ACCAT-TONY BLAIR - DEI VENTI MILIONI DI STERLINE INCASSATE DALLE SOCIETÀ CONTROLLATE DALL’EX PRIMO MINISTRO NE SONO RIENTRATI AL FISCO SOLTANTO 470 MILA - NEL 2010 BLAIR HA IMPIEGATO UNO STAFF DI 26 PERSONE (PAGATE MEDIAMENTE 88 MILA STERLINE), LA SUA COMPAGNIA HA SPESO 550 MILA STERLINE PER L’AFFITTO DEI LOCALI E 300 MILA PER LA GESTIONE E GLI ARREDI DEGLI UFFICI - ALL’APPELLO MANCANO OTTO MILIONI…

Andrea Malaguti per "la Stampa"

Nella foto del «Sunday Telegraph» Tony Blair ride come il Joker di Batman. Ne ha motivo, gli affari vanno a meraviglia. Secondo i dati della Windrush Ventures, una delle almeno dodici compagnie controllate dall'ex primo ministro laburista attraverso una rete di scatole cinesi tanto inestricabile quanto legale, il giro d'affari del gruppo sarebbe cresciuto del 42% tra il 2010 e il 2011, passando da 8,5 milioni di sterline a 12. Un successone.

Venti milioni in due anni, che però hanno portato nelle casse del Tesoro appena 470 mila sterline in tasse: 150 mila il primo anno, 316 mila in questi ultimi dodici mesi, il corrispettivo di poco più di un milione di guadagni netti. Davvero le spese per l'organizzazione delle società sono state di quasi undici milioni?

La risposta non esiste, perché l'inviato speciale in Medio Oriente per le Nazioni Unite, l'uomo che consiglia JP Morgan e Zurich International in cambio di tre milioni di dollari, scrive best seller sulla sua vita, offre preziosi consigli al tiranno del Kazakistan e tiene discorsi da 200 mila dollari nelle Università e nei grandi consessi finanziari di ogni angolo del pianeta, si avvale delle norme sulle società a responsabilità limitata che gli consentono una riservatezza legittima un filo stonata per un uomo pubblico del suo livello. Almeno secondo Robert Mendick, il giornalista del «Telegraph» che ha deciso di fargli i conti in tasca. «Non sospetto niente. Ma sono curioso».

Menick ha così scoperto che nel 2010 Blair ha impiegato uno staff di 26 persone, pagate mediamente 88 mila sterline. E che oggi i suoi dipendenti sono 150. Inoltre la Windrush - cioè il suo gruppo - ha speso 550 mila sterline per l'affitto dei locali a Grosvenor Square e 300 mila per la gestione e gli arredi degli uffici. Detto questo, all'appello mancano ancora otto milioni.

Un commercialista della City, chiedendo l'anonimato, ha sostenuto che «questa gestione è un modello opaco di business che nasconde il vero ammontare di denaro speso da Mr Blair». La replica? «Passo la gran parte del mio tempo in Medio Oriente, dove non vengo pagato. E mi occupo di due fondazioni caritatevoli. Se i soldi fossero stati il mio obiettivo non mi sarebbe mancato il modo di farli», ha spiegato decisamente seccato l'ex premier, prima di ritirarsi in una delle sue sette case valutate complessivamente 14 milioni di sterline.

 

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