CHI DI ATTENTATO FERISCE - UNA BOMBA E’ ESPLOSA DAVANTI LA REDAZIONE DELLA RIVISTA TURCA “ADIMLAR” VICINA AL FRONTE RADICALE ISLAMICO - PROVE DI REGIME: INCRIMINATO UN GIORNALISTA PER OFFESE AL FIGLIO DI ERDOGAN
TURCHIA - ATTENTAT O ALLA RIVISTA ISLAMISTA ADIMLAR 4
1 - TURCHIA: BOMBA DAVANTI RIVISTA ISLAMICA, 1 MORTO
(ANSA) - Una bomba è esplosa nella notte davanti agli uffici di una rivista islamica a Istanbul, facendo un morto e tre feriti, ha reso noto la polizia. L'ordigno era stato deposto davanti alla porta della rivista Adimlar, nel quartiere popolare di Kagithane, ed è esplosa quando è stata aperta uccidendo un collaboratore del rivista, Unsal Zor.
TURCHIA - ATTENTAT O ALLA RIVISTA ISLAMISTA ADIMLAR
La piccola rivista è vicina al gruppo Fronte radicale islamico Ibda-C, precisa Zaman online. Non sono stati chiariti per ora i motivi dell'apparente attentato, se politici o criminali, e non ci sono state rivendicazioni. L'esplosione ha distrutto parte della facciata, al terzo piano del palazzo dove si trova la sede del periodico. I tre feriti sono stati ricoverati negli ospedali della zona. L'esplosione che ha colpito la rivista islamica interviene a 2 mesi e mezzo dalla cruciali elezioni politiche turche del 7 giugno.
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2 - TURCHIA: INCRIMINATO GIORNALISTA PER 'OFFESE' FIGLIO ERDOGAN
(ANSA) - Il giornalista turco, Erguna Babahan, è stato incriminato per presunte 'offese' a Bilal Erdogan, figlio del presidente Recep Tayyip Erdogan, e rischia una condanna a 2 anni e 8 mesi. Lo riferisce la stampa di Ankara. Babahan, editorialista del quotidiano di opposizione Millet, aveva scritto nel dicembre scorso un articolo nel quale ricordava il coinvolgimento di Bilal Erdogan, con molti altri nomi eccellenti del regime islamico, nella Tangentopoli del Bosforo esplosa il 17 dicembre 2013.
In diverse telefonate intercettate fra Erdogan e il figlio realizzate il giorno in cui era venuta alla luce l'inchiesta anti-corruzione, diffuse su internet all'inizio del 2014, i due parlano di come "fare sparire" milioni di dollari tenuti in casa. Erdogan, allora premier, aveva reagito alle rivelazioni sulla corruzione ai vertici dell'amministrazione denunciando un 'complotto' e facendo trasferire migliaia di funzionari di polizia e centinaia di magistrati, fra cui tutti i titolari delle indagini, e prendendo il controllo dell'organo supremo della magistratura. I nuovi magistrati hanno archiviato le indagini e prosciolto gli imputati.
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Da dicembre oltre 200 persone, fra cui diversi giornalisti, intellettuali, studenti e perfino una ex-Miss Turchia, sono state arrestate, incriminate o già condannate per presunte 'offese' al capo dello Stato. L'opposizione accusa Erdogan di tendenze dittatoriali e di volere così mettere a tacere le voci critiche prima delle cruciali elezioni politiche di giugno.
