leonardo pieraccioni

“SONO UN GUITTO, MAI AVUTO RAPPORTI CON LA ROMANELLA DEL CINEMA” – LEONARDO PIERACCIONI SI TOGLIE I MACIGNI DAI COPIONI – "IO FACEVO CINEMA PER RIMORCHIARE? MAI AVUTO MEZZA STORIA CON LE MIE ATTRICI, SE NON CON LAURA TORRISI, CON CUI HO FATTO UNA FIGLIA. MA CI SONO DONNE CHE NON SONO PRONTE A FARE LE MOGLI" – LA STOCCATA A CREPET E AI CRITICI (“HANNO UNA FUNZIONE FOLCLORISTICA. UNO SCRISSE CHE HO LA FACCIA DA PUFFO...”) – E POI IL SEQUESTRO DI BAGLIONI, IL PROVINO DI VASCO, BOWIE, AMADEUS E CECCHERINI CHE "E’ DIVENTATO UN PRETE" – VIDEO

 

 

Estratto dell'articolo di Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”

 

 

(...)

Leonardo Pieraccioni, a scuola come andava?

leonardo pieraccioni

«Ho il diploma di terza media. Quando mi bocciarono a scuola, il mi’ babbo per farmi capire che la vita dei non istruiti è difficile mi mise a lavorare in una falegnameria dal suo amico Arturo Vannini che nel film Il pesce innamorato ho omaggiato: faccio il falegname e mi chiamo Vannino. Tuttora mi piace l’odore del coppale. Ma il mio sguardo era sempre rivolto al Teatro Verdi, che era di fronte alla bottega».

 

Questa cosa della terza media...

«Ho provato come perito aziendale, mi ritrovai in una classe con 2 ragazzi e 25 ragazze. La professoressa di matematica, Pravisani, mi chiese: fai ancora gli spettacolini in tv? Sì. Ecco, continua a farli perché la scuola non fa per te. La presi alla lettera».

E ha cominciato a recitare.

«A 16 anni, con le imitazioni di Troisi, Bombolo, Benigni. Ho smesso quando ho capito che ridevano dei personaggi e non delle cose che dicevo io. Presto cominciai con il cabaret normale. La mia gavetta sono stati i pub, le piazze».

 

Il salto?

laura torrisi pieraccioni

«In tv, a Fantastico 1992, con la grande Raffaella Carrà. L’unica che credette in me. Avevo fatto un biglietto da visita con su scritto: Leonardo Pieraccioni, provinista professionista. A Roma avrò fatto quaranta provini per tutti i programmi possibili e immaginabili.

 

Ne ricordo uno al Bagaglino di Pingitore. Ma avevano ragione loro, ero un misto tra i comici toscani, Benigni, Benvenuti, Nuti, e non avevo sviluppato la mia personalità. A quell’età avevo i capelli corti, la giacchetta di velluto anche d’estate, sembravo un pinolo, uno fuori posto. Lavoravo come magazziniere, leggevo Sorrisi e Canzoni dove mettevano tra parentesi l’età degli attori. Tutti sbocciavano un po’ prima dei 30 anni. Mi dissi, se fino a quell’età non hai combinato nulla torni a fare il magazziniere».

 

Invece centrò l’obiettivo.

leonardo pieraccioni e la fidanzata teresa

«Claudio Cecchetto mi aveva visto con Carlo Conti nel varietà Succo d’arancia su una tv locale e mi chiamò a DeeJay Television. A 28 anni girai il film I laureati , su ragazzi che non volevano crescere. Chi debuttava aveva la sindrome dei David di Donatello, io mai avuta, sono un guitto, contento di ciò che faccio».

 

 

Dopo «Il ciclone» la chiamarono il Golden Boy del cinema italiano.

«Rita Rusic, che mi produceva con Vittorio Cecchi Gori mi disse, con I laureati hai incassato 15 miliardi di lire, se ne facciamo 8 sarà un successo. Il Ciclone ne incassò 78. Nessuno aveva previsto quel successo, tantomeno io».

 

Nemmeno quel film raddrizzò il suo cattivo rapporto con la critica.

«Fanno il loro mestiere, a volte infausto. Un film è come un figlio. Il critico è un pediatra.

Spogliato il bambino dicono se ha le gambe storte. Il fatto è che trovano la gamba storta anche quando è dritta. Parlano al plurale. Ormai hanno una funzione folcloristica. Uno scrisse che ho la faccia da puffo, oggi non potrebbe scriverlo, sarebbe bullismo».

 

lorena forteza leonardo pieraccioni

(...)

Perché le attrici dei suoi primi film si sono dimenticate? Lorena Forteza ha abitato i sogni di milioni di italiani.

«Lorena era caduta in depressione, ha avuto problemi familiari, Natalia Estrada credo continui ad allevare cavalli. Di altre non so».

 

Lei faceva cinema per rimorchiare?

«Non mi considero un latin lover. Mai avuto mezza storia con le mie attrici, manco mezzo bacio, se non con Laura Torrisi, con cui ho fatto una figlia».

 

Che fine ha fatto?

«Sta preparando qualcosa come attrice. Le donne sulle crisi di coppia a 40 anni capiscono quello che gli uomini capiscono a 50. Ci sono donne che non sono pronte a fare le mogli. Ora Laura ha 42 anni e le auguro un matrimonio meraviglioso per i prossimi 60 anni arrivando a 100 mano nella mano col suo sposo».

 

Perché le sue storie non durano?

ceccherini pieraccioni

«Il matrimonio è una maratona di 50 km. Bisogna avere fiato e testa per superare i momenti critici. A me dopo qualche curva mi si rompono i lacci delle scarpe. Non supero i tre anni. Ho 58 anni e non è un fatto d’età. È una sorta d’infantilismo, corro il rischio della sindrome da Peter Pan. Io ci parlo con i miei amici sposati, al 90 per cento sono separati. Poi si risposano e si riseparano.

 

Ho la resistenza di una formica zoppa. Ma forse è vero fino a un certo punto, sto da quattro anni con Teresa che è fuori dal cinema, vendeva capsule per il caffè, ha una figlia anche lei, ci vediamo dal lunedì al giovedì, poi sto con mia figlia Martina. I genitori separati e i figli diventano coppiette, arriva il weekend e ci chiediamo, che si fa stasera, pizza o bistecca? I figli dei separati godono di una certa indulgenza dei genitori. Ho visto in tv lo psichiatra Paolo Crepet che invece su questo tema è granitico e ne ho fatto la parodia».

 

Lei che padre è?

LEONARDO PIERACCIONI CONTRO BLANCO

«Protettivo. Il mi’ babbo quando non finivo i compiti mi diceva, sai cosa succede se non li finisci? Niente. E così sono io con la mi’ figliola . Ma so che faccio arrabbiare Crepet. Mia madre dice che sono nato vecchio, a 10 anni ascoltavo Guccini, la mia fantasia si è formata lì. Non è vero che sono sempre allegro».

 

Lei non ha mai lasciato Firenze.

«Mai avuto rapporti con la Romanella del cinema. L’unica festa l’ho fatta quando ho compiuto 50 anni. Venne Renato Zero con la torta, sono un sorcino da sempre. Per il resto, parenti e amici, Panariello, Conti».

 

E Massimo Ceccherini?

«Feci a lui la prima telefonata. Mi fai un regalo per i miei 50 anni? Non venire al compleanno. Temevo che facesse le sue battute di m..., che mi creasse imbarazzo mettendomi a disagio».

 

Ceccherini è un Bukowski all’italiana?

«Sì, è un poeta maledetto che da ragazzino faceva l’imbianchino col su’ babbo . Ha avuto momenti caotici con qualche bicchierino di rum di troppo. Era il terrore delle feste. Noi gente di cinema siamo piccoli imprenditori attenti a non sbagliare, lui è un vero artista, va giù dritto a 200 all’ora senza casco. Non legge i copioni, non vuole sapere niente.

 

AMADEUS PIERACCIONI FIORELLO LINUS

Ma ora è diventato un prete di provincia. Abita in campagna sopra Pistoia con una ragazza che l’ha salvato. Ma ogni tanto dovrebbe bersi un goccetto. È diventato di una noia, parla solo del figlio. Prima era troppo se stesso, come lo era Piero Ciampi».

 

Il cantautore di Livorno ci porta a Claudio Baglioni, che lei sequestrò in auto. Ride:

«E per due volte. Lo costrinsi a restare un’ora nella sua auto ad ascoltare le mie canzoni. Come cabarettista ho imparato tre accordi alla chitarra. Sono il Salieri dei cantautori. Volevo un parere dal Mozart della canzone italiana. Mi disse cose carine, com’è lui, aggiungendo, non sono male. Mi ha chiamato anche Amadeus per Sanremo».

 

Ma non l’abbiamo vista al Festival.

«Infatti. Non ci sono andato. Gli avevo proposto uno sketch in cui portavo una canzone scartata in gara. Mi lamentavo per non essere stato preso. Amadeus la ascoltò e mi richiamò: questa canzone è brutta anche tra le canzoni scartate».

 

Fantastico.

leonardo pieraccioni

«Poi ho un episodio con Vasco Rossi, di cui avevo usato Una canzone per te in Fuochi d’artificio. Gli proposi di recitare la scena di un passaggio in auto. Fu l’unico a chiedermi di fare un provino. Poi il suo manager mi disse che aveva rinunciato, mai saputo perché».

 

Si è rifatto recitando con David Bowie. Peccato che «Il mio West» di Veronesi sia stato un flop.

«Bowie arrivò in Garfagnana, posto sperduto e meraviglioso. I set sono complicati, gli spostavano i ciak di ore e lui restava vestito da cow-boy senza lamentarsi. L’unica richiesta da divo fu che nel suo casolare i cani se ne stessero a cento metri di distanza. Era a conoscenza del mio successo e si incuriosì.

 

leonardo pieraccioni

Al trucco mi fece un lungo discorso, il mio inglese si fermava a “The door is open” , alla fine del suo monologo incomprensibile alle mie orecchie dissi yes. Mi guardò con un’espressione che diceva, ma è questo il divo italiano del momento? Così nei giorni seguenti cercavo di ignorarlo, come se avessi un atteggiamento snob. L’ultimo giorno gli portai una torta al limone, l’ho fatta per te, gli dissi. E lui, really? Io, entusiasta per aver capito gli risposi per dieci volte really. Quel giorno capì che ero un cialtrone. Gli chiesi l’autografo che ancora conservo».

 

Ha conosciuto Francesco Nuti prima che...

«Che si ammalasse, sì. Da ragazzo recitavo nei teatrini, mi chiese di andarlo a trovare a Roma, dove viveva, a Natale. Mi presentai senza appuntamento. La domestica aprì e gli disse, c’è un certo Pieracciolli. E lui, ma sei venuto davvero. Gli lessi dei soggetti orribili. Lui fu gentile, adottò il metodo Baglioni».

leonardo pieraccioni sabrina ferilliBOWIE KEITEL PIERACCIONIlaura torrisi leonardo pieraccioni una moglie bellissima PIERACCIONI FERILLI FONTE IL SESSO DEGLI ANGELILEONARDO PIERACCIONI CON LA FIGLIApieraccioni torrisileonardo pieraccionipieraccioni cucinotta CARLO CONTI E LEONARDO PIERACCIONIpieraccionipieraccionileonardo pieraccioni lorena fortezapieraccioni alla mostra di koonsNuti pieraccionipieraccioni amadeus linus fiorelloleonardo pieraccioni MASSIMO CECCHERINI LEONARDO PIERACCIONI IL SESSO DEGLI ANGELI

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...