1. RCS NON PORTERÀ I LIBRI IN TRIBUNALE, MA PER IL DUO NAGEL-ELKANN CHE IN QUESTA FASE SEMBRA DIRIGERE LA BARACCA, DEVE INCASSARE TRE CALCI NEGLI STINCHI 2, OGGI C’È BISOGNO DEL VOTO DI ROTELLI ALL’AUMENTO DA 400 MILIONI PER ARRIVARE ALL’AGOGNATO 66,66% IN ASSEMBLEA, MA IN CAMBIO, ROTELLI POTREBBE CHIEDERE LO SCIOGLIMENTO DEL PATTO (DAL QUALE È ESCLUSO) E LA TESTA DELL’AD SCOTT JOVANE 3. MENTRE LA CONSOB, NELL’IMBARAZZO DEI GIORNALONI DI LOR SIGNORI, ACCENDE UN SUPER FARO SULLA SOCIETÀ E D’ORA IN POI ESAMINERÀ CON CURA LE COPERTURE SUI DEBITI E I CONFLITTI D’INTERESSI TRA BANCHE CREDITRICI E BANCHE AZIONISTE. INSOMMA, TERRÀ D’OCCHIO CON ATTENZIONE IL COMPORTAMENTO DI INTESA SANPAOLO E MEDIOBANCA

a cura di Colin Ward e Critical Mess (Special Guest: Pippo il Patriota)

LA BATTAGLIA DI VIA SOLFERINO
Rcs non porterà i libri in tribunale, ma a caro prezzo. All'assemblea di oggi della società che pubblica il Corriere della Sera il contestatore Dieguito Della Valle potrebbe non presentarsi e il primo azionista del gruppo, il re delle cliniche Giuseppe Rotelli, dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza e votare "sì" all'aumento di capitale da 400 milioni.

Un aumento che a sua volta è decisivo per sbloccare 600 milioni di nuovi prestiti dalle banche. Ma in cambio, Rotelli potrebbe chiedere lo scioglimento del patto di sindacato (dal quale è escluso) e la testa dell'ad Pietro Scott Jovane, come scrive Repubblica. Mentre la Consob, nell'imbarazzo dei giornaloni di Lor signori, accende un super faro sulla società e d'ora in poi esaminerà con cura le coperture sui debiti e i conflitti d'interessi tra banche creditrici e banche azioniste. Insomma, terrà d'occhio con attenzione il comportamento di Intesa Sanpaolo e Mediobanca.

Quanto sopra, ovviamente, lo si intuisce solo da un'attenta lettura comparata dei giornali e facendo lo slalom tra abili tecnicismi di ogni tipo. Come se i lettori e i piccoli azionisti non dovessero capire che sta succedendo ai piani alti del primo gruppo editoriale del Paese, dove s'incrociano potere bancario e quel che resta della Grende industria del Nord.

Repubblica annega in un pezzo molto informato di Andrea Greco la bomba di giornata sul diktat di Rotelli: "L'imprenditore della sanità, per stare nella partita, avrebbe chiesto tre condizioni: lo scioglimento del patto, la rivisitazione del piano industriale e un possibile ricambio del management guidato da un anno da Pietro Scott Jovane" (p. 24).

Tre calci negli stinchi al duo Nego Nagel-Yacht Elkann che in questa fase sembra dirigere la baracca, con la benedizione di Abramo Bazoli ed Enrico Cucchiani. Ma oggi c'è bisogno del voto di Rotelli per arrivare all'agognato 66,66% in assemblea, quindi è lecito fare qualche mezza promessa.

Preoccupata la Stampa di Torino: "Rcs nel mirino di Consob. Da Pesenti sì all'aumento. Diplomazie al lavoro sul ruolo di Della Valle" (p. 26). E il perché lo spiega il Sole 24 Ore ("Solferino nella grey list Consob", p. 27): "Per Consob Rcs non è più solo un generico ‘sorvegliato speciale' (...).

La casa editrice dovrà fornire informazioni specifiche sulla propria posizione finanziaria netta, sui covenants dei prestiti e sul rispetto o meno degli impegni presi con le banche, oltre che sullo stato di avanzamento del piano industriale e finanziario". Soprattutto, dovrà divulgare "le considerazioni svolte dal comitato parti correlate". Che tra via Solferino e piazzetta Cuccia sono molto correlate.

ROTTAMIAMO ANCHE LETTAENRICO?
Volevano tanto riformare il Porcellum, su preciso mandato di Re Giorgio Banalitano, ma alla fine si parte con un rinvio e un vago progetto di modifica di questa legge elettorale che ha prodotto le larghe intese. Ma soprattutto, è iniziata la guerra di posizione tra Matteuccio Renzi e Lettaenrico.

Il Giornale la spara in prima pagina: "Ora Renzi prova a far cadere Letta. Volano le coltellate. Sgambetto al governo sulla riforma della legge elettorale: il Pd lo salva ma si spacca" (p. 1). La Repubblica dei renziani: "Il Pd si spacca sulla legge elettorale poi in aula dice no al Mattarellum. Letta: non è più tempo di scherzare. Sì al testo dell'esecutivo, stop ai dissidenti. Renzi: liturgie dc".

"Il premier teme il fuoco amico del sindaco. ‘Così si manda il governo fuori strada'. Sms di Renzi a Letta: ‘Non c'entro niente con la mozione di Giachetti" (pp. 2-3). Il Corriere delle larghe intese lancia l'allarme: "I lettiani: Renzi vuol far cadere il premier. Il sindaco: vedo troppa democristianeria. Bindi, 44 firme contro la maggioranza" (p. 9).

Anche la Stampa soffia sul fuoco dei sospetti: "Gelo di Letta e sospetti nel partito. ‘Renzi regista dell'operazione'. Il rottamatore chiama i suoi: ‘Niente sgambetti al governo. Fate capire che io non c'entro nulla, non diamo alibi a chi dice che cerchiamo di fare sgambetti al governo" (p. 3).

Ma sul Messaggero, ecco a voi l'imperdibile velina quirinalizia ("La preoccupazione del Colle: il sistema va messo in sicurezza", p. 6) dalla quale si apprende quanto segue: "Non ci sono particolari reazioni sul Colle alle ferme parole con cui Enrico Letta ha richiamato... ma è evidente la sintonia tra premier e capo dello Stato sul tema cruciale delle riforme". Bene, siamo tutti più tranquilli. Ci resta male il Cetriolo Quotidiano: "Il Pd contro se stesso dice no all'abolizione del Porcellum. Il documento di Giachetti chiedeva il Mattarellum" (p. 7).

MA FACCE RIDE!
Prima pagina di Repubblica: "Letta: riforme o casa", ma tra 18 mesi. Sembra uno di quei dirigenti che per protesta si dimettono dal ruolo, ma mai dall'azienda.

UN, DUE, TRE, GRILLINO!
Va avanti lo psicodramma collettivo nella grande casa di vetro di Grillomao. Qui ogni giorno ha la sua pena (capitale): "Grillo, avvertimento ai dissidenti. ‘Chi vuole l'accordo con il Pd è fuori'. Mail della Lombardi: ‘Spie tra di noi, sono delle merde'. Dopo la sconfitta, nuovo sfogo del leader contro Rai e informazione: ‘Arma letale'" (Repubblica, p. 6). Intanto, "In Parlamento è caccia ai dialoganti e spunta l'idea di un ‘gruppo ponte'.

Stretta sui parlamentari: ‘I ddl prima presentateli sul blog" (Repubblica p. 7). Il blog di Grillo & Casaleggio terzo ramo del Parlamento? Il Corriere riporta "voci su un partito di siciliani" (p. 10). I famosi "grillini responsabili"? Staremo a vedere. Il Messaggero spiffera la storia di "riunioni segrete dei dissidenti" a casa del deputato siciliano Tommaso Currò, tra i primi a criticare le scelte di Grillo (p. 8).

QUEL CHE RESTA DELLA SEGA NORD
Dopo la batosta alle amministrative, acque agitatissime tra i seguaci del Dio Po. "Lega, battaglia per la segreteria. Giorgetti in testa. Bossi: io tradito, la gente vuole che torni. Da Bobo errori, faccia un passo indietro. L'effetto Veneto penalizza Tosi. Maroni dalla parte del deputato del Carroccio entrato nel gruppo dei saggi (Corriere, p. 13).

Intanto continua lo stillicidio delle "rivelazioni" dell'ex tesoriere del partito: "Belsito attacca Bossi sui soldi in Tanzania. La replica. Vuole salvarsi infangando gli altri. Ieri interrogatorio-fiume dell'ex segretario amministrativo leghista a Milano. Accuse anche a Maroni, Calderoli e Castelli" (Repubblica, p. 19).

NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Finta festa per la finta promozione dell'Italia in Europa. "La Ue cancella la procedura all'Italia ma chiede tasse su consumi e patrimoni. Rehn: ‘Roma ha margini molto stretti'. L'Ocse corregge al peggio le stime su Pil e occupazione" (Repubblica, p. 10). Sul Corriere delle banche l'avvertimento del ministro Saccomanno Saccomanni: "Prima il taglio delle spese, poi il calo delle tasse".

Poi, l'incredibile benedizione al potere bancario di casa nostra: "Il sistema creditizio ha dimostrato solidità" (p. 3). E certo, prestano soldi solo agli amici degli amici. Sul Messaggero, altri dolori: "Spesa nel mirino, nuova stretta contro l'evasione. Il governo riparte dalla spending review e dalla legge delega sul fisco già pronta" (p. 3).

LA BAVA SEPARATA DALLE ISTITUZIONI
Michele Vietti in soccorso del suo capo al Csm. "Napolitano testimone? Una mossa che non serve ad accertare la verità'- Vietti (Csm) polemico con i pm del caso Stato-mafia. "Mancanza di rispetto verso il ruolo e la sua storia" (Stampa, p. 9). Adesso, dopo queste vibranti parole, toccherà inserire nel codice penale il concetto di "uomo di rispetto".

POLIZIOTTONE CAPO
Da mesi senza una guida, dopo la morte di Antonio Manganelli, la Polizia potrebbe avere presto un nuovo capo. Ci scommette Repubblica: "Polizia, verso la nomina di Pansa. Il governo supera i veti incrociati. Il prefetto sarà il nuovo capo. Superata la concorrenza di Gabrielli e Pecoraro" (p. 9).

IL FURBILLO IN REDAZIONE
Pagina 25 di Repubblica: "Il fisco. Tra Svizzera e Usa c'è l'intesa anti-evasori". A pochi centimetri, foto di Sergio Marpionne assai perplesso.

 

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