gene hackman

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - VOLEVA ESSERE UN DURO GENE HACKMAN, SCOMPARSO OGGI A 95 ANNI? NO. MA VOLEVA ESSERE UN ATTORE BRAVO, COME MARLON BRANDO, IL SUO IDOLO, O BELLO COME ERROL FLYNN, L’ALTRO SUO IDOLO - EPPURE È STATO UN GRANDE DURO E UN GRANDE ATTORE. E UN DURO VIOLENTISSIMO, ANCHE SE ODIAVA LA VIOLENZA E I SUOI RUOLI VIOLENTI. COME ODIAVA ESSERE UNA STAR. SOFFRE, VA ADDIRITTURA IN DEPRESSIONE QUANDO VEDE CHE I SUOI RUOLI PIÙ SENTITI E AMATI, NON VENGONO CAPITI DAL PUBBLICO. COSÌ RIFIUTA I RUOLI DIFFICILI E FILM DA OSCAR, PER FILM PIÙ FACILI E DAI GRANDI COMPENSI PER POI REINVENTARSI CON FILM INNOVATIVI, E NEL 2004 SI FERMA. NON È STATO BELLO COME FLYNN, MA DI SICURO È STATO BRAVO COME BRANDO… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

 

gene hackman e la moglie betsy arakawa 5

Voleva essere un duro Gene Hackman, scomparso oggi a Santa Fe a 95 anni assieme a sua moglie, la pianista Betsy Arakawa, 63 anni, e al cane? No. Ma voleva essere un attore bravo come Marlon Brando, l’idolo suo e del suo amico del cuore, Dustin Hoffman. Lo decise quando da ragazzino lo vide recitare in “Un tram chiamato desiderio”. Uscì dal cinema e lo disse a suo padre. O bello come Errol Flynn, l’altro suo idolo. Aveva a casa un solo manifesto cinematografico, quello di “Missione all’alba”/”The Dawn Patrol” di Edmund Goulding.

 

“Volevo recitare”, dirà, “ma sono sempre stato convinto che gli attori dovessero essere belli. Questo risale ai tempi in cui Errol Flynn era il mio idolo. Uscivo dal cinema e rimanevo sorpreso quando mi guardavo allo specchio e non assomigliavo a Flynn. Mi sentivo come lui”. Anche con i baffi, che spesso portò al cinema, non si avvicinò mai a Errol Flynn. Eppure è stato un duro, un grande duro e un grande attore. Da subito, il Buck Barrow di “Bonnie and Clyde” di Arthur Penn, il Lex Luthor di “Superman” di Richard Donner.

gene hackman 2

 

E un duro violentissimo, come il Popeye Doyle di “Il braccio violento della legge” di William Friedkin, o come il Little Bill Daggett di “Gli spietati” di Clint Eastwood, ruoli per i quali vincerà ben due Oscar, uno da protagonista e uno da non protagonista. Anche se odiava la violenza e i suoi ruoli violenti. “Ho scoperto molto presto che non sono una persona violenta. E questi poliziotti sono continuamente circondati dalla violenza. Ci sono stati un paio di giorni in cui volevo lasciare il film”. Come odiava essere una star.

 

gene hackman gli spietati

 “Mi hanno insegnato a essere un attore, non una star. Mi hanno insegnato a interpretare dei personaggi, non ad avere a che fare con la fama, gli agenti, gli avvocati e la stampa”. Eppure soffre, va addirittura in depressione quando vede che i suoi ruoli più sentiti e amati, l’Harry Caul de “La conversazione” di Francis Coppola e il Max di “Lo spaventapasseri” di Jerry Schatzberg, dove divide la scena con un giovane Al Pacino, non vengono capiti dal pubblico.

gene hackman

Così rifiuta i ruoli difficili, rifiuta film da Oscar come “Qualcuno volò sul nido del cuculo” o “Quinto potere” o “Incontri ravvicinati del terzo tipo” per film più facili e dai grandi compensi, “La bandera” di Dirk Richards, con Terence Hill co-protagonista, o “In tre sul Lucky Lady” di Stanley Donen con Liza Minnelli e Burt Reynolds, dove sostituisce all’ultimo minuto George Segal e viene pagato più di un milione di dollari o “L’avventura del Poseidon”. Ma rifiuta anche, perché troppo violento il ruolo di Hannibal Lecter in “Il silenzio degli innocenti”, che porterà al successo Anthony Hopkins.

 

Pur potendo scegliere qualsiasi grande film del momento, ripetendo come nessun altro però i soliti ruoli, in tutti generi, dal western al poliziesco al dramma, preferì concentrarsi su qualche successo sicuro e poi reinventarsi con film innovativi, come più recentemente “Un’altra donna” di Woody Allen o “I Tenenbaum” di Wes Anderson, che è forse l’ultimo suo grande film nel 2001 prima del ritiro dalle scene nel 2004.

 

gene hackman

Nato nel 1930 a San Bernardino in California, da padre dell’Illinois e madre di origini canadesi, cresce a Danville, Illinois, vivendo male il divorzio dei genitori. Viene arruolato tra i marines a 18 anni. Torna e studia giornalismo, pensa di fare tv, segue i corsi da attore al Pasadena Playhouse, dove incontra Dustin Hoffman, e dove vengono bollati come i due più asini della classe, incapaci di poter fare il mestiere di attore. Il suo livello è di 1.3 su un massimo di 10.

 

A questo punto, deciso di far vedere ai suoi professori che può recitare decide di andare a studiare a New York, dove lo segue Dustin Hoffman. Ci arriva alla fine degli anni ’50. Lì alternerà lavoretti più umili, venditore di scarpe, commesso nei drugstore, portiere di notte, alla scuola di recitazione. Gli insegna tutto George Morrison. Fa il suo esordio da attore al cinema nei primissimi anni ’60 in “Mad Dog Coll” di Burt Balaban con John Davis Chandler, un film di gangster dove fa un poliziotto.

 

Gene Hackman Christopher Reeve Superman

E viene subito prenotato nelle serie poliziesche del tempo, come “Naked City”. Ma ottiene bei successi a teatro, "Chaparral", “Children From Their Games”. Recita con Alan Bates e Joanna Pettet in “Poor Richard” di Jean Kerr, per due anni lo troviamo con Sandy Dennis in “Any Wedsenay”, fa teatro di improvvisazione, vince un premio importante come promessa, il Clarence Derwent Award. “Non pensavo di poter campare recitando”, dirà ai giornalisti commentando i primi successi, che arrivano dopo dieci anni di fatica e di rinunce a New York. Ha una prima moglie, di origini italiane, Filippa Maltese, due figli a carico, poi arriverà il terzo.

gene hackman bonnie e clyde

E’ il teatro a Broadway, a portarlo al suo vero primo ruolo da attore nel complesso e teatrale “Lilith” di Robert Rossen con Warren Beatty, del quale diventa subito amico. Bravo, già più che trentenne, proprio per i suoi successi a Broadway, viene scelto per un ruolo importante, quello del Reverendo John Hipple nel kolossal sbagliato di George Roy Hill “Hawaii” con Julie Andrews, Max Von Sydow, Richard Harris. Lo troviamo in piccoli film di genere della Universal, come lo war movie “Non c’è posto per i vigliacchi” di Christian Nyby, il thriller “L’uomo che uccise il suo carnefice” di Lamont Johnson, “Il club degli intrighi” di Ron Wilson.

gene hackman i tenenbaum

 

Lo chiamano Arthur Penn e Warren Beatty per il ruolo di Buck Barrow on “Bonnie and Clyde” diretto da Penn, che gli farà vincere l’Oscar e lo lancerà per sempre. Con quella faccia da duro, non può essere un protagonista, ma solo l’antagonista o un uomo della banda. Lo troviamo in una serie di grandi film violenti di fine anni ’60, come “I sei della grande rapina” di Gordon Flemyng con Jim Brown e Ernst Borgnine, dove fa il detective, in “La rivolta”, carcerario di Buzz Kulick con Jim Brown, a fianco di Burt Lancaster nel bellissimo “I temerari” di John Franknheimer.

 

gene hackman al pacino lo spaventapasseri

Con Robert Redford nello sportivo “I temerari” di Michael Ritchie. Con Gregopry Peck in “Abbandonati nello spazio” di John Sturges. Viene candidato all’Oscar per la sua interpretazione più matura, ma meno nota, in “I Never Sang for My Father”, melodramma famigliare di Gilbert Cates dove fa il figlio di Melvyn Douglas. Riesce a lavorare in pochi anni con i più grandi attori di Hollywood e civetta con la New Hollywood in perfetta continuità. Lo troviamo nel modesto “Le mogli” di George Schafer con Dyan Cannon, Richard Crenna, Janice Rule.

 

gene hackman la conversazione

Ma è favoloso come cattivissimo e sadico capobranco di “The Hunting Party”, western girato in Almeria dove insegue Oliver Reed che gli ha rapito la moglie, Candice Bergen. Nel 1971 lo troviamo in due film strepitosi, “Cisco Pike” di Bill Norton con Kris Kristofferson e Harry Dean Stanton e, soprattutto, nel violentissimo “Arma da taglio” di Michael Ritchie dove fa un terribile imperatore del mercato della carne del Kansas alle prese con il durissimo Lee Marvin arrivato per rimetterlo a posto. Film che ho adorato alla follia.

 

gene hackman un’altra donna

Alterna grandi film, come “Lo spaventapasseri” di Jerry Schatzberg, dove fa da maestro a Al Pacino, giovanissimo, o “La conversazione”, capolavoro di Coppola, con grandi successi popolari come “L’avventura del Poseidon”. Uno stravagante western romantico, “Una donna chiamata moglie” di Jan Troell con Liv Ullmann all’apparizione come monaco cieco in “Frankenstein Junior” di Mel Brooks, dove recita assieme al suo amico Peter Boyle.

gene hackman 1

Lo stesso Boyle, rifiutando il ruolo costruito per lui di Popeye Doyle in “Il braccio violento della legge”, gli offre l’occasione di un primo Oscar vinto, da protagonista, e un successo internazionale mai visto. Adesso Hackman può scegliere i film. Lo troviamo nel complesso ma non così fortunato “Bersaglio di notte” di Arthur Penn, scritto da Alan Sharp, nel ruolo del detective privato Harry Moseby, in “Stringi i denti e vai” di Richard Brooks dove recita assieme a James Coburn e hanno una scena incredibile dove ricordano gli anni della guerra a Cuba che ancora ricordo con emozione.

gene hackman e la moglie betsy arakawa

 

Gira il secondo “Braccio violento”, diretto però da Frankenheimer. E può davvero fare di tutto, dalla stravaganza di Stanley Kramer “Il principio del domino” a Lex Luthor in “Superman”, a “Reds” di Warren Beatty. E’ attivissimo anche negli anni ’90. Con “Gli spietati” di Clint Eastwood vince il suo secondo Oscar e si dimostra il più duro e violento di tutti. Ripete un ruolo di cattivo in “Potere assoluto” sempre di Clint Eastwood, in “Pronti a morire” si Sam Raimi con Sharon Stone e un giovane Leonardo DiCaprio, ma poi decide di fermarsi con la violenza.

 

Gira ben tre legal thriller tratti da John Grisham, a cominciare da “Il socio”. Con “I Tenenbaum” di Wes Anderson dimostra un suo aspetto più divertente. E nel 2004 si ferma. Ha avuto un attacco di cuore negli anni ’90, non vuole farsi vedere da troppo vecchio. Non è stato bello al cinema come Errol Flynn, ma di sicuro è stato bravo come Marlon Brando.

gene hackman 3gene hackman 5gene hackman stringi i denti e vai gene hackman gli spietatigene hackman eurekawill smith gene hackman nemico pubblico gene hackman superman 2willem dafoe gene hackman mississippi burninggene hackman superman 1Gene Hackmangene hackman superman 3will smith gene hackman nemico pubblico gene hackman tom cruise il sociogene hackman eureka gene hackman 2gene hackman il giorno dei lunghi fucili russell crowe gene hackman pronti a morire gene hackman - potere assolutogene hackman 7gene hackman 3gene hackman 4gene hackman 6gene hackman e la moglie betsy arakawa 3gene hackman 8gene hackman 9gene hackman e la moglie betsy arakawa 1gene hackman e la moglie betsy arakawa 4gene hackman e la moglie betsy arakawa 2

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…