FERRANTE FEVER – LA SCRITTRICE NON PIU’ MISTERIOSA (SI TRATTA DI ANITA RAJA) DIVENTA EDITORIALISTA DEL ''GUARDIAN'' – SCRIVE DEL CASO WEINSTEIN: “HA MESSO IN LUCE QUELLO CHE LE DONNE HANNO SEMPRE SAPUTO E PIÙ O MENO TACIUTO. NON VEDO GRANDE DIFFERENZA TRA LE ATTRICI DI HOLLYWOOD E LE DONNE DEL QUARTIERE DI NAPOLI DI CUI HO PARLATO IO..."
Francesca Pierantozzi per il Messaggero
Nella lunga intervista al Nouvel Observateur Elena Ferrante la definisce «la posizione d'assenza»: è la sua decisione, ormai nota a tutti, di non esserci. Eppure la scrittrice c'è, presentissima, attenta, lucida: il femminismo, l'affare Weinstein, gli hashtag di denuncia, le attrici di Hollywood che non sono poi così tanto diverse dalle «donne del quartiere napoletano di cui ho parlato io», e la scrittura:
«Se non siamo attraversati dalla vita, su cosa scriviamo?». Ferrante non nasconde niente tranne la faccia. L'intervista rilasciata al settimanale francese sempre via mail - coincide con l'uscita in Francia del quarto e ultimo volume de L'amica geniale, Storia della bambina perduta che diventa L'enfant perdue.
THE END Sarà proprio ultimo, sia detto per inciso ma anche con chiarezza: «La storia di Lila e Lenù è finita» dice Ferrante al NouvelObs. E apre nuovi spiragli. Non parla della serie Tv a venire (diretta da Saverio Costanzo, quattro serie da 8 episodi ciascuna, in Francia diritti già acquistati da Canal +) ma annuncia che ha già altre storie in testa: «Spero di riuscire a scriverle, dice, quanto a pubblicarle, non lo so».
La Francia non ha fatto eccezione all'accoglienza planetaria: due milioni di copie già vendute per i primi tre libri delle vite di Lina e Elena, il quarto che beneficia di un'eccezionale tiratura iniziale di 150mila copie. Da Gallimard possono vantarsi di non aver aspettato che diventasse best seller, il caso letterario italiano d'inizio millennio, per scoprire Elena Ferrante. Furono già loro a pubblicare L'amore molesto (L'amour harcelant), quando di lei non c'era nemmeno bisogno di sapere che era uno pseudonimo.
E la Francia è nel cuore di Ferrante. Se a Didier Jacob (autore della lunga intervista sul Nouvel Obs) conferma la folgorazione per Flaubert e Madame Bovary («non so perché Emma mi sembrava vicina a molte donne della mia famiglia»), se spiega che «all'origine del mio amore per la scrittura» c'è Piccole Donne, rivela di avere letto quasi tutta Marguerite Duras: «Il libro sul quale ho lavorato più a lungo è Il rapimento di Lol V. Stein: la sua opera più complessa, ma sulla quale si impara di più».
E poi racconta come lavora, come scrive. Nella solitudine? Lontano dal mondo? Le chiede l'intervistatore, perché alla fine siamo tutti un po', molto curiosi.
LA SCRITTURA Bellissima risposta: «Quando si è innamorati, si scrive benissimo!... Passare il proprio tempo unicamente concentrati sulla scrittura è un'aspirazione da adolescente, da adolescente triste... in base alla mia esperienza la maternità ha certamente la capacità di annientare il bisogno di scrivere... Ma poi, se il nostro bisogno è abbastanza forte, si trova prima o poi un'organizzazione che gli lascia spazio».
Nessuna reticenza nemmeno sull'affare Weinstein, che «ha messo in luce quello che le donne hanno sempre saputo e più o meno taciuto»: «A dispetto delle apparenze, anche in Occidente la dominazione patriarcale è ancora fortemente radicata: lo sperimentiamo tutte, nei luoghi e le forme più diverse, subendo ogni giorno l'umiliazione di esserne vittima muta, complice impaurita o silenziosa ribelle, quando non arriviamo a prendercela con le vittime, invece di accusare i violentatori». Lina, Lena, Ferrante, Asia Argento: «paradossalmente dice la scrittrice non vedo grande differenza tra le donne del quartiere di Napoli di cui ho parlato io e le attrici di Hollywood o le donne colte e raffinate che lavorano ai livelli più alti del nostro sistema socio-economico. Alzare la voce, dire me too, mi sembra una buona cosa, ma soltanto se conserviamo il senso della misura: gli eccessi non servono alle cause giuste».
E anche sul femminismo, lei, diventata simbolo molto suo malgrado, probabilmente di una scrittura femminile non meglio identificata ha alcune cose da dire: «In questi ultimi anni si è diffuso un certo disprezzo fra le nuove generazioni di donne nei confronti del femminismo delle loro madri e nonne... Spero che le cose cambieranno, che capiranno che viviamo in una posizione d'inferiorità da millenni e che si deve continuare la battaglia. Se abbassiamo la guardia, un niente potrebbe cancellare quello che quattro generazioni hanno conquistato, almeno in teoria, al prezzo di sforzi immensi».
Per finire una notazione, personale forse, ma soprattutto un cenno importante per i lettori e lettrici della quadrilogia: qualche parola sulle superficialità e su Nino, il ragazzo che amano Lina e Elena, il ragazzo da amare, l'uomo bello, intelligente, affascinante: «Volevo raccontare gli effetti della superficialità quando si associa a una solida cultura e a una vera intelligenza. Nino è un uomo superficiale di qualità: un genere che conosco bene».
2. ELENA FERRANTE DIVENTA «COLUMNIST» NEL REGNO UNITO
Ida Bozzi per il Corriere della Sera
Sarà la sua prima collaborazione regolare per un giornale, annunciano sul sito della testata inglese: Elena Ferrante diventa editorialista fissa del «Guardian Weekend» e sta per pubblicare il suo primo contributo, sul tema del «primo amore», nella traduzione della stessa Ann Goldstein che ha tradotto anche i suoi romanzi.
Ne ha dato notizia ieri il «Guardian», ripercorrendo la storia della scrittrice dall' identità misteriosa (intorno alla quale si è scatenato all' estero il fenomeno della Ferrante Fever, come s' intitola anche il docu -film sull' autrice, diretto nel 2017 da Giacomo Durzi) e fornendo qualche indicazione sui temi della sua rubrica: secondo l' editor Melissa Denes, l' autrice de L' amica geniale ogni settimana «scriverà un pezzo personale, su temi che vanno dal sesso all' invecchiamento fino alle cose che la fanno ridere.Non vediamo l' ora di vedere dove ci porterà». Il magazine del «Guardian» debutterà domani nella nuova veste editoriale (e con le nuove firme).
Elena Ferrante, entrata nel 2016 nella classifica di «Time» delle 100 personalità più influenti al mondo, è nota nei Paesi anglosassoni già dalla traduzione de L' amica geniale (in Italia pubblicato nel 2011 da e/o) uscito negli Usa nel 2012: My Brilliant Friend è stato pubblicato da Euro pa Editions, casa fondata dagli stessi editori di e/o, Sandro Ferri e Sandra Ozzola Ferri.
Anche gli altri titoli della «serie napoletana» hanno scalato le classifiche: The Story of a New Name nel 2013 (in Italia Storia del nuovo cognome ), nel 2014 Those Who Leave and Those Who Stay ( Storia di chi fugge e di chi resta ), e nel 2015 The Story of the Lost Child ( Storia della bambina perduta ); e i saggi di Frantumaglia sono usciti nei Paesi anglosassoni nel 2017.
Già l' autrice lavora all' adattamento televisivo dell' Amica geniale (versione inglese) per l' emittente Hbo.
In attesa del primo contributo, Ferrante rivela i motivi per cui ha accettato l' impegno: «Ero attirata dalla possibilità di testare me stessa» ha spiegato, definendo l' esperienza «un audace esercizio di scrittura».
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