“LA MILANO SUSHI E COCAINA È REALE, HO VISTO COSE CHE VOI UMANI NON POTETE IMMAGINARE…” – MYSS KETA, CANTANTE LA CUI IDENTITÀ È AVVOLTA DAL MISTERO (E DA UNA MASCHERINA) CANTA I VIZI DEI MILANESI: “LA DROGA È UN ELEMENTO PRESENTE. LA MILANO SUSHI E COCA È CAMBIATA NELLA FORMA MA MOLTE COSE SONO ANCORA QUELLE LÌ” – LA CRITICA ALLA MELONI: “NON LA VEDO UNA VITTORIA PER LE DONNE” - E POI ELODIE, ELLY SCHLEIN E LA COLLEZIONE DI MASCHERE: "SENZA MI HANNO VISTO SOLO..." - VIDEO
Estratto dell’articolo di Renato Franco per “il Corriere della Sera”
«Strisce, righe e moda / Vodka, keta e soda... Bamba, soldi e sesso / La strada del successo». Sono passati 10 anni da «Milano, sushi & coca», il brano che l’ha lanciata: la capitale morale è (anche) la capitale immorale di cui si parla sottovoce?
«È un testo satirico e brutale, una fotografia masticata di una Milano che da una parte è conturbante e dall’altra ti turba profondamente. In questo testo ho cercato di restituire tutti questi angoli diversi, la seduzione ma anche la repulsione che ti dà vedere certi movimenti, certe situazioni notturne.
La Milano di sushi & coca magari è cambiata nella forma, ma molte cose sono ancora quelle lì. È una fotografia ancora affidabile. Ho visto cose che voi umani non potete immaginare...».
La biografia di Myss Keta — la rapper che va in giro mascherata come una supereroina, occhiali da sole in qualunque situazione meteorologica, perennemente bionda — attiene al suo personaggio, quindi nessuna concessione a fatti veri, impossibile sapere da lei qualcosa sulla sua adolescenza, su come è cresciuta, quale sia il suo background. […]
«Milano, sushi & coca» racconta come ormai la droga sia stata derubricata a sballo ricreativo, pubblicamente stigmatizzato ma socialmente accettato.
«La mia narrazione parte dal reale, ma abbraccia anche finzione e sogno. Gli spunti per le mie canzoni vengono da cose che ho visto in prima persona o che mi sono state raccontate. La droga nel mio immaginario è un elemento presente: prendo, rimastico e sputo fuori le cose che vedo».
Cosa vede di notte?
«In realtà le cose più assurde non le vedi di notte ma alla luce del sole».
Svicola?
«La verità è che di notte siamo più umani, la notte è un posto più confortevole, riusciamo a lasciarci andare, abbandoniamo le maschere... il giorno invece sa essere disumanizzante».
La droga però diventa anche un rifugio, una gabbia, in cui la dipendenza non ci rende liberi.
«Certo. La notte ha il potere di renderti libero dai canoni che devi seguire tutti i giorni, ma se finisci in altre gabbie, costrizioni o mondi che ti chiudono dentro di sé, hai perso il senso della libertà della notte, ti sei andato a rinchiudere in un’altra scatola». […]
Chi la vede senza maschera?
«Senza maschera mi conoscono solo mia madre e l’ostetrica». […]
Quante maschera ha?
«La collezione supera le svariate centinaia».
È un’icona Lgbtq+, cosa pensa del governo Meloni?
«Con un governo come quello in carica non bisogna dare per scontato nessuno dei diritti che abbiamo acquisito finora. Purtroppo ci sono leggi che possono cambiare, lo abbiamo visto in altri Paesi: stavamo dando per scontato il diritto all’aborto, invece si può tornare indietro anche su questi temi».
Si dice, Meloni è un successo per le donne, un taglio rispetto al passato dominato dagli uomini...
«Avrei preferito un altro tipo di governo, un altro tipo di presidente del Consiglio. Non la vedo come una vittoria delle donne, perché non è una vittoria che tutela le donne».
Elly Schlein invece le piace?
«Mi piace, non l’ho ancora incontrata, ma la inviterò al mio concerto». […]
Elodie?
«Lei è istintiva, spontanea, mi ha spinto a dare voce a questo lato. E poi durante la nostra fuga a Celebrity Hunted mi ha insegnato una amatriciana da paura...».
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