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SABINA CIUFFINI, UNA RAGAZZA DEL ’68 DENTRO UNA TV DEMOCRISTIANA: “DA MINORENNE ERO DIVENTATA LA RAGAZZA PIÙ FAMOSA D’ITALIA E QUANDO LA COSA FINÌ, DOPO CINQUE STAGIONI DI RISCHIATUTTO, PROVAI UN SENSO DI LIBERAZIONE" – LA CONDUTTRICE E STORICA VALLETTA DI MIKE BONGIORNO SI RACCONTA - LA “RIVOLUZIONE” DELLA MINIGONNA, IL RAPPORTO CON MIKE, PAPA PAOLO VI CHE SEGUE "RISCHIATUTTO" E L’ADDIO ALLA TV - “IO UN’ICONA? PER STRADA MI FERMANO ANCORA. OGGI FANNO PARLARE CHIUNQUE, NOI ERAVAMO TUTTA UN’ALTRA STORIA”

Maurizio Crosetti per repubblica.it - Estratti

 

Sabina, sono cinquant’anni che le chiediamo della sua minigonna: non si è stancata?

MIKE BONGIORNO SABINA CIUFFINI

“Ma no! Anche perché, se non è stata una rivoluzione del costume, poco ci è mancato. A Rischiatutto arrivavano lettere di ragazze della provincia italiana, con dentro fotografie insieme ai padri, e loro che dicevano: se la minigonna la mette Sabina, che è educata e seria, papà dice che posso metterla anch’io”.

 

Togliamoci il dente, allora: minigonna. A lei chi la fece indossare?

“Ma la Rai, naturalmente. Decidevano tutto loro, purché poi io rimanessi ferma, composta e sorridente. Non dovevo dimenarmi. Sul pavimento mi avevano pure disegnato i segni per i piedi: dovevo stare lì sopra, immobile”.

 

A occhio, da quei segni lei è uscita presto.

“Può scommetterci”.

 

Ma si diceva della minigonna.

SABINA CIUFFINI MIKE BONGIORNO - RISCHIATUTTO

“A un certo punto accadde che campione di Rischiatutto diventò un certo Rolfi, che faceva il sacrestano. Venimmo a sapere che Paolo VI aveva cominciato a seguire il programma perché lo interessava questo tizio, e allora mi misero i pantaloni finché Rolfi non perse il titolo. Però arrivarono altre lettere, di ragazzi, militari, insomma i giovani maschi rivolevano le gambe. Io mi limitavo a eseguire gli ordini”.

 

 

(...)

 

E cos’era Mike, in tutto questo?

"Un maestro amabile, un soldato. Anche un ingenuo. Come quando s’illuse che la tivù commerciale sarebbe stata un moltiplicatore economico, invece si abbassò paurosamente il livello. Mike Bongiorno era modesto, aveva conosciuto tante delusioni e non pensava soltanto ai quiz. Noi si andava in onda nell’Italia delle Brigate Rosse, tutti ci giudicavano una cosa leggera ma c’era di più”.

 

MIKE BONGIORNO SABINA CIUFFINI RISCHIATUTTO

 

 

Ora useremo un termine orribile: lei è un’icona.

“Lo so, lo capisco dall’affetto di chi ancora mi riconosce per strada e mi accosta con rispetto. Mi sono sempre sentita protetta. La mia vita cambiò di colpo quando mi accorsi che non potevo più viaggiare in pullman: ero diventata davvero famosa, ci guardavano 30 milioni di italiani. Non che ci fosse grande scelta, ammettiamolo. Però eravamo seri, concentrati e attentissimi. Sempre Bernabei assumeva annunciatrici e vallette, poi le mandava alle conferenze di Pasolini”.

 

Lei però è uscita abbastanza presto dal video: come mai?

“La scatola magica, come la chiamava Mike, è anche una scatola malefica. Forse non ho saputo coltivare le relazioni, non mi sono tenuta aggrappata a nessuna cordata, oppure avevo poca ambizione. Non ero competitiva, non sgomitavo. In fondo, sono stata un’italiana semplice: forse mi vogliono ancora bene per questo”.

 

SABINA CIUFFINI OGGI

(...)

Oggi la tivù la guarda?

"Mi sembra piena di violenza e volgarità. E poi, fanno parlare chiunque. Con noi era tutta un’altra faccenda, c’erano filtri, selezioni accurate. Ora, quel vociare continuo e scomposto mi pare una tragedia. Che dice, sto facendo la saputella?"

 

Un poco, ma si sa che lei avrà per sempre vent’anni.

“Grazie, gentilissimo, ma ormai sono 73. Comunque, non è stato male rimanere fuori dalla scatola: dentro ci ho visto invecchiare male tanta gente che conoscevo. E quasi tutti quelli bravi, prima o poi li hanno fatti fuori. Forse perché nella selezione naturale della vita, i peggiori sono anche i più scaltri, i più svegli”.

 

SABINA CIUFFINI IN COMPAGNIA DI GIANNI AGNELLI

(...)

Sabina Ciuffini era una ragazza del Sessantotto dentro la tivù democristiana. Come la visse?

“A noi giovani, la televisione non interessava: volevamo andare in piazza. Poi mi accadde all’improvviso una cosa che non avevo cercato, e che è rimasta mia per sempre. La gioventù me la sono ripresa dopo, almeno un poco. Da minorenne ero diventata la ragazza più famosa d’Italia e quando la cosa finì, dopo cinque stagioni di Rischiatutto, provai un senso di liberazione. Però oggi sono contenta di non essermi liberata poi così tanto da quel tempo, che è stato profondamente mio”.

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