enrico mentana

STAMPA BASTARDA - MENTANA CAZZIA I SUOI GIORNALISTI DEL TGLA7 PARAGONANDOLI A DEI CAPITAN SCHETTINO PERCHÉ SI SONO LAMENTATI DI NON AVERE LA DISTANZA SUFFICIENTE IN REDAZIONE - ''LO SPAZIO C'È'', DICE CHICCO, ''TANTO È VERO CHE ABBIAMO FATTO METTERE IN TUTTE LE SALE LE LINEE DI DISTANZIAMENTO. VI INVITO A VENIRE A CONTROLLARE'' - MA PER CAIRO ARRIVA UNA GRANA ANCHE DAL ''CORRIERE DEL VENETO'' CHE HA 4 POSITIVI E HA EMESSO UN COMUNICATO DI FUOCO CONTRO L'EDITORE

 

1. POST DI ENRICO MENTANA:

mentana

 

È sempre così. L'emblema del giornalista è l'inviato di guerra, che con coraggio e libertà racconta gli orrori e gli eroismi. Lo scudo del giornalista è il cronista di mafia, che sfida l'omertà e l'illegalità dell'antistato. L'orgoglio del giornalista sono i colleghi che raccontano l'emergenza virus dalle trincee più avanzate, senza paura, per il dovere e la missione di raccontare la lotta contro il nemico mortale e invisibile.

 

Purché però questi colleghi poi non si facciano vedere, perché potrebbero essere pericolosi, contagiosi. Chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro. Stiano là i valorosi colleghi, affrontino loro il drago coronavirus. Restino a Milano, o in Lombardia, al nord. Non ci portino altri elementi di paura, che noi abbiamo qui già le nostre ombre. Ricordi? Quell'ospite che venne a una trasmissione che va in onda dallo studio a fianco poi risultò amico di un positivo.

 

Con che spirito possiamo continuare a lavorare? Con che incoscienza possiamo fare i nostri servizi basati sulle agenzie, scritti dalla nostra postazione in ufficio, se poi dobbiamo scendere a montarli a soli tre metri di distanza dal montatore, senza sapere cosa abbia fatto quel montatore prima di venire al lavoro? Lasciamo ai redattori del nord questa roulette russa, che tanto lì è tutto contaminato, casa o ufficio non cambia. Ma noi a Roma siamo davvero sul ciglio del burrone, lo Spallanzani mica è qui per caso, e venderemo cara la pelle, pur di non correre alcun rischio.

maratona mentana meme 1

 

Perché siamo giornalisti liberi, e non cadremo nella trappola del dovere. Viene alla mente quel che dice la recluta del nord Vittorio Gassman all'imboscato Alberto Sordi nella Grande Guerra di Monicelli, "l'italiano in fanteria, il romano in fureria". Un sarcasmo ingiusto per i romani in grigioverde di cent'anni fa, non per i redattori spiaggiati di un giornalismo che ha ormai tirato i remi in barca, ma presidia la scrivania con la schiena dritta.

 

 

2. TG LA 7: "CHI NON LAVORA È COME SCHETTINO"

Lorenzo Giarelli per “il Fatto quotidiano

 

Nell' emergenza più che mai c' è bisogno di giornali e giornalisti, depositari di quella funzione sociale testimoniata in questi giorni dagli ascolti record in tv e dalla mancata chiusura delle edicole, luoghi di acquisto di beni di prima necessità in mezzo alla serrata generale. Su come realizzare i servizi e i quotidiani, però, si pone un tema di sicurezza. Non sono poche le redazioni in cui sono già stati registrati casi positivi al coronavirus, ma la necessità di "chiudere" il prodotto editoriale spesso porta le aziende a trascurare i rischi.

 

 

giovanni floris urbano cairo massimo giletti enrico mentana

A questo proposito, sono di pochi giorni fa le proteste del comitato di redazione del Corriere del Veneto, dove sono stati certificati quattro positivi nella sede di Padova e dove diversi altri giornalisti sono a casa con febbre, senza però possibilità di eseguire il tampone. Secondo il cdr, l' emergenza "ha colto totalmente impreparata" l' azienda "del presidente Urbano Cairo", dato che ha "colpevolmente rimandato gli interventi previsti per mettere in sicurezza la redazione".

 

I giornalisti denunciano di essersi dovuti auto-organizzare, producendo il giornale da casa senza che Rcs desse indicazioni né sanitarie né sul metodo di lavoro da adottare: "Continuiamo a scrivere - si legge nell' ultimo comunicato del cdr - perché in questo momento il nostro ruolo ha un grande valore per l' intera comunità che ha bisogno di informazioni puntuali e verificate".

 

Dopo le prime proteste, qualcosa si è mosso, senza che però fossero date direttive organiche alla redazione: "Dopo gli scontri dei giorni scorsi la collaborazione è nettamente migliorata, ma restano da risolvere giorno per giorno diverse difficoltà tecniche".

 

urbano cairo enrico mentana

Ma c' è un caso anche tutto interno al Tg La7. Il comitato di redazione si è infatti lamentato con l' azienda - lo stesso Cairo di cui sopra - degli spazi angusti in cui viene confezionato il telegiornale a Roma, indicando soprattutto la scarsa sicurezza delle sale montaggio.

 

Rinviata la responsabilità alla direzione, Enrico Mentana ha richiamato i giornalisti alla propria missione paragonando i più rinunciatari al Capitano Schettino, che abbandonò la nave dopo lo scontro al Giglio: "Lo spazio c' è - dice al Fatto il direttore - tanto è vero che abbiamo fatto mettere in tutte le sale le linee di distanziamento. Vi invito a venire a controllare".

 

dichiarazione rai coronavirus

Ancora irrisolta è poi la questione degli operatori video, centinaia di tecnici e giornalisti che lavorano a eventi e conferenze fuori e dentro i palazzi delle istituzioni. L' ultima protesta arriva da Asa, l' Autonomo sindacato audiovisivo, che nei giorni scorsi ha rivolto accuse precise alla Rai.

 

Capita infatti che la tv pubblica si serva di troupe esterne a cui appalta le riprese per un servizio, senza però poi occuparsi più di tanto delle conseguenze: "C' è stato il caso di un cameraman positivo in una società che fornisce troupe alla Rai - spiega Nicola De Toma, segretario di Asa -. La società lo ha subito comunicato alla Rai la quale però non ha chiamato l' albo dei fornitori (ovvero i service che forniscono in appalto il servizio alle società televisive, ndr) in modo da allertarli a tutela di tutti i cameraman che condividono gli stessi spazi. Non so se la legge obbligasse la Rai a farlo, ma il senso morale sì". Gli operatori positivi hanno sicuramente lavorato per la Rai nella sala stampa della Camera il 3, il 4 e il 5 marzo, fianco a fianco con decine di colleghi che poi sono venuti a sapere del rischio in corso soltanto attraverso il passaparola.

 

 

Proprio la Rai, intanto, ha dovuto sospendere per qualche ora il Tg3 della Calabria, nella cui redazione si è registrato un caso positivo. Per lo stesso motivo questa sera non andrà in onda Fake - La fabbrica delle notizie sul Nove.

VALENTINA PETRINI FAKE LA FABBRICA DELLE NOTIZIE

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...