"A 24 ANNI SOLDI, DONNE, GIORGIO ARMANI CHE TI CHIAMA PER NOME. NON C’HO CAPITO PIÙ UN CAZZO. E HO CREDUTO CHE SAREBBE STATO COSÌ PER SEMPRE” - NICOLAS VAPORIDIS SI CONFESSA A "VANITY" - L’ALLONTANAMENTO DALLA SCENE (“NESSUNA CONGIURA. È LA RUOTA CHE GIRA”), IL VOLO DI SOLA ANDATA PER LONDRA, LA FRUSTRAZIONE QUANDO LA GENTE LO RIPRENDEVA CON IL CELLULARE (“MI DICEVA: “SAI CHE SEI IDENTICO A QUELL’ATTORE…IO TORNAVO A CASA E PIANGEVO”) E "L’ISOLA DEI FAMOSI 2022: “L’HO FATTO PER SOLDI E PER CONGEDARMI DAL SISTEMA” – IL DIVORZIO DA GIORGIA SURINA, LA NUOVA COMPAGNA E IL RISTORANTE -VIDEO
Chiara Oltolini per vanityfair.it - Estratti
«Stia attenta a che cosa mi chiede. Sarò molto onesto, forse per la prima volta in vent’anni di interviste. Perché sarà l’ultima. L’ultima di questo genere. Basta. Sono al mio giro di boa». Ci sono due gradi e un vento teso sopra quello che fra un paio di settimane sarà il dehors di Taverna Trastevere, nuova ambasciata gastronomica di Roma nella vecchia Milano di via Statuto. Nicolas Vaporidis trema un po’. Il freddo non c’entra, non completamente: c’entra la frenesia. Del cantiere che avanza: «Oggi hanno montato il vetro che separa la cucina a vista dalla sala», e di ciò che la vita gli sta restituendo dopo sconforti e frustrazioni.
Classe 1981, ha scritto la sua pagina di storia del cinema italiano da protagonista di commedie diventate cult, la più cult di tutte: Notte prima degli esami del 2006. «Se domani dovessi morire, so di aver lasciato la mia eredità artistica. La gente si ricorderebbe di me per quei tre o quattro titoli». Poi, film e ruoli meno cult, e un disinnamoramento del mestiere dell’attore: «Facevo le cose soltanto per soldi». Infine, l’allontanamento dalle scene: «Le sceneggiature che volevo non arrivavano e quelle che arrivavano non le volevo. Dovevo sottrarmi per principio, mettere un punto e a capo».
nicolas vaporidis giorgio faletti
Il suo «a capo» è a Londra, in un ristorante a Clapham Junction dove ricominciare. Ora Vaporidis, insieme al socio Alessandro Grappelli, ha portato quel ristorante a Milano. Apertura prevista: subito dopo Natale.
L’avrebbe mai detto che sarebbe andata così?
«No. Ma anche gli esordi sono stati inaspettati. Notte prima degli esami è stato una bomba che ha fatto saltare per aria la mia vita. A 24 anni soldi, donne, paparazzi sotto casa, feste, Giorgio Armani che ti saluta e ti chiama per nome, il telefono che squilla in continuazione. Non c’ho capito più un cazzo. E ho creduto che sarebbe stato così per sempre. Anzi, meglio. Del resto, arrivavo da un film che ha preso una canzone leggendaria di Antonello Venditti e l’ha surclassata, al punto che per le generazioni successive il film continua a venire prima della canzone».
Per citare Edward Norton in Birdman: «La popolarità è la cugina zoccola del prestigio».
«La popolarità è subdola, una droga. E il mondo dell’intrattenimento è bastardo: finché secondo alcuni – o il sistema – funzioni, vai avanti; dopodiché, next!».
Perché lei non ha più funzionato?
«Mi sono dannato a fare congetture. Non credo che mi abbiano spinto volutamente fuori: nessuna congiura contro di me. È la ruota che gira. Di certo ero legato a una certa filmografia che ha avuto fortuna in un determinato periodo, nonostante alcuni snob liquidassero il genere come teen movie. (...) tanto più sali tanto più è grosso il botto quando cadi».
E il «botto» è arrivato.
«Enrico Oldoini, con il quale ho girato il mio primo film da protagonista (13dici a tavola, ndr), me l’aveva detto: “Devi amare il cinema con distacco. Ma il giorno in cui diventerà un lavoro, lascialo”. L’anticamera del botto: i progetti accettati solo per soldi. Il botto: l’assenza dalle scene. Il colpo di grazia: il Covid. Solo, chiuso in casa per tre mesi, stralunato e depresso, passavo le giornate a guardare il soffitto e a chiedermi – parafrasando Silvio Muccino – che ne sarebbe stato di me. Sapevo qual era la cosa giusta da fare, il problema era farla.
A un certo punto non ho avuto più niente da aspettare. Disperazione? Forse. Consapevolezza di aver toccato il fondo? Anche. La mattina del 13 luglio 2021 ho acquistato un volo di sola andata per Londra con partenza il giorno dopo. Mentre l’aereo rullava sulla pista nella mia testa risuonava la voce di Marcello Mastroianni in 8½: “Tu saresti capace di piantare tutto e ricominciare la vita da capo? Di scegliere una cosa, una cosa sola ed essere fedele a quella, riuscire a farla diventare la ragione della tua vita... Ne saresti capace?”. Adesso so di esserne capace».
Come mai Londra?
giorgia surina nicolas vaporidis
«È stata la meta della mia prima crisi esistenziale, a 18 anni, dopo la maturità classica. Avevo sempre sognato di entrare all’Accademia Navale di Livorno e diventare come Richard Gere in Ufficiale e gentiluomo. Ai test di ammissione, però, mi sono reso conto che quel rigore assoluto non faceva per me. Non avrei retto a ordini e comandi. Incerto sul futuro, sono partito. Ho trovato un lavoretto come cameriere nel ristorante Il Miraggio, gestito da un romano, Alessandro Grappelli. Mi pagava una miseria (ride, ndr), 175 pounds a settimana, però ho trovato un amico fraterno e poi un socio, e il mio posto nel mondo».
(...)
Torniamo alla mattina del 13 luglio 2021.
«Nel 2019 ho aperto un ristorante, Taverna Trastevere, con Alessandro, che mi aveva dato una chance la mia prima volta a Londra: 54 coperti, i tavoli di legno e le sedie in paglia, le tovagliette con piazza Trilussa e i piatti tipici della cucina romana, compresa la miglior carbonara. Vivevo ancora in Italia e facevo su e giù ogni tanto.
giorgia surina nicolas vaporidis
È lì che sono andato diretto per costruire la mia nuova vita. Ma non sono entrato con la bacchetta da direttore d’orchestra: prendevo gli ordini, servivo i piatti, raccoglievo quelli sporchi. Non è stato facile, perché massacrante fisicamente e perché frustrante. La gente mi riprendeva con il cellulare: “Ma sei proprio tu?”. Un giorno si è presentato un gruppo di romani, il locale era pieno, uno di loro mi ha detto: “Sai che sei identico a quell’attore…? Come si chiama? Vaporidis?”. Non avevo voglia di giocare, ero di corsa, ho risposto: “Sono io!”. E lui: “Seee, ti piacerebbe!”. L’ho lasciato lì. Quando sono tornato, l’ho visto googlarmi sul telefonino per poi chiedermi scusa».
Quanto le rodevano questi episodi?
«Non può capire! Tornavo a casa e piangevo. Oddio, casa è una parola grossa. I primi due mesi sono stato in una stanza da Alessandro, dopo anni in un attico a Monteverde Vecchio… Poi ho trovato una nuova stanza. Infine ho condiviso una villa con altri che lavoravano nell’hospitality: chi da Bagatelle, chi da Cipriani, chi da Briatore. Ho smesso di contare le volte in cui mi sono domandato: “Che cosa ci faccio qui?”».
Quando non se lo è domandato più?
«È accaduto gradualmente. Taverna Trastevere ha iniziato ad avere sempre più successo, io ad accantonare l’idea di fallimento e ad abbracciare quella di opportunità. E mi sono innamorato di ciò che stavo facendo».
Perché L’Isola dei Famosi 2022?
«Per congedarmi dal sistema, arrivederci e grazie. Poi, ho chiesto un sacco di soldi e me li hanno dati».
Quanti?
«L’equivalente di sei, sette anni di stipendio del nostro general manager a Londra. Odiavo stare all’Isola, mi vergognavo come un ladro: altro che esperienza di vita! Ma mi avrebbe dato una bella sicurezza economica. Da regolamento, se avessi lasciato non avrei preso nulla. Allora, sorprendendomi di me stesso, ho resistito. Fino alla fine. Cento giorni, l’edizione più lunga, con 14 chili persi. La mia preoccupazione era non trascendere mai durante le discussioni, non mettere in imbarazzo i miei cari. È stato il mio ultimo giro di giostra».
Qualcuno ha scritto che cercava un nuovo trampolino di lancio.
«Falso. Infatti mi sono tuffato nel ristorante più di prima e ho rimandato al mittente le offerte che mi sono arrivate. Di fronte a tre o quattro provini ho anche pensato: “Non ne sono più capace”. Giuro. Leggevo a pappagallo, non interpretavo».
Dunque, oggi meglio l’apertura di una terza Taverna Trastevere invece di un secondo film di Ridley Scott.
«Se mi fa fare Il gladiatore e non quattro pose come in Tutti i soldi del mondo... No, la mia risposta è portare Taverna Trastevere in giro per il mondo».
Continua a vivere a Londra?
«Certo, non mi pesa fare il pendolare».
È perché lì ha anche l’amore?
«Da due anni. E non sono mai stato così rilassato dentro una relazione. Sono cambiato, ho cominciato a essere attratto da persone che prima nemmeno vedevo e ad apprezzare aspetti della vita di coppia che consideravo noiosi: la confidenza, la sicurezza, la tranquillità. Al tempo ero un irrequieto e mi accompagnavo a donne che alimentavano quell’irrequietezza: pensi che coglione!».
Si risposerebbe o il divorzio da Giorgia Surina le ha fatto perdere fiducia nel matrimonio?
vladimir luxuria vs. nicolas vaporidis 2
«Credo che mi risposerò. La prima volta è stata una prova generale e di solito, se va male, il debutto è un successo».
Ha sempre dichiarato di volere dei figli, però non sono ancora arrivati.
«Non ero pronto, vivevo concentrato su di me. In più, come puoi costruire una famiglia in quel purgatorio fatto di instabilità e frustrazione, di chiamate che non arrivano, di un film pagato 50mila euro ma poi stai fermo per tre anni?».
(...)
Nel 2024 sono 10 anni dalla scomparsa di Faletti.
«Soltanto una volta sono stato da solo con lui a lungo. Eravamo al Festival di Annecy, in Francia, per Cemento armato. La sera non si era sentito bene. Non so se fosse già malato, non l’ho saputo fino alla fine. Il giorno dopo dovevamo tornare in Italia, Giorgio era lì in auto e io mi sono offerto di accompagnarlo. Speravo anche che mi lasciasse guidare la sua Porsche. Non è successo purtroppo. Però mi ha insegnato come si tiene il volante delle macchine sportive e lo tengo ancora così, mi ha raccontato della laurea in Giurisprudenza e dei suoi inizi».
Ne parla come fosse davvero una vita fa.
«Lo è. Perché si può sempre ricominciare».
nicolas vaporidis 3GIANNI FANTONI - NICOLAS VAPORIDIS - LUCA WARD - JONIS BASCIR - PAOLO CONTICINI vaporidisvaporidisvaporidisNicolas Vaporidis e Giorgia Surima outing fidanzati per sbaglio nicolas vaporidis andrea bosca foto dal film nicolas vaporidis andrea bosca e lorenzo zurzolo in outing fidanzati per sbaglio nicolas vaporidis 1