MENO ARTE, PIÙ SARTE! - OGNI TRE QUARTI D’ORA C’È UN ASSESSORE CHE TAGLIA IL NASTRO DI INAUGURAZIONE DI UNA MOSTRA. NE ALLESTIAMO 11 MILA L’ANNO IN QUASI 4 MILA SEDI DIVERSE, E SPENDIAMO PER QUESTO QUASI 2 MILIARDI DI EURO - NON INVANO, PERÒ, PERCHÉ A VISITARLE VANNO 40 MILIONI DI ITALIANI, IL DOPPIO DI QUELLI CHE FREQUENTANO LE PARTITE DI CALCIO NEGLI STADI - MA SU 100 MOSTRE, 66 SONO DI ARTISTI IMPROVVISATI…

Raffaello Masci per "la Stampa"

Ogni tre quarti d'ora c'è un assessore che taglia il nastro di inaugurazione di una mostra. Ne allestiamo 11 mila l'anno in quasi 4 mila sedi diverse, e spendiamo per questo quasi 2 miliardi di euro. Non invano, però, perché a visitarle vanno 40 milioni di italiani, il doppio di quelli che frequentano le partite di calcio negli stadi.

La Fondazione di Venezia e la Fondazione Florens hanno commissionato, a questo proposito, una ricerca a Guido Guerzoni, dell'Università Bocconi. Lo studio rileva la proliferazione delle mostre nei due anni che mette a confronto, il 2009 (in cui le esposizioni sono state 9.419) e il 2011 (in cui si sono ridotte a 6.120); a questi numeri va aggiunto almeno un altro 10% di iniziative non censite che portano, per l'appunto, il totale a circa 11 mila rassegne sparse per lo stivale.

I numeri ci dicono che la spending review ha colpito anche questo settore e con l'avanzare della crisi le mostre si sono ristrette. La ricerca rileva anche che gli allestimenti prosperano soprattutto al Nord (in ragione del 60%) e poi nelle grandi città (Roma, Milano, Torino, Firenze). Si evince, infine, che oltre che nei 4.120 musei italiani si espone anche in altri 3.876 spazi di varia natura, adatti o meno alla funzione.

A questo punto, per capire il senso di questi numeri, occorre guardare dentro al fenomeno: uno pensa alla parola mostra e gli viene in mente Caravaggio alle scuderie del Quirinale o Botticelli a Palazzo Strozzi, o Picasso a Palazzo Reale. Sì, certo, ci sono questi grandi eventi nei templi dell'arte, ma ci sono - e parliamo della stragrande maggioranza dei casi - anche le mostre piccole e piccolissime, disseminate in almeno la metà degli 8 mila comuni italiani.

E anche qui ci aiutano le statistiche della ricerca del professor Guerzoni: su 100 mostre, 66,36 (più di due terzi) riguardano l'arte contemporanea, definizione dietro la quale non vanno ricercate solo le avanguardie della sperimentazione, ma più semplicemente le tele degli artisti della domenica, con le loro marine, i loro paesaggi, le loro nature morte, disposte in bella evidenza sotto i rispettivi campanili. E qui si screma subito tra le roboanti mostre nazionali e le piccole rassegne locali, gloria degli assessori e dei sindaci, tant'è che se andiamo a osservare la frequenza dei vernissage, scopriamo un loro affollamento sotto elezioni.

Quanto alla molteplicità degli spazi espositivi, la ricerca rileva che, tolto quel 35% di casi in cui tutto si svolge all'interno di un museo, ci sono le scuole, i padiglioni industriali recuperati, i castelli restaurati, i palazzi antichi rimessi in funzione.

Ci sono, cioè, tutti gli immobili sapientemente restituiti al proprio decoro, ma di cui gli enti locali non saprebbero che farsene, e quindi ne approfittano per una mostra che fa tanto cultura ma attira pure la gente, richiamata si diceva - dall'arte contemporanea, in qualunque modo declinata, (66% delle mostre), dalla fotografia (10%), dal design e dall'architettura (4%), dalla documentazione storica specie locale (un altro 4%) e solo in minima parte dall'arte antica (2%) o dall'archeologia (meno dell'1%). In sostanza si fa la mostra per celebrare se stessi e il proprio paese, quando non esplicitamente il sindaco in attesa di secondo mandato.

Ma questa profusione espositiva, oltre a richiamare turisti e visitatori e a promuovere il territorio, ha avuto un altro vantaggio, quello di creare la professione del «curatore». Tant'è che 3.584 giovanotti laureati in archeologia, in lettere, in gestione dei beni culturali, si sono votati a questo nuovo business: non lavorano sempre, non guadagnano molto, si devono occupare di tutto - dall'arte al marketing, dalla comunicazione all'allestimento - ma si sono trovati (e inventati) un mestiere.

 

LE MOSTRE D'ARTE INUTILIPalazzo delle scuderie del quirinalePicasso GuernicaPICASSORESTAUTO DEL CARAVAGGIO uffizi botticelli palazzo reale milani burri fontana

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO