erri de luca

RITRATTONE DI ERRI DE LUCA BY GIANCARLO PERNA - E’ UN INTELLO’ SENZA PARTITO DALLO SCONFINATO NARCISISMO - LA SUA IMPRESA PIÙ NOTA FU L'INTERRUZIONE VIOLENTA DELLA PRIMA MANIFESTAZIONE FEMMINISTA ROMANA NEL DICEMBRE 1975 - SCOPRÌ LA SUA NATURA ANARCO INDIVIDUALISTA, FU OPERAIO, PORTUALE, MAGAZZINIERE, INSERVIENTE NEI CIRCHI, FUNAMBOLO, GIOCATORE DI BRIDGE - DECISE DI ERIGERSI UN MONUMENTO IN VITA…

Giancarlo Perna per “la Verità”

 

A unificare le tante facce dello scrittore, Enrico (Erri) De Luca, è lo sconfinato narcisismo che ne imbozzola la crisalide per restituirlo metamorfosato in luminosa farfalla iridescente. Questo incipit importante, è un omaggio allo stesso De Luca che nei suoi 40 libri, molti editi da Feltrinelli, non ha mai usato una frase piana, banalmente descrittiva, ma le ha tutte arzigogolate, complicando concetti semplici. De Luca ha 68 anni e una fisionomia definita. È un intellò senza partito. Se ha una fede, è l'ecologismo.

giancarlo perna

 

È anti Tav, anti trivelle, anti Matteo Salvini di cui dice, «fa il guappo con i deboli», gli immigrati. Da 30 anni, campa di libri propri o traduzioni, specie dall' ebraico antico di cui è autodidatta, al ritmo di 1 ogni 3 anni. Vive in modo essenziale, abitando nei pressi di Roma, verso il Lago di Bracciano. Ha una passione dominante: la montagna. Preferisce le Dolomiti ma conosce anche gli Ottomila. Scala in scarponi e picozza o arrampica a corpo libero con scarpette e magnesite con cui mantiene asciutte le dita per la presa sulla roccia. Ora gli anni incalzano ma un tempo era facile imbattersi in lui su qualche falesia del Lazio.

Specie sulla Grotta dell' Arenauta di Gaeta dove ha stabilito il record personale arrampicando un 8b+ a mani nude.  Siamo a livelli altissimi, essendo il massimo 9c.

 

ISPIRATO DAGLI ODORI

erri de luca

Nello stile, Erri si ispira agli scimpanzé che aveva osservato nello zoo di Napoli, sua città natale, quando da adolescente bigiava la scuola. Ne ha imitato la naturalezza nel districarsi tra i rami, priva di ogni sforzo e spreco. Il Tiergarten partenopeo, ha un ruolo importante nella sua formazione. Gli ha dato il gusto della solitudine e della natura, affinandone i sensi. In particolare, l' olfatto di cui, assieme al sesso, è nutrita la sua narrativa colma di odori, afrori, corpi avvinghiati. L'Erri scrittore è un imbarazzante fiutare continuo.

 

Durante quel suo birichino marinare le lezioni, lo inebriava perfino il fiato degli ippopotami che induceva a spalancare le fauci davanti a lui, per captarne l' effluvio di erba che ne usciva. Questa curiosa psicologia naturista, unita all' acribia descrittiva di un altro istinto primordiale, la sessualità, gli ha procurato nel 2016 un premio letterario per la peggiore scena di sesso in un romanzo. Glielo conferì la britannica, Literary Review, che ripescò un amplesso descritto da De Luca nel volumetto Il Giorno prima della Felicità.

 

FILIPPO FACCI E ERRI DE LUCA

A motivare la giuria, la sordità dell'autore alle morbide attrattive dell' erotismo. Sentite, infatti, quant' è spinoso: «Il sesso era un legno incollato al suo ventre. Spinse il mio sesso contro l' apertura del suo. I sessi pronti nell' attesa, si appoggiavano appena, ballerini tesi sulle punte». Dunque, una sensualità aspra, quasi manganellatrice che, come dirò subito, ci porta a ritroso nel tempo. Erri fece buon viso al premio: «Ringrazio per la pubblicità che mi farà vendere molto copie». Si capì, però, che era offeso.

 

DA NAPOLI ALLA CORTE DI LC

La rudezza di De Luca anche negli abbandoni sentimentali, ha origine nella militanza del Nostro tra gli extraparlamentari di Lotta continua. Aveva 20 anni, nel 1970, quando a Roma si avvicinò al movimento di Adriano Sofri. L' anno prima, se n' era andato da Napoli dopo avere concluso gli studi secondari al liceo Umberto I. Di ottima famiglia impoverita dalla guerra, doveva badarsi da solo. Portava con sé, il bagaglio di una nonna americana e dello zio Harry (da cui Erri) che gli davano un che di meteco. L'adesione a Lc, distolse per sempre De Luca dalla laurea.

erri de luca manifestazione per giulio regeni

 

Nel movimento, succedendo a Luigi Manconi, ebbe la responsabilità del servizio d' ordine, sorta di capeggiamento militare degli esagitati, con centinaia di sottoposti pronti alle mani. La sua impresa più nota fu l' interruzione violenta della prima manifestazione femminista romana nel dicembre 1975. Le donne non volevano uomini nel loro corteo, compagni o no. A Erri saltò la mosca al naso. «Ma come», disse, «dove finisce così l' unità della sinistra e il comune antifascismo? Non si distrugge la compattezza proletaria».  E per salvaguardarla, sfasciò il corteo che vi si opponeva, tra le urla delle ragazze, comprese quelle di Lc che solidarizzarono con le femministe. L' immagine di Erri si offuscò.

 

LA ROTTURA CON I COMPAGNI

L' anno dopo, si fece ancora notare al Congresso di Rimini (31 ottobre-4 novembre) in cui Lc decise di sciogliersi, lasciando in vita il giornale dello stesso nome. Saggio modo di sottrarsi, dopo lo sciagurato assassinio del commissario, Luigi Calabresi (1972), alle tentazioni del crescente terrorismo rosso. Altro che sparire, bisognava rafforzarsi, sostenne invece Erri.

 

ERRI DE LUCA

Salì sul palco e, interrompendo l' assemblea che inneggiava alla delegazione palestinese al grido «Palestina rossa», scandì al microfono: «I proletari vogliono che noi restiamo compatti come un pugno, con la bandiera rossa lavata e lustrata. Non possiamo deludere le aspettative di questa folla proletaria. Lc predica l' utopia e, finché lo fa, la borghesia non può dormire tranquilla. Ovunque la contraddizione tra proletari e borghesi prende la forma dello scontro, quello è il nostro posto». Eccetera. L' assemblea restò freddina, la sua posizione isolata e Lc si sciolse.

 

LA RICERCA DELLA RIBALTA

Senza più l' ancoraggio della rivoluzione proletaria, per Erri iniziarono anni errabondi. Scoprì la sua natura anarco individualista, irrorata di narcisismo che gli faceva accettare le difficoltà come segno di un destino speciale. Fu operaio, portuale, magazziniere, inserviente nei circhi, funambolo, giocatore di bridge per ristorarsi con le vincite. Girò l' Italia, la Francia, la Tanzania, i Balcani, dove, aggirando le mine, portò soccorsi nelle guerre di fine Novecento. Per farsi ricordare dai connazionali, aldilà dei libri, partecipava alle nostre polemiche o ne creava di fittizie.

Erri De Luca

 

Non potendo essere in galera al posto di Sofri per l' assassinio di Calabresi ma invidiandone la visibilità, sostenne a più riprese di sapere chi fosse il reale omicida. Invitato a dirlo, replicava: «Solo quando non avrà più rilevanza penale» o, variante, «quando Sofri non sarà più in carcere».

 

Ci campò sopra un decennio, prendendosi le prime pagine. Non ha però mai rivelato un accidente, né lo fa ora che potrebbe. Altre volte, difendeva il terrorista Cesare Battisti con frasi a effetto tipo, «liberatene i polsi», o ironizzava sulla Tav «più che un' opera, un' operetta: in 30 anni neanche un centimetro», mandando in bestia alcuni e in visibilio altri. Così è stato sulla bocca di tutti, fino all' apoteosi dell' incriminazione da parte della Procura di Torino per avere spronato a sabotare con la forza il tunnel della Val di Susa. Poiché era una semplice opinione, seppure ardita, fu assolto e da allora è l' eroe eponimo degli antimodernisti e luddisti d' Italia.

 

IL CENOTAFIO CARTACEO

Erri De Luca

A questo punto, cominciò a riflettere sui propri meriti, dalle scalate, ai libri, alle lotte civili, e decise di erigersi un monumento in vita. Nel 2011, creò la Fondazione Erri De Luca consacrata a sé stesso e bipartita in «Fondo Lc», con reperti e pubblicazioni sul fu movimento, autoproclamandosene Penate, e in Fondo EdL, sulla propria opera letteraria: l' intera collezione, le critiche, i filmati, i saggi su di lui e un premio annuale alla migliore tesi di laurea dedicata ai suoi scritti. Ora, signoreggia felice sul proprio cenotafio.

ERRI DE LUCA

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…