peppe barra concetta

“SEI UN GUITTO” - PEPPE BARRA RACCONTA IL DUETTO DEI GATTI CON MAMMA CONCETTA A PARIGI QUANDO LEI INCIAMPO’ E LUI INIZIO’ A RIDERE COME UN PAZZO SUL PALCO. “SI DIVERTIRONO TUTTI. POI CALÒ IL SIPARIO E CI RITROVAMMO LEI E IO FACCIA A FACCIA. DIVENTÒ UNA FURIA, MI MOLLÒ DUE CEFFONI. POI MI GUARDÒ E, CON TUTTO IL SUO SDEGNO, DISSE…” - CANTAVA 'O SOLE MIO MENTRE STIRAVA E DE SIMONE SE NE INNAMORÒ…” - VIDEO

 

Maria Chiara Aulisio per ilmattino.it

 

Il duetto dei gatti, quando mamma Concetta inciampò sul palcoscenico del Theatre de la Ville di Parigi, mille posti a sedere in Place du Chatelet, sulla rive droite della Senna, Peppe Barra lo racconta ogni volta, e ogni volta l'episodio si arricchisce di nuovi, esilaranti particolari.

 

PEPPE CONCETTA BARRA 21

È vero che ormai è come la scena del cavalluccio rosso nel film di Luciano De Crescenzo, ma quando si parla di Peppe e Concetta insieme sul palco, è inevitabile.

«Allora cominciamo dall'inizio. C'erano voluti un paio di mesi di studio, e di prove, per imparare come si deve a recitare quel duetto».

 

Quello dei gatti?

«Un pezzo popolare di Gioacchino Rossini, che si divertì a scrivere questo brano buffo per ricordare la voce di due felini che tutte le mattine andavano a trovarlo».

 

E voi?

«Mamma e io dovevamo riuscire a trasformare in musica quei suoni. Vi assicuro che non fu per nulla facile interpretare i gatti: dovevamo cantare facendo solo miao».

 

PEPPE BARRA CONCETTA 25

Solo miao?

«Siamo nel Theatre de la Ville, è la sera del debutto. Tutti molto emozionati, classica atmosfera da prima. E poi Parigi, l'entusiasmo di recitare davanti a un pubblico diverso... Ve la faccio breve».

 

Che cosa accadde?

«Comincio io a miagolare, mamma doveva entrare in scena subito dopo. La vedo salire sul palco, miagola e viene verso di me. A un certo punto inciampa in qualcosa».

 

Quindi cade?

«Sta per cadere, barcolla ma - da grande professionista - canta lo stesso. Ne venne fuori un lamento comico accompagnato da un'espressione del viso così ridicola, ma così ridicola che, nonostante i miei disperati tentativi, non riuscii a trattenermi: cominciai a ridere come un pazzo».

 

Scoppiò a ridere mentre avrebbe dovuto fare il verso del gatto pure lei?

«Certo, toccava a me, ma non ce la feci. Ero irrefrenabile: ridevo, ridevo, ridevo. Insomma, il duetto diventò un monologo. Mamma lo cantò tutto da sola, e io non fui più in grado di emettere un suono».

 

Il pubblico come reagì?

PEPPE BARRA CONCETTA 9

«Si divertirono tutti. Poi calò il sipario e ci ritrovammo lei e io faccia a faccia. E allora non ci fu più niente da ridere. Diventò una furia, mi mollò due ceffoni. Poi mi guardò e, con tutto il suo sdegno, disse sei un guitto».

 

Severa mamma Concetta

«Quando si lavorava c'era poco da scherzare. Sul palco bisognava essere seri e da tutti pretendeva compostezza, rispetto degli orari e professionalità. Per il resto era una donna dolcissima, buona e molto umana. Quando è venuta a mancare per me è stata dura».

 

D'altronde la vostra era una vera e propria simbiosi.

«È così. Rappresentava il mio unico riferimento, un rapporto assai intenso, ma il teatro è stato quello che poi ci ha unito in maniera indissolubile. Mia madre ha fatto di me quello che sono».

 

PEPPE BARRA CONCETTA 5

Quando avete cominciato a recitare insieme?

«Fu un po' per caso in realtà. Ricordo che entrai a far parte della Nuova compagnia di canto popolare di Roberto De Simone. E fu proprio lui, De Simone, che, a casa mia, ascoltando Concetta che cantava O Sole mio mentre stirava, rimase incantato dalla sua voce e la convinse a tornare in scena».

 

E fu un successo.

«Strepitoso. Da La cantata dei pastori, dove lei si cimentò in uno straordinario Sarchiapone, a La gatta Cenerentola, raccoglieva solo consensi».

 

In realtà lei faceva già la cantante.

«Si avvicinò al canto, insieme con le sue sorelle Maria e Nella, che era solo una bambina. Nel pieno della seconda guerra mondiale tutte e tre iniziarono a farsi conoscere battezzando il loro sodalizio artistico con il nome di Trio Vittoria».

 

Cantavano e suonavano?

«Anche con un bel seguito. Mamma mi raccontava quando tutte e tre affittavano una barchetta a Mergellina, 3 lire da Pascale, e prima si facevano il bagno e poi, nel pomeriggio, cominciavano a cantare».

PEPPE BARRA CONCETTA

 

Spettacolo a bordo, insomma.

«Scendeva la sera, le barche di pescatori si accostavano e le seguivano per ascoltare la loro voce, le applaudivano e si complimentavano. A quell'ora - diceva mamma - il mare era tutta una fosforescenza, un sogno, veramente un sogno. Ci chiamavano 'a varca che canta».

 

Show piuttosto insolito per quei tempi.

peppe barra

«Durante la guerra era già un privilegio trovare un posto dove esibirsi. E loro ci erano riuscite nel migliore dei modi. Poi finalmente la guerra finì e mamma Concetta conobbe mio padre, Giulio Barra, pure lui faceva l'attore. Si innamorarono e si sposarono: quando nacque il mio primo fratello, Gabriele, lei decise di ritirarsi dalle scene e dedicarsi solo alla famiglia. Un ritiro lungo quasi trent'anni».

 

Una mamma sempre a disposizione, dunque.

«Era molto presente. Quando veniva a giocare con noi tornava bambina. Ce la metteva tutta per farci divertire e ci riusciva perfettamente. Ricordo che una volta mi costruì perfino un teatrino».

 

PEPPE BARRA

Con le sue mani?

«Soldi non ce ne stavano. Il teatrino lo avevo chiesto alla Befana. Non potendolo comprare, mamma non si perse d'animo e si organizzò da sola. Recuperò una cassetta di legno della frutta, cucì il sipario, disegnò il fondale e poi realizzò pure una decina di burattini: il corpo era di stoffa e al posto della testa ci piazzò i noccioli delle albicocche».

 

Che fantasia!

«Ironia, umiltà e fantasia. Tre straordinarie qualità che hanno fatto di mia madre Concetta Barra».

PEPPE BARRAPEPPE BARRAPEPPE BARRAPeppe Barra Peppe Barra Peppe Barra peppe barra

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...