giuseppe verdi1

BIANCO, ROSSI E VERDI! BAMBOCCIONI PROVINCIALI, PADRI OSSESSIONATI DALLA VERGINITÀ DELLE FIGLIE, POTENTI SCIUPAFEMMINE: IL SAGGIO DI MATTIOLI DIMOSTRA COME IL MONDO PORTATO SULLA SCENA DAI MELODRAMMI DEL MAESTRO DI BUSSETO CATTURI IL MEGLIO E IL PEGGIO DEL CARATTERE DEGLI ITALIANI - E L' INIZIO DI RIGOLETTO NEL BUNGA BUNGA DEL DUCA DI MANTOVA, RIEVOCA LE CENE GALANTI - VIDEO

verdi

 

Leonetta Bentivoglio per “Robinson - la Repubblica”

 

"- Grigi + Verdi" è la scritta che di recente un filosofico writer metropolitano ha dedicato al volto del compositore di Busseto, suprema icona d' italianità. Posto su una cabina elettrica di Milano, vicino alla Scala, il graffito sintetizza verità importanti grazie a uno slogan geniale, osserva Alberto Mattioli, appassionato cronista musicale de La Stampa e autore di volumi di successo sull' opera lirica.

Copertina libro - Mattioli

 

Sostiene Mattioli che in un Paese lamentoso, caciarone e malmesso qual è il nostro sia più che mai divenuto capillare il bisogno di Meno grigi più Verdi, secondo il titolo del suo nuovo libro uscito per Garzanti (sottotitolo: "Come un genio ha spiegato l' Italia agli italiani").

 

Mattioli intende, e lo dimostra con acutezza e humour, che il creatore di Nabucco e del Ballo in maschera ha messo in luce, forse come nessun altro, una fisionomia caratteriale italica da esplorare a fondo per comprendere noi stessi e ritrovarci. I suoi gloriosi melodrammi riflettono gli italiani con spietatezza e anche con pietà, sottoponendoci archetipi di bamboccioni provinciali, padri ossessionati dalla verginità delle figlie, potenti sciupafemmine "che comandano per fottere", donne sante o sgualdrine. In tal senso il teatro verdiano può considerarsi uno strumento costantemente attuale per esprimere le nostre ipocrisie, debolezze e contraddizioni, insieme al nostro bagaglio di talenti.

 

LETTERA GIUSEPPE VERDI

Il patrimonio di Giuseppe Verdi, della sua musica immortale, delle sfaccettature insite nei suoi personaggi, contiene un messaggio che alla speranza, il cui colore è verde, unisce il riscatto dal grigio dell' immobilità: è un monito che spinge a guardare avanti, verso una patria che potrebbe non andar perduta se avessimo il coraggio di capire chi siamo. Cioè degli inguaribili Rigoletti, delle finte oche giulive come Desdemona in Otello e dei cittadini che, malgrado i referendum, restano dei congeniti non-laici per colpa dell' irrisolto rapporto Stato-Chiesa, come insegna Don Carlo. La Storia siamo noi, segnala all' infinito il Giuseppe nazionale. Noi siamo ciò che abbiamo deciso di essere, e siamo pure le persone che abbiamo scelto per governarci.

 

GIUSEPPE VERDI FOTO D EPOCA

Verdi lo sa, e non a caso ambienta l' inizio di Rigoletto nel bunga bunga dell' arrogante e compulsivo Duca di Mantova, in una cena simile a quelle di Arcore. Sa quanto di cattolico respiri nella figura di Violetta in Traviata, cui tocca espiare col "sagrifizio" i suoi peccati sessuali. Sa quanto le traversie della schiava nera Aida dipendano dal seguente schema: un giovanotto di buona famiglia commette l' errore d' innamorarsi della colf immigrata, invece che del mezzosoprano socialmente compatibile.

 

In mezzo a questi sguardi "trasversali" sui vari plot operistici, Mattioli narra la tensione verso il futuro e l' ottica sul welfare dell' illuminato e rigoroso uomo Verdi.

 

SPARTITO GIUSEPPE VERDI

Ne descrive gli impeti risorgimentali e le disillusioni politiche. Ne spiega (sulla base di fonti precise e indicate) le volontà riguardo al canto, oggi equivocate a causa di una tradizione impastata di pregiudizi e falsi miti. Verdi non è solo esibizione della voce ma è teatro, e chiede un equilibrio con l' attorialità. Verdi, soprattutto, è un pensiero del contemporaneo sentito non come una minaccia, ma come un' opportunità di cambiamento.

 

Perciò, nelle regie odierne, è salutare toglierlo dalla teca delle convenzioni pseudo-filologiche per metterlo in relazione col nostro mondo. Il che non significa infilare a Violetta un paio di jeans o trasformare Otello in un vucumprà, "ma chiedersi quanto di presente ci sia dentro quel passato, e farlo vedere".

FUNERALI VERDIVERDIRIGOLETTOgiuseppe verdi 3CARTEGGIO VERDI PIROLIRIGOLETTO 4RIGOLETTO 1ALBERTO MATTIOLI giuseppe verdi1

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…