luca bizzarri - maurizio gasparri

STESSA SPIAGGIA, STESSO SCAZZO - NEMMENO AD AGOSTO SI SPEGNE LA CAGNARA IN TV O SUI SOCIAL - DA SALVINI CONTRO I 99 POSSE PASSANDO PER BRUGNARO-ELTON JOHN FINO ALLA TWEET-RISSA TRA GASPARRI E LUCA BIZZARRI, ECCO LE MIGLIORI “SCAZZOTTATE” DELL’ESTATE

Mattia Feltri per “la Stampa”

 

salvini al mare sulla spiaggia del papeete beach  3salvini al mare sulla spiaggia del papeete beach 3

Ci fu un tempo di vacanze vere, di serrande abbassate sul mondo, in cui agosto era il mese del silenzio. Poi arrivò Umberto Bossi a ribaltare tutto, dalla montagna e in canottiera si prese i sonnacchiosi tg e le prime pagine dei giornali occupate da esodi e controesodi. Ora agosto non si distingue più dal resto dell' anno: la moltiplicazione degli strumenti di dibattito ha reso la guerra permanente la guerra del consenso.

 

E persino più noiosa del previsto. E allora? E allora la novità di stagione è stata la lite interprofessionale, politici contro cantanti, politici contro comici, politici contro presuli, persino politici contro tifosi di curva. La notizia drammatica, per il futuro del Paese, è che talvolta comici e cantanti hanno vinto a mani basse.

 

Il "tamarro" Salvini stona con i 99 Posse

99 posse 99 posse

Il primo scontro al vertice è fra Matteo Salvini - vincitore indiscusso dello scudetto d' agosto - e i 99 Posse, gruppo pop napoletano uscito a inizio Anni Novanta dai centri sociali. L' improbabilità delle affinità elettive viene certificato dai musicisti su facebook co n un giudizio meditato: «Salvini è nu tamarro». Il terreno scelto è di quelli su cui il giovane capo leghista non teme rivali: «Questi sono peggio dei clandestini».

 

Certe volte bisognerebbe accontentarsi del pareggio, ma Salvini non è il tipo e prova la ripartenza: «Stiamo preparando qualche querela per insulti e minacce di vario tipo, così riusciremo a dare un po' di soldi in be neficienza». Palla persa e clamoroso contropiede: «Salvini, tieni un po' di soldi da parte per un vocabolario: beneficenza si scrive senza la "i", con la "i" si scrive deficiente».

 

Renzi messo in fuorigioco dal sindaco di Teramo

Luigi BrugnaroLuigi Brugnaro

In Italia è sempre lunedì, anche di martedì sera: tocca riparare nella moviola e nel processo biscardiano, il cui linguaggio è diventato quello universale della politica. E così il premier Matteo Renzi arriva martedì sera all' Aquila e si ritrova un gruppo di contestatori. Una volta si sarebbe detto fascisti e squadristi, oggi si dice «zerotituli», alla Mourinho.

 

«Parte dei contestatori sono legati al Teramo in serie B, la Fiorentina in B ci è andata per caso». Una battuta con poche chance di finire nelle antologie dell' umorismo, e però il sindaco di Teramo, il forzista Maurizio Brucchi, ci ha trovato gli estremi dello scandalo: «Gravissime dichiarazioni sui tifosi del Teramo e sulla squadra. Renzi ride e irride il Teramo. Si dimetta!». Siamo sfiorati dal sospetto che la curva non avrà soddisfazione dell' offesa ricevuta.

 

Brugnaro-Elton John Sfida a colpi di "schèi"

elton john coi figli zachary e elijahelton john coi figli zachary e elijah

L' aspetto più complicato della vicenda si è rivelata la traduzione in inglese di «fora i schèi», invito rivolto dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, alla popstar Elton John. Quest' ultimo, ridotta la vena creativa, si è fatto sentinella dei diritti gay e litiga con chiunque ne attenti la sacralità. Brugnaro, che non vuole insegnamento di teorie gender nelle scuole della città, è stato gratificato dei titoli di «bigotto» ed «estremamente sciocco» (contro Dolce e Gabbana, Elton John promosse il boicottaggio).

 

Il sindaco ha risposto su twitter a petto in fuori: «Caro #EltonJohn & compari vari. La sfido a donare risorse vere per salvare #Venezia. Passiamo ai fatti, fora i schei #EltonJohn!». E poi: «Caro ricco #EltonJohn Lei che ama così tanto la mia #Città, oltre a comprarsi una casa, quali risorse ha mai offerto per salvare #Venezia?». Finito qui, Brugnaro è andato a litigare con Celentano.

 

Quattro giorni di tweet tra Gasparri e Bizzarri

LUCA BIZZARRILUCA BIZZARRI

È s tata la più epica sfida ai tempi del social, durata quattro giorni e oltre cinquanta tweet, una specie di paradosso spazio-temporale nel regno della velocità a centoquaranta caratteri. Il senatore Maurizio Gasparri e il comico Luca Bizzarri bisticcia no sui marò. Bizzarri incassa un «imbecille» e risponde: parli «a vanvera».

 

Il resto è faida. Si informi, no si informi lei, si curi, si riposi, ritrovi la vena, e lei ritrovi la punteggiatura. La partita è impari, Bizzarri posta una sua foto con una candelina a forma di 24: «Il vicepresidente del Senato @gasparripdl ha passato le ultime 24 ore discutendo con un comico , pure imbecille. Urge festeggiare». Gasparri certifica il tracollo quando, dopo approfondita riflessione, scrive «Pappapero».

 

Il non-ideologo del M5S sconfessa la linea di Grillo

GASPARRI BIZZARRI TWEETGASPARRI BIZZARRI TWEET

A questo punto siamo un po' in imbarazzo, perché Beppe Grillo e il prof. Paolo Becchi sono rispettivamente il leader-non leader e l' ideologo ex ideologo dei Cinque Stelle. In fondo la loro potrebbe essere un polemica qualsiasi all' interno di un partito-non partito. E però Grillo è un comico-ex comico, persino candidato da Carlo Freccero al ritorno in Rai, per cui lo facciamo rientrare volentieri nel nostro catalogo.

 

Ebbene, in un momento di umorismo-non umorismo, sul blog di Grillo si legge che servono un «giro di vite sui permessi di soggiorno per protezione umanitaria» e «sistemi efficienti per il rimpatrio forzato delle persone cui viene respinta la domanda di asilo». Becchi gioca facile: «Borghezio? No Grillo». Vabbè, questa non fa nemmeno sorridere.

GASPARRI BIZZARRI TWEET 2GASPARRI BIZZARRI TWEET 2

 

Galantino scatena i leghisti "Vescovo comunista"

E siamo ritornati a Salvini, su cui avremmo avuto materiale per un corso monografico. Qui il contendente è inatteso, addirittura il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino. In pieno climax oratorio, il vescovo parla della politica come di «un puzzle di ambizioni personali all' interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi», dove «i piazzisti sono molti, piazzisti di fanfaronate da osteria, chiacchiere da bar che rilanciate dai media rischiano di provocare conflitti».

NUNZIO GALANTINO NUNZIO GALANTINO

 

Galantino se la prende con Salvini e Zaia che, a differenza di qualche prete, non ospitano immigrati in casa. La replica del segretario leghista non rientra nei canoni della sottile ironia: «Ha rotto le scatole». «È un vescovo comunista». «Continua a rompere le palle». Per gli insaziati, alla fine di agosto mancano ancora cinque giorni.

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

elly schlein nicola zingaretti donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL FONDO, IL PD HA COMINCIATO A SCAVARE FACENDOSI SCAVALLARE ADDIRITTURA DAL PARTITO DI GIORGIA MELONI – SE FDI NON POTEVA NON VOTARE SÌ AL PROGETTO “REARM EUROPE” DELLA VON DER LEYEN, I DEM, CHE ADERISCONO AL PARTITO SOCIALISTA, SI SONO TRASFORMATI IN EURO-TAFAZZI: 10 HANNO VOTATO A FAVORE, 11 SI SONO ASTENUTI (E SOLO GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAPOGRUPPO ZINGARETTI I FEDELISSIMI DI ELLY, DA TARQUINIO A STRADA, NON HANNO VOTATO CONTRO URSULA) – I FRATELLINI D’ITALIA, INVECE, DOPO AVER INGOIATO IL SI', PER NON FAR INCAZZARE TRUMP, SI SONO ASTENUTI SULLA RISOLUZIONE SULL’UCRAINA. LA SCUSA UFFICIALE? "NON TIENE CONTO" DELL’ACCORDO A RIAD TRA USA E UCRAINA. INVECE GLI EURO-MELONI PRETENDEVANO UN RINGRAZIAMENTO DEL  PARLAMENTO EUROPEO A "KING DONALD" PER IL CESSATE IL FUOCO TRA MOSCA E KIEV (CHE, TRA L'ALTRO, PUTIN NON HA ANCORA ACCETTATO...)

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...