enio drovandi

VE LO RICORDATE? E’ UNO DEI GRANDI “CARATTERISTI” DELLA COMMEDIA ALL’ITALIANA: IN “SAPORE DI MARE” ERA IL "FOTTOGRAFO" CHE LIMONAVA CON LA SUSAN, E’ STATO IL MITOLOGICO 'TOTIP' NE “I RAGAZZI DELLA TERZA C” - “I VANZINA SONO IL VANGELO DELLA COMMEDIA ALL’ITALIANA. DEVO TUTTO A LORO E AL LORO BABBO, STENO…” – L’INCIDENTE, LA "FESTA DELLA VITA" E QUEL DOCU-FILM SU NUTI. DI CHI SI TRATTA? – VIDEO

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

Francesco Persili per Dagospia

 

enio drovandi

“Quando si è giovani se ne fanno di cose strane…” Chi non ricorda i flash e i baci malandrini di Cecco, il fotografo toscano di ‘Sapore di Mare’ innamorato di Susan e poi il mitologico Totip de “I Ragazzi della III°C”? Personaggi di culto della commedia all’italiana a cui ha prestato volto, voce e baffo Enio Drovandi. Parla con Dagospia sulla terrazza dell’Aniene dopo essersi fatto autografare il libro che Enrico Vanzina ha scritto per raccontare  la malattia e la morte del fratello Carlo.

 

“I Vanzina sono il vangelo della commedia all’italiana. Devo tutto a loro e al loro babbo, Steno, che mi ha sempre stimato”, spiega l’attore toscano amico di Roberto Benigni. Tasto rewind. I film con Monicelli, il tormentone “splendide, splendidi” dell’animatore dei villaggi Iacocca in “Ferragosto Ok” di Sergio Martino. Ma soprattutto le commedie dei Vanzina. “Parlare bene di Carlo è come chiedere a un bimbo se gli piace la Nutella”. Dal poliziotto di ‘Eccezzziunale…Veramente’ al fotografo di ‘Sapore di Mare’. “Mi ricordo il provino. Fu Enrico a capire che potevo essere adatto a interpretare quel ruolo. Cecco sembrava un personaggio secondario e invece il pubblico ancora oggi ricorda con affetto le sue battute”.

 

E’ “la forza dei caratteristi” da sempre fondamentali nell’architettura di una commedia. “Pur avendo piccoli ruoli sono loro quelli che danno sapore al film”. Drovandi traccia una differenza tra il cinema di ieri e quello attuale: “Oggi ci sono attori bravissimi e molto belli, mancano loro, i caratteristi, quelli che fanno sì che un film diventi immortale.

enio drovandi

 

E’ come nel calcio.  Con dieci Maradona in campo una squadra non vincerebbe nulla. Ci vogliono anche i gregari, i caratteristi come ben sapeva Steno che conoscendo l’avanspettacolo e il cinema neorealista, restava colpito da certe facce. Un’attitudine e un colpo d’occhio che poi ha trasmesso ai figli…”.

 

Al massimo del successo Drovandi ebbe un incidente. Correva l’anno 1989. “Ero morto e sono rinato. Da 30 anni ogni anno faccio una festa unica nel suo genere in cui si festeggia la vita. Ne hanno scritto anche sul “Times” e su “El Paìs”. In questi anni l’amicizia con Enrico “è rimasta intatta” e c’è stato molto teatro. “Ora sono alle prese con un docufilm su Francesco Nuti. “E’ un piccolo gioiello. Giovanni Veronesi ha fatto il prologo, c’è la figlia che canta, la compagna e Paolo Rossi, il calciatore…Ho imparato da Steno e dai fratelli Vanzina ad amare un cinema di emozioni e sentimenti. Come in “Sapore di Mare”, che per me resta un capolavoro. Avercene ancora di commedie così…”.

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