fulco ruffo di calabria

FULCO RUFFO DI CALABRIA, DAGLI AGNELLI ALL''ISOLA DEI FAMOSI': ''L'HO FATTO PER I SOLDI, ERA UN LAVORO. E ORA AL BANO È UN AMICO''. IL PRINCIPE SCODELLA LA SUA AUTOBIOGRAFIA - MIA NONNA LA PERSONA PIÙ IMPORTANTE DELLA FAMIGLIA: RICCHISSIMA, MA MOLTO SOBRIA, AMAVA VIVERE PER LA STRADA - LA MONARCHIA? I SAVOIA HANNO DATO UN ESEMPIO PESSIMO. MUSSOLINI? HA FATTO UN OTTIMO LAVORO FINO AL '38. POI HA SBAGLIATO TUTTO - MIA ZIA PAOLA, REGINA DEL BELGIO? ERA UNA DISCOLETTA, FU FOTOGRAFATA IN SPIAGGIA CON UN CONTE CAPELLONE. EDOARDO AGNELLI, TRISTE SIN DA BAMBINO. NON HA RESISTITO''

 

Eleonora Barbieri per il Giornale

libro fulco ruffo di calabrialibro fulco ruffo di calabria

 

Come la chiamano? Principe? «Fulco». Fulco Ruffo di Calabria, primogenito maschio del principe Fabrizio (morto nel 2005), è il principe: la sua famiglia, i Ruffo di Calabria, è una delle casate più antiche d'Europa. Suo nonno, di cui porta il nome, è stato un eroe della prima guerra mondiale: volava nella mitica Squadriglia Baracca, medaglia d'oro al valore militare ancora in vita, senatore del Regno. Sua zia Paola (sorella del padre) ha sposato Alberto del Belgio ed è diventata regina.

 

Dopo avere conosciuto quasi tutta l'upper class e l'aristocrazia del vecchio continente, Fulco Ruffo ha deciso di raccontare la sua vita in una autobiografia, Ricordo quasi tutto, pubblicata da Mondadori e scritta con la sua fidanzata, la giornalista Concita Borrelli (la quale spiega: «Non ne potevo più di ascoltare tutta la vita di Fulco, così gli ho detto: scriviamola...»).

 

Pantaloni e camicia di jeans, Fulco Ruffo è seduto nel salotto del loro appartamento romano, poco distante da Villa Borghese, fra i suoi quadri e con accanto il cane Ras, che poi è il re della casa; infatti a dominare l'ingresso è un suo ritratto, «dipinto su una tela del Seicento e con una cornice del Settecento». Sullo sfondo, il castello Ruffo di Scilla.

 

Principe, ha avuto una vita particolare.

 

«Terribilmente particolare».

 

fulco ruffo di calabriafulco ruffo di calabria

Cominciamo dall'inizio. È nato nel 1954 a Buenos Aires, come mai proprio là?

 

«Mio nonno, il padre di mia madre Elisabetta Vaciago, aveva un'attività tessile. Appena sposato, mio padre aveva lavorato per lui in Argentina. Poi ci siamo trasferiti a Torino, sempre per il suo lavoro».

 

La sua infanzia negli anni Cinquanta e Sessanta è a Torino. È questa città che sembra al centro della vita dell'epoca, non Roma...

 

«Eh, sì. A Roma sperperavano tutto quello che era rimasto in alcune famiglie. Invece mio padre capì che doveva rimboccarsi le maniche per concretizzare la sua vita. E Torino allora era la vera capitale d'Italia: la televisione, le industrie manifatturiere e automobilistiche, l'alimentare».

 

Conoscevate gli Agnelli?

 

«I rapporti fra mio padre e l'Avvocato risalgono agli anni Quaranta, quando entrambi fecero una parte del servizio militare in Cavalleria a Pinerolo. Poi, con la guerra, ognuno seguì la sua direzione».

 

Era compagno di scuola dei figli dell'Avvocato?

fulco ruffo di calabria nonnofulco ruffo di calabria nonno

 

«Sì. Noi vivevamo in corso Galileo Ferraris. Edoardo e Margherita vivevano in corso Matteotti, l'arteria principale di Torino, a quattrocento metri dalla nostra scuola, la Giosuè Carducci. A metà strada c'era la mitica Scuola di applicazione dell'Esercito italiano. Questo per dire che per tutti noi c'era la vicinanza, anche fisica, a una certa mentalità».

 

Quale mentalità?

 

«Il rigore, l'obbligo, la non ostentazione. Ricordo certe feste a casa loro, molto divertenti, ma sobrie: perché Torino è una città sobria, concreta».

 

Che cosa c'era a quelle feste?

 

fulco ruffo di calabria isola dei famosifulco ruffo di calabria isola dei famosi

«Ero impressionato dall'altezza dei camerieri: erano tutti uguali. Figuriamoci le meringhe del Montblanc... E poi dal trenino elettrico di Edoardo, quando lo vidi rimasi stravolto. Occupava una stanza enorme, col fumo che usciva e i personaggi che sembravano veri, il capostazione che alzava il berretto. Non osai nemmeno toccarlo».

 

È vero, come scrive nel libro, che già alle elementari uno dei vostri compagni fra i meno fortunati era molto più allegro di lui?

 

«Sì. Ho un raro filmino in cui ci siamo noi che usciamo da scuola, io con la mia faccia solita e Edoardo da solo, che guarda se arriva il suo autista. È molto triste».

 

Parliamo di sua nonna, Luisa Gazzelli dei conti di Rossana, che sposò suo nonno Fulco.

 

«Mia nonna è stata la persona più importante della mia famiglia. Gli altri sono tutti astanti. Una personalità grandiosa. Nata piemontese, ricchissima, fra i suoi antenati c'era il marchese di Lafayette. Era molto sobria, tutte le sue case erano di un parco... E manteneva una curiosità enorme verso la vita: non i salotti, ma la strada, anche se aveva incontrato Mussolini e D'Annunzio, che era stato anche suo testimone di nozze».

 

fulco ruffo  di calabriafulco ruffo di calabria

Una principessa che non amava i salotti?

 

«Era completamente diversa dalle principesse romane. Anche quando abitava qui a Roma ne vedeva pochissime, tre o quattro amiche al massimo. Non lo faceva per snobismo, era il suo carattere».

 

C'è una differenza fra nobiltà piemontese e nobiltà romana?

 

«In realtà la differenza è fra nobiltà e aristocrazia, per quanto possa valere. Cioè zero, secondo me».

 

Sarebbe?

 

«La nobiltà è una cosa fatua, non basata su dati certi. L'aristocrazia è quella che fonda le radici in una storia veramente accaduta, intorno al 1000-1100. La nobiltà invece è targata 1920-30-40. È una questione di auto e di targhe, diciamo».

fulco  ruffo di calabria isola dei famosifulco ruffo di calabria isola dei famosi

 

E di quasi mille anni in mezzo?

 

«Non l'ho detto io. L'aspetto pratico, sociale ed etico invece è diverso: l'aristocrazia nordica ha sempre lavorato, prodotto; il Sud è un po' più discreto, in questa materia, anche per via del bel clima».

 

Ma lei frequenta i salotti?

 

«Li conosco, ovviamente, ci vado ogni tanto, ma non li frequento. Comunque la vera mondanità non è a Roma, è fuori: a Londra, a New York. Qui c'è solo la polvere di stelle, qualora fossero stelle».

 

In che senso la mondanità è altrove?

 

fulco ruffo di calabria e concita borellifulco ruffo di calabria e concita borelli

«Nei salotti di Roma non c'è più il potere. Ormai, con Renzi, l'era degli attovagliamenti è finita. E in ogni caso la mondanità è altro, è quella dei Solvay, degli Agnelli, quella che ho visto a Long Island, a New York, in Belgio... La mondanità inizia da Milano in su».

 

Lei porta il nome di suo nonno Fulco. Che cosa dicevano in famiglia di lui?

 

«Era un mito. Ti rivolgeva solo lui la parola, non potevi neanche fargli domande. Capisce, aveva fatto cose troppo grandi, su quegli aerei che oggi ci sembrano giocattoli. Aveva l'avventura e il rischio nel sangue: a vent'anni partì da Napoli per andare in Somalia a fare affari per conto di una società italo-belga. Era un militare, un eroe di guerra, medaglia d'oro e d'argento... Morì nel '46 al Forte».

 

Quanto sono antichi i Ruffo di Calabria?

 

«La favola dice esistesse una gens rufa nell'antica Roma, ma credo sia quasi impossibile da dimostrare».

 

paola ruffo di calabria e alberto del belgiopaola ruffo di calabria e alberto del belgio

E la realtà che cosa dice?

 

«Pietro Ruffo è il primo conte di Catanzaro, intorno al 1100. Da lì nasce l'insediamento in Calabria, ma il potere arriva con Federico II, che ci dà, e qui pecco di orgoglio, l'appellativo dei Calabria: siamo l'unica famiglia, a parte i reali, ad avere l'appellativo di una regione. Ma questa è presunzione».

 

I suoi titoli?

 

concita e fulco ruffo di calabriaconcita e fulco ruffo di calabria

«Il più antico è conte di Sinopoli, poi c'è duca di Guardia Lombardi, che è in Irpinia; ma il più bello, per me, è principe di Scilla. Quando mio padre è morto ho fatto un bagno da solo in quelle acque meravigliose».

 

Coi suoi genitori che rapporto aveva?

 

«C'era una vita quotidiana molto regolare, ma non molto affettuosa. C'era un certo distacco fra bambini e genitori, un certo tipo di educazione».

 

Che tipo di educazione?

 

«Un'educazione importante perché ti forma, come gli acciai nel forno rovente. A volte ricevere scosse aiuta il carattere. Cosa non successa con Edoardo Agnelli: abbiamo ricevuto la stessa educazione, ma lui non ha resistito alle sollecitazioni. Io sì, soffrendo, ma non piegandomi mai».

 

AGNELLI EDOARDO E GIANNIAGNELLI EDOARDO E GIANNI

Che altro voleva raccontare della storia della sua famiglia?

 

«Alcuni episodi più nascosti, per esempio di mio zio morto a diciotto anni, ucciso dai tedeschi. Non solo di re e regine, belle belle ma un po' discolette».

 

Discolette?

 

«Non lo dico io, negli anni Settanta...».

 

Parliamo di sua zia Paola, regina del Belgio?

Famiglia AgnelliFamiglia Agnelli

 

«Zia Paola, sì, del resto così bella ce n'è solo una. Con quei denti leggermente accavallati... Pazzesca».

 

E perché discoletta?

 

«Fu fotografata in spiaggia con un conte capellone, oltretutto con lo stesso nome del marito. Era un po' vivace».

 

Sua zia è nata a Forte dei Marmi?

paola ruffo di calabria regina del belgiopaola ruffo di calabria regina del belgio

 

«Sì. E lì è morto suo padre, mio nonno Fulco. L'anno scorso sono andato dal sindaco del Forte, che fra l'altro è un ufficiale degli alpini, per proporgli di fare qualcosa: una lapide, una via o una scuola intitolate al nonno e una targa per una regina nata al Forte. Tutto a costo zero, fra l'altro».

 

Che cosa ha risposto?

 

«Non mi ha fatto neanche accomodare, e poi ha detto che mio nonno non era morto al Forte bensì a Poveromo, cioè a cinquecento metri. Mi sono così arrabbiato, ma che cosa gli costa?».

 

Che lavoro fa un principe?

 

paola e alberto del belgiopaola e alberto del belgio

«Dopo il militare ho lavorato a Bruxelles per la Seat e poi per la Fiat, vendevo auto al corpo diplomatico. Sono stato in Rhodesia, oggi Zimbabwe, nel periodo dell'apartheid e in Sudafrica. Segnalavo le partite di materie prime, come ferro e cromo, a mio papà, che aveva delle agenzie. Poi, tornato a Torino, ho avuto una piccola querelle con mio fratello Augusto, e così mi sono trovato altro».

 

Ma deve lavorare per vivere?

 

«I miei fratelli sono molto ricchi, io no. Ho delle piccole riserve. Comunque ho sempre avuto denaro sufficiente per condurre una vita piacevole».

 

E che cosa fa oggi?

 

EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIAEMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA

«Da anni mi occupo di arte. Il mio grande amore è la pittura. Ora sto organizzando una mostra sui cani in posa: si terrà a Venaria Reale, ci saranno 120 dipinti da tutto il mondo ed esposizioni di razze canine».

 

Perché qualche anno fa è andato all'Isola dei famosi?

 

«Per soldi: era un lavoro...».

 

E suo padre?

 

«Non era d'accordo. Invece mia mamma, con una delle sue profezie mi disse: So che viene Al Bano, vedrai che diventerete amici».

 

È vero?

 

Rolf Sacks Monica e Fulco Ruffo di Calabria jpegRolf Sacks Monica e Fulco Ruffo di Calabria jpeg

«Sì. Siamo amicissimi. Il principe e il contadino. Ci sentiamo spesso. Anche se è all'estero, in Turchia o in Azerbaigian, al massimo dopo dieci minuti mi richiama. Io ho sempre avuto un dialogo con la terra».

 

Si sente un uomo rurale?

 

«Ah sì, molto. Per la mentalità. Mi alzo alle cinque e mezzo del mattino. E poi c'è un approccio fisico alle cose, semplice. Dicono sia un po' da fascista, alla Mussolini...».

 

Lo è?

 

«Oggi si tendono a fare tutte queste élite del cavolo, lui stava in mezzo alla gente. Poi ha sbagliato tantissimo dal '38 in avanti: ha fatto l'esatto contrario del precedente. E ha pagato per questo. Comunque io sono rurale perché amo l'onestà intellettuale: sono allergico alla rive gauche italiana».

 

L'aristocrazia ha ancora un ruolo?

 

rppn24 fulco ruffo di calabriarppn24 fulco ruffo di calabria

«Se sono persone che lavorano, che hanno un ruolo attivo nella società: è così che un cognome che è stato importante continua a esserlo. Ma bisogna essere puliti».

 

E la monarchia?

 

«I Savoia hanno dato un esempio pessimo: divento repubblicano quando sento quel nome, e anche repubblichino... Hanno offerto una rappresentazione grottesca, si sono rimangiati la parola data. Hanno fatto pasticci già dal '43».

 

Ha vissuto in molte città. C'è un posto che considera casa?

kis 05 fulco ruffo calabriakis 05 fulco ruffo calabria

 

«Forte dei Marmi. Anche per questo sono così arrabbiato col sindaco».

 

E Roma?

 

«Alla fine è un vestitino che mi sta bene. Milano è fantastica, senti subito l'attività, ma devi essere ricco per vivere bene».

 

A Roma no?

 

«No, non serve».

Domitilla Andrea Clavarino Augusto e Fulco Ruffo di Calabria jpegDomitilla Andrea Clavarino Augusto e Fulco Ruffo di Calabria jpegFulco Ruffo di Calabria e Marisela Federici Fulco Ruffo di Calabria e Marisela Federici EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA TRAVESTITO DA DALIDA EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA TRAVESTITO DA DALIDA EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA TRAVESTITO DA DALIDA EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA TRAVESTITO DA DALIDA fulco ruffo di calabria massimiliano lenzi e concitafulco ruffo di calabria massimiliano lenzi e concitafulco ruffo di calabriafulco ruffo di calabriaConcita Borriello e Fulco Ruffo di Calabria Concita Borriello e Fulco Ruffo di Calabria

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...