fontana conte

“VAFFAN...CIALTRONE” – COME DAGO-ANTICIPATO, SONO VOLATI GLI STRACCI TRA ATTILIO FONTANA E CONTE. IL GOVERNATORE LOMBARDO MANDA A QUEL PAESE IL PREMIER: “MENTRE MEDICI E INFERMIERI STANNO A LAVORARE TU TE NE VAI IN TELEVISIONE DALLA D'URSO" - POI AVREBBE INTERROTTO LA TELEFONATA – UNA RISSA DA SALOON CHE HA COSTRETTO MATTARELLA A INTERVENIRE PER FARE DA PACIERE E RIPORTARE TUTTI ALL'UNITÀ NECESSARIA…

 

https://m.dagospia.com/si-vocifera-di-una-clamorosa-sfuriata-di-attilio-fontana-alla-riunione-in-corso-alla-protezione-227928

 

Da la Stampa

 

FONTANA E CONTE

Visto dal Colle, lo spettacolo non è stato piacevole. Un vero e proprio scontro istituzionale tra il premier e il presidente della Regione Lombardia e che è sfociato scenograficamente in rissa di fronte a ministri, governatori collegati in videoconferenza, collaboratori, tecnici, e che ha costretto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a intervenire per fare da paciere e riportare tutti all' unità necessaria ad affrontare con la massima lucidità la guerra al virus Covid19.

 

Mentre il bollettino continua ad aggiornarsi con il numero delle vittime e dei contagiati, tra i palazzi della politica romana non si parla di altro che del violento duello verbale tra Giuseppe Conte e il governatore lombardo Attilio Fontana. È mattina, quando nella sede della Protezione civile si riuniscono attorno al tavolo il premier, i ministri, tecnici e scienziati coinvolti nell' emergenza.

 

Su un grande televisore, moltiplicati in tanti piccoli schermi, sono collegati i presidenti delle Regioni. La tensione è alta. Conte non vuole atti unilaterali e chiede ai governatori di attenersi al coordinamento nazionale, pur comprendendo come al Centro e al Sud siano spaventati dal ritorno in massa degli studenti per le università chiuse o perché terrorizzati dal virus.

FONTANA E CONTE

 

Restano, poi, le scorie della sera prima, gli effetti delle parole di Conte che hanno segnato un primo strappo nei rapporti. Fontana è ancora furioso. E non tanto per la minaccia del premier, poi parzialmente rettificata, di avocare a sé i poteri della Sanità, proprie delle Regioni, se i governatori non si fossero attenuti al piano.

 

Quanto per l' attacco rivolto alla sanità lombarda, dove Conte avrebbe individuato la falla nei mancati controlli all' ospedale di Codogno. Con i nervi che vibrano, basta poco a far precipitare la discussione. Prima si inciampa su un' incomprensione. I governatori del Nord temono di non avere abbastanza mascherine a disposizione e chiedono il blocco delle esportazioni. Si riferiscono a quelle per il personale medico ma uno dei tecnici a Roma equivoca e mette in dubbio l' efficacia delle mascherine di garza per la gente comune che non ha particolari patologie.

conte

 

Fontana la vive come un' ennesima critica. È la prima colluttazione verbale. Passa qualche minuto, e questa volta è il presidente della Puglia Michele Emiliano ad agganciarsi alle parole di Conte della sera prima, puntando il dito contro la gestione lombarda dei protocolli. È qui che Fontana esplode: «Come vi permettete di attaccare medici e infermieri».

 

A questo punto le versioni divergono. Palazzo Chigi smentisce alcune ricostruzioni, le stesse che ha raccolto la Stampa da tre fonti diverse. Fontana, rivolto a Conte, si sarebbe prima sfogato così: «Mentre medici e infermieri stanno a lavorare tu te ne vai in televisione dalla D' Urso». Poi avrebbe interrotto la telefonata urlando «vaffa... cialtrone» (una delle fonti ricorda «ciarlatano»).

Solo l' intervento del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, ex sindaco di Lodi, avrebbe convinto Fontana a tornare al tavolo. Nel frattempo Conte avrebbe chiesto ai tecnici di uscire dalla stanza, per chiarire e riportare la calma.

 

giuseppe conte

Questo succede prima di pranzo. Qualche ora dopo il leader della Lega Matteo Salvini fa sapere di aver telefonato a Conte e di avergli offerto le proprie idee per affrontare i contraccolpi sull' economia dell' emergenza sanitaria. Telefonata molto formale, rivela Salvini che aggiunge: «Mi risulta che dopo le parole sgradevoli del premier siano arrivate rimostranze, non solo da sindaci e governatori, ma anche un segnale di maggior cautela da piani ben superiori».

 

Un riferimento al Quirinale subito smentito da Palazzo Chigi. Quel che è certo è che Fontana ha avuto un colloquio con Mattarella, nel quale il Capo dello Stato ha ribadito la necessità di evitare polemiche politiche e di marciare uniti nella lotta al coronavirus. Un appello che ha un immediato effetto balsamico. La tregua è conseguente. Per Fontana « l' ospedale di Codogno ha rispettato ogni protocollo, apprezzo che Conte si sia reso conto delle sue affermazioni e le abbia rettificate». Ma quello che racconta questa lacerazione istituzionale è uno sfibramento che, agli occhi di avversari interni alla maggioranza come Matteo Renzi , è il segno che il governo Conte traballa sempre di più.

sergio mattarella giuseppe conte 9

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…