negri potere operaio

L’EGO-LATRIA DI TONI NEGRI - UNA VITA LUNGA OLTRE 600 PAGINE PER NARRARE IL NARCISISMO INTELLETTUALE DI UNA GENERAZIONE, QUELLA DEI CATTIVI MAESTRI CHE RIMPIANGONO LA RIVOLUZIONE MANCATA. MANCATA NATURALMENTE PER COLPA DEL ‘’TROPPO PIOMBO ROVESCIATO DALLO STATO ASSASSINO’’

Simonetta Fiori per “la Repubblica”

 

negri toninegri toni

L’autobiografia è un genere disseminato di trappole, che in pochi riescono a disinnescare. Certo non vi riesce Toni Negri nei fluviali mémoires in cui ripercorre la sua vita dall’infanzia in un Veneto molto povero fino all’arresto il 7 aprile del 1979 per «insurrezione contro i poteri dello Stato ». (Storia di un comunista, a cura di Girolamo De Michele, Ponte alle Grazie).

 

Una storia lunga oltre seicento pagine che può essere letta come documento del narcisismo intellettuale di una generazione, quella dei cattivi maestri che oggi si volta a guardare le macerie lasciate alle spalle rimpiangendo la rivoluzione mancata. Mancata naturalmente non per oggettive responsabilità, ma per colpa del «troppo piombo rovesciato dallo Stato assassino».

TONI NEGRI TONI NEGRI

 

Un’occasione mancata sembra l’ego-histoire di Negri, figura che continua a esercitare fascino in alcuni ambienti intellettuali nonostante le gravi responsabilità penali, politiche e morali accumulate nella stagione del terrorismo. Il ponderoso volume poteva essere un’occasione per ripercorrere (auto)criticamente la storia italiana, anche gli errori e le dissennatezze di quegli anni.

 

toni negri gestoni negri ges

Ma tra le pieghe della meticolosa ricostruzione è difficile imbattersi in un ripensamento autentico («i compagni delle Brigate Rosse», continua a scrivere quarant’anni dopo). E rari sono gli accenti di umana solidarietà per chi quella storia oggi non può raccontarla, per le vittime del terrorismo e per le loro famiglie spezzate, anche per i giovani perduti dietro un folle velleitarismo.

 

negri potere operaionegri potere operaio

Così come invano si cerca un accenno alle ricadute che la lotta armata ha prodotto nel nostro paese, negli assetti politici e nella capacità di cogliere i cambiamenti in atto nel mondo. L’autore è troppo preso dal raccontare il suo «assalto al cielo» per accorgersi di tutto il resto, pur nella ripetuta deprecazione dell’omicidio, principio ribadito in vari passaggi. E il libro restituisce minuziosamente il vortice del suo progetto intellettuale e pratico, tra toni autocelebrativi e un evidente compiacimento.

toni  190x130toni 190x130

 

I primi capitoli raccontano l’infanzia e l’adolescenza segnate da un pervasivo sentimento di morte provocato anche dalla guerra. «Ogni percezione del mondo è affogata nel lutto», scrive Negri in pagine raggelate da un dolore profondo, alimentato dalla tragedia del fratello repubblichino morto suicida. In questo contesto spicca luminosa la figura dell’Aldina, la “mutter courage” che ne favorisce la fuga da una vita di stenti.

 

Quello che segue, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, è un percorso di tutto rispetto che lo mette in contatto con le energie migliori del paese – il cattolicesimo democratico, il movimento federalista europeo, la comunità olivettiana, la Normale di Pisa, le riviste operaiste, intellettuali della statura di Chabod, Bobbio e Garin.

 

toni negritoni negri

Un percorso di esperienze, studi e letture che lo conduce giovanissimo alla cattedra di Dottrina dello Stato – lui che lo Stato l’avrebbe voluto abbattere – e che forse rende ancora più inaccettabile l’approdo successivo al brivido del passamontagna esibito dal leader di Potere Operaio e poi di Autonomia. E anche l’accento commosso della rievocazione - «Perché un giovane che si presume intelligente, colto e più attivo che contemplativo si iscrive a Filosofia all’inizio degli anni Cinquanta? La risposta che mi do è: la ricerca della verità» - crea le premesse della biografia di un santo o di un profeta disarmato, non di un intellettuale condannato dal tribunale italiano per aver organizzato bande armate e per concorso morale a una rapina.

 

E nella ricostruzione degli anni Settanta colpisce che a distanza di quattro decenni il linguaggio resti inalterato - lo “Stato terrorista” e “i poliziotti assassini” – come una livida caricatura che invece di essere nascosta con vergogna viene impudicamente rivendicata. Però non manca l’inchino a Francesco Cossiga, ricordato come «uomo elegante, appassionato e critico» (una simpatia probabilmente favorita dal giudizio che Cossiga avrebbe espresso sulla sua condanna, «frutto di un «giustizialismo giacobino»).

negri toninegri toni

 

L’autobiografia di Toni Negri è anche la storia di una vita intensa, di molti amori, di residenze confortevoli, di viaggi appassionanti, di incontri con il fior fiore dell’intellighenzia internazionale. Fu a casa di un aristocratico napoletano che imparò «l’esatta composizione delle bombe molotov». «Una bellissima villa sulla costa sorrentina, piastrellata di Vietri e aperta a una vista straordinaria ». Perché un rivoluzionario, tiene anche a dircelo, non deve mai rinunciare a un buon stile di vita.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”