rossano, di conoscere l’esito del ricorso al Tar con cui intendono far saltare la nomina del cda con le vecchie regole, in attesa che sia data attuazione, tra 15 mesi, al Media Freedom Act. La camera di consiglio è fissata per il 29 maggio.
roberto sergio giampaolo rossi
Se il ricorso fallisse, si procederà con l’attuale schema. E c’è chi scommette che in questo caso il Pd, superata ormai la campagna elettorale, indicherà il proprio candidato per il cda, probabilmente Roberto Natale. Intanto però una candidata con la casacca del Pd è già in corsa: si tratta di Alessandra Clementini, consigliera dem a Monterotondo. Su di lei stanno convergendo Usigrai e Cgil per contrastare la conferma di Davide Di Pietro, su cui punterebbe la destra.
paolo corsiniGIORNALISTA RAI LEGGE COMUNICATO USIGRAI TG1 - LETTURA COMUNICATO USIGRAI SUL CASO SCURATIpaolo corsiniroberto sergio paolo petreccagian marco chiocci foto di bacco UNIRAIroberto sergio 2videocomunicato dell usigrai sullo sciopero del 6 maggio 2024 2roberto sergio 3presentazione unirai 5presentazione unirai 4presentazione unirai 1USIGRAI presentazione unirai 3TG1 - LETTURA COMUNICATO USIGRAI SUL CASO SCURATI