ORA MANCA SOLO LA SCALA – "REPUBBLICA" RIPERCORRE LA LUNGA LISTA DI POLTRONE "ESPUGNATE" DALLA DESTRA IN UN ANNO: DA GIULI AL MAXXI FINO A BUTTAFUOCO ALLA BIENNALE, PASSANDO PER LA NOMINA DI GERONIMO LA RUSSA AL PICCOLO DI MILANO. MA IL BERSAGLIO GROSSO È LA SCALA - COME NASCE IL BLITZ DI MOLLICONE AL TEATRO DI ROMA: GUALTIERI AVEVA OTTENUTO RASSICURAZIONI DAL MINISTERO DELLA CULTURA SUL NOME DI ONOFRIO CUTAIA, MA POI...
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IL REGISTA LUCA DE FUSCO E STATO NOMINATO DIRETTORE GENERALE DEL TEATRO DI ROMA, MA IL CAMPIDOGLIO
1 - CINEMA TEATRO E MUSEI L’ASSALTO DELLA DESTRA CHE ORA PUNTA LA SCALA
Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”
Il blitz della destra al Teatro di Roma segue un copione che, da un anno in qua, si ripete sempre uguale. Espugnare, con le buone o con le cattive, tutti i luoghi della cultura nazionale per imporre — attraverso la produzione di film, spettacoli e mostre — il pensiero unico sovranista.
[…] La scorribanda dell’altro ieri nel Cda che gestisce tre fra i più importanti stabili capitolini, era già andato in scena nel marzo scorso all’Arena di Verona. Anche lì un sindaco di centrosinistra, Damiano Tommasi, presidente dell’anfiteatro scaligero, avrebbe voluto cambiare.
GENNARO SANGIULIANO CON IL PRESEPE
Scegliendo, attraverso un bando pubblico, il nuovo sovrintendente, ruolo ricoperto per un lustro dalla cantante lirica Cecilia Gasdia, indicata a suo tempo dalla precedente amministrazione di centrodestra. Ma, come è poi accaduto al collega Gualtieri, la sua proposta è stata bocciata: i soci della fondazione hanno confermato la soprano uscente grazie all’appoggio del ministero della Cultura e della Regione Veneto, in accordo con i partner privati.
A luglio, a Palermo, non c’è stato neppure bisogno di spaccare il Cda: al Politeama, il governatore Renato Schifani ha chiesto e ottenuto la nomina a sovrintendente di Andrea Peria, che è sì un manager dello spettacolo, ma senza esperienza nella musica sinfonica.
Farà da passepartout l’amicizia e il link politico con l’ex presidente berlusconiano del Senato. E che dire del Piccolo di Milano, dove l’ineffabile ministro della Cultura ha voluto in Consiglio Geronimo La Russa, figlio di Ignazio, seconda carica dello Stato e co-fondatore di FdI? Una designazione che ha fatto drizzare i capelli a molti: il Piccolo è uno dei più prestigiosi teatri di prosa del Paese, il primo stabile d’Italia, nato nella Milano della Resistenza, in quelle sale furono imprigionati e torturati i “disertori” della Rsi. Far entrare nella gestione il rampollo di chi conserva a casa i busti del Duce ha il sapore dello sfregio.
Ma questa è. Un’occupazione sistematica delle istituzioni culturali, che sta conoscendo molteplici repliche in giro per l’Italia. E ora punta al bersaglio grosso. La Scala. Lì il sovrintendente è Dominique Meyer, il cui mandato termina nel 2025 e potrebbe non essere rinnovato — come piacerebbe al sindaco Beppe Sala — a causa della norma Sangiuliano che fissa a 70 anni il pensionamento dei vertici dei teatri lirici.
E siccome per Statuto bisogna indicare il successore un anno prima della scadenza, i grandi giochi sono già cominciati. Si racconta infatti che la destra stia spingendo per Fortunato Ortombina, direttore artistico e sovrintendente della Fenice di Venezia, dove l’anno scorso ha diretto alcune opere Alvise Casellati, figlio della ministra delle Riforme, la quale starebbe facendo fuoco e fiamme pur di vedere l’erede brandire la bacchetta nel tempio della lirica tricolore.
CHRISTIAN RAIMO - SIT IN AL TEATRO ARGENTINA CONTRO LA NOMINA DI LUCA DE FUSCO
E a proposito di bacchette, ce n’è una che è ormai candidata a tutto: Beatrice Venezi, meloniana dichiarata e consigliera al Collegio Romano, è in pole per dirigere la Biennale Musica, oppure il San Carlo di Napoli o anche il Massimo di Palermo. Ha solo l’imbarazzo della scelta. Se optasse per la prima soluzione, lavorerebbe fianco a fianco con uno degli intellettuali di destra più in voga del momento: Pietrangelo Buttafuoco, scelto a ottobre come presidente della Fondazione veneziana che organizza, fra l’altro, l’Esposizione internazionale d’arte, la Mostra di architettura e il Festival del cinema.
gennaro sangiuliano alessandro giuli foto di bacco
[…] Una passione insanabile, quella per editorialisti e critici chiaramente orientati: viene da Libero Alessandro Giuli, presidente del Maxxi, il museo romano delle arti contemporanee. È stato caporedattore al Tg2 il nuovo capo del Centro per il libro. Ha collaborato con Foglio e Giornale Alberto Crespi, ora alla guida della Pinacoteca di Brera.
Mentre alla guida dell’altro museo di prima fascia giunto a scadenza, Capodimonte, è stato incaricato Eike Schmidt: premiato dopo aver offerto la disponibilità a candidarsi per il centrodestra a sindaco di Firenze. […]
2 - TEATRO DI ROMA, GLI ATTORI IN PIAZZA IL CASO DELLO STIPENDIO DEL DIRETTORE
Estratato dell’articolo di Maria Egizia Fiaschetti per il “Corriere della Sera”
Sul «blitz» al Teatro di Roma — la nomina del dg Luca De Fusco avvenuta in assenza dei membri del cda indicati dal Comune — il sindaco, Roberto Gualtieri, è deciso a dare battaglia: con un ricorso «in tutte le sedi possibili» e la mozione che verrà presentata domani in aula. In Campidoglio sono convinti che De Fusco, per evitare «di ritrovarsi contro l’intera città», dovrebbe dimettersi.
roberto gualtieri 9 foto di bacco
Nel frattempo, il presidente, Francesco Siciliano, che venerdì sera ha sconvocato il cda salvo poi scoprire che gli altri consiglieri stavano procedendo con i lavori, contesta il contratto di De Fusco: a sottoscrivere l’accordo (150mila euro l’anno per cinque anni, una somma ritenuta «esorbitante») sarebbe stato infatti un componente del consiglio del cda, sebbene lo Statuto preveda che sia «prerogativa del presidente, legale rappresentante della Fondazione».
Al di là dei tecnicismi, sulla vicenda continua a infuriare lo scontro politico con Gualtieri che insiste: «Le scelte sulle istituzioni culturali devono essere compiute sulla base del merito, i partiti non si devono intromettere». La segretaria dei dem, Elly Schlein, parla di «sfregio alla cultura» e attacca la premier, Giorgia Meloni: «La destra al governo […] ha sempre e solo la stessa ossessione: occupare poltrone, promuovere gli amici, controllare attraverso i propri uomini le articolazioni del Paese».
MIGUEL GOTOR - SIT IN AL TEATRO ARGENTINA CONTRO LA NOMINA DI LUCA DE FUSCO
La senatrice dem Cecilia D’Elia annuncia un’interrogazione al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sulle «indebite intromissioni dell’onorevole Federico Mollicone in decisioni che non sono di sua competenza».
[…] Dai palazzi la protesta si allarga alla società civile: ieri, davanti al Teatro Argentina, si è svolto un sit-in contro «il brutale atto di prepotenza perpetrato ai danni del Teatro di Roma» (così l’assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor, che sabato aveva chiesto una «mobilitazione civica»).
[…] una ventina di artisti, romani e nazionali, hanno firmato una lettera per contestare la scelta di De Fusco: tra gli altri Fabrizio Arcuri, Matteo Garrone, Lino Guanciale, Elio Germano, Maddalena Parise e Vinicio Marchioni. Ma in queste ore a spargere veleno sono anche le ricostruzioni sulla concitata notte di venerdì, quando era ormai chiaro quale piega avrebbe preso la partita.
C’è chi racconta che il sindaco avrebbe creato una chat su WhatsApp (con la premier, il ministro Sangiuliano e il governatore del Lazio, Francesco Rocca) per sfogarsi contro «l’assalto squadrista».
Da ambienti di centrodestra sostengono che Gualtieri sia stato «male informato» su tutti i passaggi, oltre al fatto che Onofrio Cutaia (il candidato del Comune) non fosse poi così entusiasta di dirigere il Teatro di Roma, aspirando a un incarico più prestigioso al Mic (in alternativa gli sarebbe stata proposta la direzione artistica del Valle).
angelo mellone gennaro sangiuliano foto di bacco
Le sirene che risuonano dalla parte opposta insistono sul fatto che fino all’ultimo Gualtieri avrebbe ottenuto rassicurazioni da Sangiuliano su Cutaia ma, nonostante la presa di distanza di Gianni Letta che all’inizio avrebbe promosso «con garbo» la nomina di De Fusco, avrebbe prevalso la linea di Mollicone. E a proposito della «manovra» qualcuno fa notare: «Del Gaizo (vicepresidente del Teatro, ndr ) era compagno di scuola di De Fusco...».