A MOD MIO - ARRIVA IN ITALIA PAUL WELLER, IL PADRE DEI MOD: "AI MIEI TEMPI C’ERANO IL ROCK, LA MODA E IL FOOTBALL MENTRE OGGI LA MUSICA E’ QUASI MARGINALE. IL ROCK NON E’ PIU' IL LINGUAGGIO DEI GIOVANI"
Luca Dondoni per “la Stampa”
Paul Weller è arrivato finalmente in Italia: l’ex leader dei Jam prima e degli Style Council poi, l’8 luglio sarà in concerto a Brugnera (Pordenone) e il 9 all’Auditorium Parco della musica di Roma: è l’occasione per parlare dell’ultimo disco Saturns Pattern uscito lo scorso maggio.
I capelli grigi e le rughe sul viso evidenziano i suoi 57 anni ma Weller sembra non farci caso, anzi, si dice felice per aver raggiunto la definitiva maturità: «Ci sono dei pro, nell’essere “quasi sessantenni”, che nemmeno si immaginano quando si è giovani e si vuole spaccare tutto».
Per esempio, si dice ciò che si pensa: «Ed Sheeran scrive testi che non si prestano nemmeno a un commento. Improbabili». Oppure: «Il rock non è più il linguaggio dei giovani perché sono distratti da troppe cose. Ai miei tempi c’erano il rock, la moda e il football mentre oggi la musica è quasi marginale».
Soprannominato «The Modfather», il padre del movimento «mod revival», una star assoluta nel Regno Unito dove è considerato «un’istituzione nazionale visto che la maggior parte dei suoi testi prendono spunto dalla cultura inglese», Weller non ha mai smesso di registrare album bellissimi, né di spingersi attraverso territori inesplorati. È così anche il nuovo Saturns Pattern, che spiazza l’ascoltatore sin dalla prima schitarrata che riporta al metal più ancora che alle ultime incisioni.
«Oggi ascolto di tutto e mi faccio influenzare anche se i Beatles, oltre a me, hanno influenzato tutti e scritto i dettami della musica moderna - dice nel suo improbabile ma “chicchissimo” spezzato giacca color cammello, camicia blu e pantaloni in gessato nero -. Qui avevo voglia di scosse elettriche e chitarre. Ho anche cercato la melodia blues come in In the car… o la deep-house nei groove diPhoenix dove c’è un rimando a Frankie Knuckles, uno dei dj più grandi di sempre».
Paul Weller non riposa sugli allori, va avanti, anzi azzarda. L’anno scorso è tornato nel suo solito studio/rifugio, il Black Barn Studio nella campagna del Surrey, per lavorare su Saturns Pattern, il seguito ideale di Sonik Kicks del 2012. «Saturn non è necessariamente un album dance, né metal ma l’obiettivo era non ripetersi. È meglio sorprendere che crogiolarsi sulle certezze».
Fra i musicisti che si notano nella formazione ci sono il vecchio compagno di scuola e chitarrista Steve Brookes, con cui Weller ha formato i Jam e il chitarrista Josh McClorey del gruppo irlandese The Strypes. These City Streets è la canzone che chiude il disco e allontana ancor di più l’ascoltatore da ciò che Paul è stato finora. Un grande capace di esibirsi al fianco degli Who lo scorso 26 giugno in un applauditissimo concerto ad Hyde Park dove, ancora una volta, ha insegnato musica.