“HO SCOPERTO COSA SIGNIFICHI ‘TRADIMENTO’ SOLO ORA. ANNI A FIDARMI DI QUESTA PERSONA. MI SONO SENTITO UN BABBEO” – IL FRATELLO DI PAOLO CALISSANO, CHE MORI’ SUICIDA 3 ANNI FA, PARLA DOPO LA RICHIESTA DI PROCESSO CHE LA PROCURA DI GENOVA HA FORMULATO NEI CONFRONTI DELL’AVVOCATO DELL'ATTORE ACCUSATO DI PECULATO, CIRCONVENZIONE DI INCAPACE E FALSO PER AVER SOTTRATTO PATRIMONI AI SUOI AMMINISTRATI – “C’È UNA CORRISPONDENZA DEVASTANTE FRA MOLTE DELLE OPERAZIONI PATRIMONIALI AVVENUTE E LE CONGIUNTURE PIÙ DIFFICILI DELLA VITA DI MIO FRATELLO CHE DOPO AVER SVILUPPATO UNA RISCHIOSA TOSSICODIPENDENZA FIRMÒ UN…”
Ilaria Sacchettoni per corriere.it - Estratti
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Dopo la richiesta di processo che la Procura di Genova ha formulato nei confronti dell’avvocato Matteo Minna — responsabile, secondo le indagini, di peculato, circonvenzione di incapace e falso per aver sottratto patrimoni ai suoi amministrati — parla Roberto Calissano, fratello maggiore dell’attore Paolo ( La dottoressa Giò ; Palermo Milano sola andata ; Vivere ) morto suicida nel suo appartamento romano esattamente tre anni fa. «Ho scoperto cosa significhi “tradimento” solo ora. Mi sono sentito un babbeo.
Anni a fidarmi di questa persona, un amico, un coetaneo, uno con cui si faceva l’aperitivo» rimugina Roberto.
Tra le nuvole che oscuravano il futuro di Paolo Calissano c’era anche un conto in banca in via di esaurimento.
La somma di molte fragilità, inclusa quella economica, hanno prodotto il risultato che oggi sappiamo. I barbiturici si sono portati via Paolo, dopo che qualcuno gli aveva già rubato sicurezza, autonomia, liquidità. Dalle indagini della Finanza era emerso che l’attore era stato spinto a sottoscrivere versamenti a favore di una società intestata a Minna. Racconta, allora, la storia della sua «dabbenaggine» ricorrendo alle metafore, Roberto: «La vivo un po’ come il crollo del ponte Morandi. Chi passava di lì si fidava della manu-tenzione... Ecco, io mi fidavo».
Cosa ha scoperto, invece, assieme al suo avvocato, la penalista Santina Ierardi dopo la conclusione dell’inchiesta? «Per fare solo un esempio mi sono reso conto che nel 2012, proprio mentre Paolo aveva sviluppato una rischiosa tossico-dipendenza, quando i suoi problemi professionali cominciavano a preoccuparlo, l’amministratore di sostegno (Matteo Minna, ndr ) gli faceva firmare un accordo stragiudiziale che lo vincolava a corrispondergli una somma al riparo da decisioni dei giudici». Per il fratellone maggiore tutto questo non si spiegherebbe senza «una grande capacità di affabulazione» di Minna che, per i pm, è responsabile di altre sventure patrimoniali.
A distanza di pochi giorni dalla morte di Paolo, Roberto Calissano ha visto cancellate e liquidate due delle sue società costituite fra il 2016 e il 2019. «C’è una corrispondenza devastante fra molte delle operazioni patrimoniali avvenute e le congiunture più difficili della vita di mio fratello. La malattia di papà, quella terminale di nostra madre: questa persona si trovava lì nei momenti più bui, sempre con la sua aria familiare». Il 30 gennaio è fissata l’udienza preliminare di fronte al gip e per l’occasione Roberto si costituirà parte civile contro Minna.
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