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CAFONAL PICASSO - UNA BELLISSIMA MOSTRA CELEBRA IL VIAGGIO A ROMA E A NAPOLI DI COLUI CHE "NON CERCA, TROVA". E ASSORBE COME UNA SPUGNA QUALSIASI ARTE VISIVA - LE SCENOGRAFIE, I COSTUMI E IL GRANDE SIPARIO I BALLETTI RUSSI DI DIAGHILEV, OGGI IN MOSTRA A PALAZZO BARBERINI SONO UN OMAGGIO ALL'ITALIA, QUELLA DELLA COMMEDIA DELL'ARTE, DEL PRESEPE, DELLA STRADA - FOTOGALLERY DEL VERNISSAGE E DEL PARTY
Vernissage alle Scuderie: Foto di Luciano di Bacco per Dagospia
Party all’Ex Dogana: Foto di Riccardo De Luca
Lea Mattarella per la Repubblica
Cento anni fa Pablo Picasso arrivava per la prima volta a Roma.
Viveva a via Margutta e girava per piazza di Spagna affascinato dalle venditrici di fiori che si offrivano come modelle per i pittori.
Guardava anche le antichità, naturalmente. Il suo occhio rapace, capace di reinventare tutto ciò che aveva di fronte, non poteva farsi sfuggire un'occasione simile. Alle Scuderie del Quirinale si celebra questo anniversario con la mostra "Picasso tra Cubismo e Classicismo 1915-1925" curata da Olivier Berggruen con Annunciata von Liechtenstein, a cui, come ricorda Mario De Simoni, presidente di Ales spa, si è lavorato per tre anni.
Il risultato è un' esposizione impeccabile, divisa in due parti: su un piano ecco un' infilata di capolavori. Quadri celeberrimi come Arlecchino allo specchio, ma anche visti pochissimo come Il saltimbanco seduto. Arriva da Tokyo e incanta per la linea che costruisce con una facilità quasi innaturale, commovente, l' aspetto malinconico che ricorda il Picasso del periodo rosa, ma è acceso di rosso e di viola, laddove non è lasciato volutamente in bianco e nero.
Ma ciò che è veramente sorprendente in questa mostra è il secondo piano, dove, grazie a documenti, piccole opere, disegni di una bellezza da lasciare senza fiato, bozzetti, costumi, cartoline, fotografie, appunti, si può seguire il viaggio in Italia di Picasso, tra Roma e Napoli, tappa dopo tappa. E di questo si scoprono le conseguenze. Che sono prevalentemente due. Da una parte Picasso partecipa a quel desiderio di "ritorno all'ordine" che investe l' Europa, proponendo una sua particolare visione dell' antichità; dall' altra, dal 1917 al 1925, collabora assiduamente al teatro, diventa uno scenografo al quale si rivolgono i Balletti russi di Diaghilev.
picasso maschera di pulcinella(12)
Questa svolta, l' improvviso amore per il palcoscenico, come spesso accade nella sua vita, è condizionato da un nuovo amore, la ballerina Olga Chochlova, conosciuta a Roma e destinata a diventare sua moglie. È lei la modella di un ritratto del 1918, tra i più straordinari in mostra, in cui Picasso guarda a Ingres, ma utilizza ancora una volta la sua particolare tecnica del "non finito" che compare quando l' artista compie le sue incursioni nella classicità. Come se appartenere interamente a quel mondo, dopo tutto ciò che era accaduto nell' arte del Novecento, fosse ormai impossibile.
Olga la ritroviamo spesso nel corso della mostra, appare per esempio in un disegno meraviglioso, dove la sua bellezza perfetta è appena violata da due macchie sotto gli occhi. È un volto sofferente quello che abbiamo davanti. D' altra parte è così, nel dolore, nell' abbandono, che finiscono i grandi amori di Picasso.
Ma cosa ci faceva in Italia, dove gli artisti da secoli venivano a studiare Raffaello, Michelangelo, le rovine antiche e la luce, l' inventore del Cubismo, colui che aveva scoperto la potenza delle maschere africane trasformandosi in uno "sciamano" ?
paola mainetti marisela federici
Come entra in contatto con i Balletti russi? È Jean Cocteau a portarlo con sé, dopo la morte della sua compagna Eva che lo aveva colpito profondamente perché questa volta non era stato lui a gestire il distacco. E a proporgli di collaborare al balletto Parade con la musica di Erik Satie e la coreografia di Léonide Massine. Picasso progetterà le scenografie, i costumi e soprattutto il grande sipario, oggi in mostra a Palazzo Barberini: un omaggio all' Italia, quella popolare, della commedia dell' arte, del presepe, della strada.
micol veller e alessandra mattirolo
A Napoli con Stravinskij s' innamora della maschera di Pulcinella e i due insieme la trasformeranno in un balletto. Ma l' alter ego di Picasso in questo momento è Arlecchino (in mostra ce ne sono più di dieci). Lo dipinge con il volto di Massine o del figlio Paul e nello stesso tempo continua a deformarlo secondo le regole del cubismo sintetico come succede in Arlecchino e donna con collana, dipinto proprio a Roma.
olimpia marini clarelli raffaele curi livia morellini
Poi la classicità per Picasso diventa un Mediterraneo abitato da figure solenni, gigantesche, sproporzionate, schiacciate sulla tela perché tutti possano sentirne il peso, la monumentalità. E c' è quel blu indimenticabile delle Donne che corrono sulla spiaggia o del Flauto di Pan. Nello stesso tempo il linguaggio cubista sopravvive. Picasso non ha paura di tradire sé stesso, anzi. Lui "non cerca, trova". Quando dipinge Le tre ballerine nel 1925, le trasforma in sacerdotesse di un rito primitivo. E nell' opera che chiude la mostra, lo Studio del 1920, in una stessa tela convivono nature morte cubiste e figurazioni monumentali. È come aprire un cassetto segreto, giocare con il tempo, confondere le carte.
la mostra di picasso alle scuderie del quirinale
anna federici micol veller