weinstein streep matt damon

WEINSTEIN AFFAIR - ROSE MCGOWAN ATTACCA MERYL STREEP E LE ATTRICI CHE COME LEI "HANNO FELICEMENTE LAVORATO PER THE PIG MONSTER" E CHE ORA HANNO ANNUNCIATO LA LORO PROTESTA SILENZIOSA VESTENDO DI NERO AI GOLDEN GLOBE: "IL TUO SILENZIO È IL PROBLEMA. DISPREZZO LA TUA IPOCRISIA”

Repubblica.it

 

meryl streep harvey weinstein

Rose McGowan si scaglia contro l'ipocrisia delle "dive in nero". L'attrice, tra le prime ad aver accusato apertamente Harvey Weinstein di molestie sessuali, contesta l'iniziativa di indossare abiti neri alla cerimonia dei Golden Globe. Meryl Streep, Emma Stone e Jessica Chastain sono state tra le prime ad aderire a questa forma di protesta silenziosa contro gli abusi denunciati da settimane a Hollywood. Rose McGowan, in prima linea nella battaglia contro il produttore che definisce "The Pig Monster", su Twitter esprime il suo sdegno nei confronti dell'iniziativa, accusando le colleghe di essere ipocrite rispetto al problema.

 

rose mcgowan

?

weinstein rose mcgowan

@rosemcgowan

 

Actresses, like Meryl Streep, who happily worked for The Pig Monster, are wearing black ?@GoldenGlobes in a silent protest. YOUR SILENCE is THE problem. You’ll accept a fake award breathlessly & affect no real change. I despise your hypocrisy. Maybe you should all wear Marchesa.

 

 

McGowan attacca in particolare Meryl Streep e le attrici che come lei "hanno felicemente lavorato per The Pig Monster" e che ora hanno annunciato la loro protesta silenziosa vestendo di nero ai Golden Globe. "Il tuo silenzio è il problema" scrive l'attrice nel tweet, "accetterai un premio falso senza batter ciglio e non ci sarà nessun cambiamento reale. Disprezzo la tua ipocrisia. Forse dovresti indossare Marchesa" conclude McGowan, facendo riferimento a Weinstein che costringeva le sue attrici a vestire gli abiti disegnati dalla moglie, Georgina Chapman.

meryl streep harvey weinstein meryl streep harvey weinstein robert rodriguez rose mcgowan harvey weinsteinrose mcgowanmeryl streep harvey weinstein

 

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…