TI TRAVESTI-RAI - AL GAYLESBIAN FILMFESTIVAL DI TORINO LA STORIA DI COME E' CAMBIATO L'APPROCCIO RAI ALL'OMOSESSUALITA': DA BINDI A EVA ROBIN'S, DA POLI A CATTANEO PASSANDO PER LUXURIA E MALGIOGLIO

Sergio Trombetta per ‘La Stampa'

Umberto Bindi e Eva Robin's, Paolo Poli e Ivan Cattaneo, Vladimir Luxuria e Cristiano Malgioglio. Prima i mutandoni neri delle Bluebell e poi la camera che indugia sull'epidermide compatta di Walter Nudo all'Isola dei Famosi, per non parlare dei muscoli, guizzanti, oleati e pubblicitari di Roberto Bolle. Come è cambiato l'approccio della Rai all'omosessualità, e lo sguardo sul corpo femminile e maschile lo racconta il «TGLFF», il Gaylesbian Filmfestival di Torino, in programma dal 30 aprile al 6 maggio al Cinema Massimo.

Sarà quasi un controcanto alla grande mostra itinerante La Rai racconta l'Italia organizzata per i 60 anni della tv di stato e in Torino a settembre per il Prix Italia. Sessanta anni di storia che prendono il via dal codice di autodisciplina voluto nei '50 dall'amministratore delegato Filiberto Guala cui si attribuiscono queste parole: «Chi sono io? Sono semplicemente un moderno crociato chiamato a lottare per il sepolcro della pubblica coscienza. Sono venuto per cacciare pederasti e comunisti».

E 60 anni di Rai TV, tra spettacolo e informazione è il titolo della sezione del Festival curata da Enrico Salvatori che si compone di diversi materiali: una puntata di Rai54, che ripropone un talk del 2003 con Pippo Baudo ed Eva Robin's sull'uso del travestimento e dell'ambiguità sessuale in tv; Research Omosessualità-repressione prodotto da Raistoria nel 2011, a cura di Clemente Volpini, Enrico Salvatori e Dario Petrosino, dove si raccontano invece i fenomeni repressivi sugli omosessuali nell'Italia del secondo dopoguerra; infine Toupet De Luxe, una produzione del festival bolognese Gender Bender diretto da Daniele Del Pozzo, del 2009: una carrellata di comicità en travesti TV dal 1954 al 1977.

Così ai tempi del bianco e nero, sino a tutti gli Anni 60, le immagini prevalenti erano quelle, per esempio, del cantante Umberto Bindi e il suo vistoso anello di brillanti mentre suonava al pianoforte Non mi dire chi sei al Sanremo del 1961. Gli strali moralisti si addensavano sul capo del sarto romano delle dive Emilio Schubert indaffarato fra ricami e spilli nei servizi di moda.

Un po' meno stretto era il controllo su Don Lurio, il danzatore e coreografo americano, che in quanto straniero, aveva maggiore libertà d'azione. Via libera totale infine ai comici travestiti da donna. Come Vianello e Tognazzi impegnati in una inchiesta sulla donna che lavora. Mentre Walter Chiari si infilava una calzamaglia nera e tacchi a spillo per confondersi fra le Bluebell: era la vecchia tradizione della rivista.

Dalla perversione alla trasgressione. Siamo nei ‘70 e anche se Babau di Paolo Poli, deve attendere 6 anni per andare in onda, la riforma del 75, il colore nel '77, la concorrenza delle tv private, imprimono un cambiamento epocale. «Come una reazione agli anni di piombo - spiega Daniele Del Pozzo, - c'è voglia di intrattenimento leggero: per esempio con gli spettacoli di Enzo Trapani, da Non stop a Fantastico».

Il «dico e non dico» fa emergere personalità come Amanda Lear, o Donatella Rettore. Mentre i grandi signori della risata indossano parrucche, abiti da matrona e tacchi (Bramieri, Panelli, Fabrizi, ma anche Arbore e Benigni). Anche se l'icona assoluta di questi tempi sono le indimenticabili Sorelle Bandiera all'Altra domenica di Arbore.

Dalla trasgressione alla normalità. Altro profondo spartiacque si ha alla fine degli anni 90 con i programmi di Gad Lerner che affrontano l'argomento con serietà e profondità, mentre i nuovi protagonisti dei talk si chiamano Aldo Busi o Platinette e il «personaggio gay» entra nelle fiction a partire da Commesse. Chissà poi che cosa avrebbe pensato l'ingegner Filiberto Guala di fronte alla vittoria di Vladimir Luxuria a L'Isola dei famosi?

 

 

sorelle bandieraMILANO PASTICCERIA GATTULLO PRIMI ANNI UMBERTO BINDI BRUNO LAUZI ENZO JANNACCI RENATO POZZETTO COCHI PONZONI SERGIO ENDRIGO AUGUSTO MARTELLI GIORGIO GABER CRISTIANO MALGIOGLIO E PLATINETTE 3- Eva Robins - Playmen - gennaio 1982giass i figli di politici e giornalisti che dominano rai e mediaset VLADIMIR LUXURIA don lurio01 pecGV Ridotte Amanda Lear ALDO BUSI CONTRO MARIASTELLA GELMINI

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

giorgia meloni gioventu meloniana

DAGOREPORT -  NEL GIORNO DELLA MEMORIA LA MELONI HA SORPRESO FACENDO UNA BELLA ACROBAZIA SUL FAMIGERATO VENTENNIO: “SHOAH, UNA TRAGEDIA OPERA DI NAZISTI CON COMPLICITÀ FASCISTA” - LA DUCETTA CERCA DI EVOLVERSI IN SENSO LIBERALE? PROSEGUIRÀ TOGLIENDO LA “FIAMMA TRICOLORE” POST-FASCISTA DAL SIMBOLO DI FDI? - INTANTO, UNA DICHIARAZIONE CHE DIMOSTRA COME L’UNDERDOG ABBIA GRAN FIUTO POLITICO E  CAPACITÀ DI MANOVRA PER NEUTRALIZZARE LO ZOCCOLO NOSTALGICO DI FRATELLI D’ITALIA - SECONDO: DI FRONTE ALLA IMPETUOSA AVANZATA DELLA TECNODESTRA DI MUSK E TRUMP, LA CAMALEONTE GIORGIA HA CAPITO CHE NON HA ALCUN BISOGNO DI METTERSI IL FEZ IN TESTA. QUINDI VIA DI DOSSO NON SOLO LE SCORIE DEL FASCISMO, A CUI LA SINISTRA SI ATTACCA PER SPUTTANARLA, MA ANCHE MANDANDO IN SOFFITTA POPULISMO E SOVRANISMO E CAVALCARE L’ONDA DELLA TECNODESTRA - L’ABILITÀ DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA È DI SAPER GIRARE LA FRITTATA SEMPRE A SUO FAVORE, AVVANTAGGIATA DA UN’OPPOSIZIONE EVANESCENTE, ANNICHILITA DALLA SCONFITTA

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…