1- LA VERITÀ SU PIAZZA FONTANA ESISTE? LA VERITA' DI UN PAESE CHE ANCORA NON RIESCE A FARE I CONTI SU FATTI ACCADUTI OLTRE QUARANT'ANNI FA E CHE NON SI RIESCE A FARE DEL COMMISSARIO CALABRESI NE' UN SANTINO DA FICTION NE' UN POLIZIOTTO VIOLENTO E ALLA FINE DOBBIAMO ACCETTARE UN PONZIO PILATO CHE NON PRENDE MAI POSIZIONE E NON PIACE A NESSUNO, NE' AL FIGLIO NE' A QUEL CHE RESTA DELLA SINISTRA 2- DEL RESTO E' LA VERITA' DI UN PAESE DOVE CAMILLA CEDERNA SCRIVEVA ARTICOLI DI FUOCO SU PINELLI SULLO STESSO GIORNALE, "L'ESPRESSO" CHE VANTAVA IL PREFETTO FEDERICO D'AMATO, CIOE' IL CATTIVO DEL FILM, COME RUBRICHISTA DI CUCINA (E QUALCUNO DEVE ANCORA SPIEGARCELO). PER NON PARLARE DI ADRIANO SOFRI CHE SCRIVE SU "REPUBBLICA" E SUL QUALE IL FILM NON PRENDE ASSOLUTAMENTE POSIZIONE, ANZI, GRAZIE A UN RAPIDO MONTAGGIO SEMBRA CHE CALABRESI SIA STATO UCCISO NON DAL BRACCIO ARMATO DI LOTTA CONTINUA, MA DALLA CIA O DAI SERVIZI DEVIATI, COME MORO

Marco Giusti per Dagospia

La verità esiste? Quella si puo' raccontare, più' o meno si', come dimostra "Romanzo di una strage" di Marco Tullio Giordana scritto con Stefano Rulli e Sandro Pretaglia. La verita' di un paese che ancora non riesce a fare i conti su fatti accaduti oltre quarant'anni fa e che contemporaneamente si trova ad affrontare il buco nero della Diaz e a tentare di uscire dal ventennio berlusconiano con un governo di banchieri.

O quella di un paese dove non si riesce a fare del commissario Calabresi ne' un santino da fiction ne' un poliziotto violento alla Merli e alla fine dobbiamo accettare un Ponzio Pilato che non prende mai posizione e non piace a nessuno, ne' al figlio ne' a quel che resta della sinistra.

Del resto e' la verita' di un paese dove Camilla Cederna scriveva articoli di fuoco su Pinelli e Piazza Fontana sullo stesso giornale, "l'Espresso" che vantava il prefetto Federico D'Amato, cioe' il cattivo del film, come rubrichista di cucina (e qualcuno deve ancora spiegarcelo). Per non parlare di Adriano Sofri che scrive su "Repubblica" e sul quale il film non prende assolutamente posizione, anzi, grazie a un rapido montaggio sembra che Calabresi sia stato ucciso non dal braccio armato di Lotta Continua, ma dalla Cia o dai servizi deviati, come Moro...

Ora, a tutti noi piacerebbbe vivere nel cinema di Rulli e Petraglia, dove si vive di fiction e di verita' possibili, dove Calabresi e' Mastandrea e Pinelli e' Favino, dove i nostri misteri vengono risolti con un taglio al montaggio. Ma siamo un po' vecchi per credere a questa versione dell'interrogatorio e della morte di Pinelli dove gli agenti gli offrono il caffè' e non solo non viene spiegato come sia caduto dalla finestra, ma Calabresi, ammesso che non fosse in quella stanza, rientrando e vedendo Pinelli morto, non si sfoga coi suoi uomini, non chiede spiegazioni.

La strage di Piazza Fontana e la morte di Pinelli rappresentano per la generazione nata nel dopoguerra la fine dell'utopia del '68 e dei grandi sogni di rinnovamento, l'inizio degli anni di piombo e di tutti i segreti di stato che porteranno a quello che abbiamo vissuto negli anni '80 e '90. Per questo non possiamo ritenerci soddisfatti del caffè' che offre Calabresi a Pinelli. E neanche delle sequenze di fantasia coi dialoghi "esplicativi" fra Moro e Saragat e fra D'Amato e Calabresi.

"Romanzo di una strage" e' un buon film di finzione, con bravi attori e dialoghi credibili, ma non riesce a dirci nessuna delle verita' che volevamo sapere. Perche' ancora le compromissioni sono troppe e le autocensure pure. Come film, poi, ha il problema che e' tutto costruito sulla morte di Pinelli e non risolvendo quella, perde di concentrazione quando deve affrontare il resto della storia.

Con tutta la stima per Rulli, Petraglia e Giordana, e per il loro lavoro, quel che una generazione ha passato per il volo di Pinelli magari ha il diritto di saperne di più'.

2- APPLAUSO DEI PARENTI DELLE VITTIME AL FILM SULLA STRAGE
Claudio Del Frate per il "Corriere della Sera"

Sala gremita ieri sera al cinema Odeon di Milano per l'anteprima del film «Romanzo di una strage» che ricostruisce la bomba di Piazza Fontana e le morti dell'anarchico Pinelli e del commissario Calabresi.

E alla fine applausi convinti e prolungati per l'opera del regista Marco Tullio Giordana. Il primo ringraziamento, ed è forse quello più atteso di tutti, arriva da chi porta ancora i segni di quei tragici eventi, i parenti delle vittime dell'esplosione alla Banca dell'Agricoltura, che ieri sera sono arrivati numerosi in sala. Ringraziamento convinto al cast e al regista arriva da Carlo Arnoldi, presidente dell'Associazione vittime di Piazza Fontana: «Il film racconta semplicemente le verità e cioè che l'attentato fu opera degli ordinovisti veneti. Le indagini lo avevano stabilito solo che siccome Freda e Ventura sono stati assolti a Catanzaro non possono più essere condannati. Almeno la realtà storica è affermata; per noi è una parziale riparazione».

«Per noi è importante soprattutto non essere dimenticati, è importante che di quei fatti si continui a parlare e che si ricerchi almeno la verità storica» aggiunge Paolo Dendena, figlio di uno dei morti del 12 dicembre 1969. In sala c'era anche Claudia Pinelli, figlia dell'anarchico: «Mia madre non ce l'ha fatta a venire - dice prima che la proiezione abbia inizio - nemmeno io so se resisterò fino alla fine». Resisterà e sarà anche tra le persone a cui la platea rivolgerà un applauso commosso.

Con «Romanzo di una strage» il cinema italiano riscopre uno dei suoi valori storici, l'impegno civile. «La gente ha voglia che di queste cose si parli - ha detto il regista Marco Tullio Giordana - e ce ne siamo resi conto fin da quando giravamo le scene qui a Milano. I passanti ci dicevano: "Fate un film su Piazza Fontana? Bravi, è quello che ci vuole"». «Lavorando a quest'opera abbiamo incontrato il meglio e il peggio dell'Italia - aggiunge il produttore Riccardo Tozzi - ma è un lavoro che sentivamo andava fatto: per le vittime, per il Paese, per tentare di dare risposte a una piaga ancora aperta».

All'anteprima del cinema Odeon erano presenti anche gli attori Pierfrancesco Favino (che nel film è l'anarchico Pinelli) e Valerio Mastandrea (il commissario Calabresi) e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Presente anche Manlio Milani, presidente dell'Associazione delle vittime della strage di Piazza della Loggia a Brescia; qui, la settimana dopo Pasqua è attesa la sentenza del processo d'appello contro gli ordinovisti accusati della strage del 1974.

«Siamo ancora fiduciosi - ha detto Milani - le ultime udienze hanno consentito di riprendere in considerazione alcuni elementi di grande rilevanza». È l'ultima occasione perché la verità su quegli anni bui emerga anche nella realtà e non solo nella finzione cinematografica.

 

 

STRAGE DI PIAZZA FONTANA PIERFRANCESCO FAVINO e L ANARCHICO PINELLI LAPIDE PER PINELLI BANCA NAZIONALE DELL AGRICOLTURA PIAZZA FONTANA VALERIO MASTANDREA NEI PANNI DI LUIGI CALABRESI STRAGE DI PIAZZA FONTANA PIERFRANCESCO FAVINO e L ANARCHICO PINELLI LUIGI CALABRESI

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