berlusconi frattini

AVANTI UN ALTRO – BERLUSCONI CERCA IL SUO "GENTILONI" E BRUCIA PURE FRATTINI SULL’ALTARE DI PALAZZO CHIGI – TAJANI NON CI PENSA A MOLLARE STRASBURGO, COSI’ IL CAV DA’ UNA SPOLVERATA ALL’EX MINISTRO DEGLI ESTERI, GIA' MAESTRO DI SCI, COME POSSIBILE PREMIER IN CASO DI VITTORIA. PIACE ALLA GENTE CHE PIACE: RUSSI ED AMERICANI

 

Ugo Magri per la Stampa

 

franco frattini

Senza alcun merito, ma profittando degli errori altrui, il centrodestra è lievitato nei sondaggi a tal punto che una vittoria appare non più impossibile ma solo improbabile. Per la maggioranza assoluta nel prossimo Parlamento mancherebbero 3-4 punti percentuali, non di più. Logico che nel giro berlusconiano ci si domandi cosa farebbe Silvio qualora il sogno (per altri un incubo) diventasse realtà: cercherebbe di tornare a Palazzo Chigi, superando gli sbarramenti della legge Severino, o si accontenterebbe di fare il regista senza guidare il governo?

 

Qualche indizio conduce alla seconda delle due. C' è grande pressing dell' azienda, della famiglia e dei collaboratori più stretti, in un groviglio di calcoli e di affetti, perché in caso di trionfo Silvio ne assapori il miele e sovrintenda le scelte sulla squadra di governo e sul programma, purché non da premier; al massimo da «padre nobile», artefice della svolta moderata e responsabile, con la medaglia al petto di chi ha salvato l' Italia dai Cinquestelle.

 

GHEDDAFI E BERLUSCONI

Quanti vogliono bene all' ex premier ritengono troppo stressante la vita da primo ministro per un ottantenne operato al cuore, esageratamente rischioso saltare da un vertice internazionale all' altro e stare h24 sul pezzo.

 

Chi bada al portafogli la pensa allo stesso modo ma per una ragione sorprendente e un po' spiazzante: non desidera liti con le toghe di Milano. Le quali toghe indagano sul cosiddetto Ruby ter (i doni alle ragazze chiamate a testimoniare), hanno tuttora in ballo il divorzio con Veronica ma soprattutto tentano di andare a fondo sulle manovre di Vivendi per impadronirsi di Mediaset, vero deposito di «Zio Paperone».

 

FRANCO FRATTINI SILVIO BERLUSCONI

Da nemici giurati quali erano un tempo, i pm sono potenziali alleati in un clima di speranzosa attesa che andrebbe in fumo qualora dopo le elezioni Silvio domandasse al Tribunale di sorveglianza di essere riabilitato ai fini della legge Severino: una richiesta che metterebbe in grave imbarazzo i giudici, quasi certamente verrebbe bocciata e riaprirebbe daccapo le ostilità su tutti i fronti. Meglio lasciar perdere.

 

Per cui i più saggi, ad Arcore, scommettono che «al 99 per cento» l' uomo non cederà alla vanità di diventare il premier più anziano del mondo. L' altro indizio viene da Berlusconi stesso. Confidandosi con Vittorio Sgarbi e altri visitatori si è lasciato sfuggire un elenco di «papabili» al posto suo. Segno che sta ragionando, appunto, sull' eventualità di non correre in prima persona ma di esercitare semmai una prelazione sul nome da suggerire al Capo dello Stato.

 

berlusconi tajani

Al primo posto la lista top secret colloca un fedelissimo: Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo che, per la sua autorevolezza, molti considerano anche l' unico candidato possibile. Ma Tajani preferisce Strasburgo, e comunque ha un neo: Salvini ci si è scontrato e alzerebbe le barricate. Per cui, quale mediazione possibile con Matteo, il Cav non trascura i governatori del Nord, che sono Giovanni Toti, Luca Zaia e Roberto Maroni: potrebbero tornar buoni anche loro. Gianni Letta viene considerato nell' ipotesi remotissima di patto con Renzi.

 

SALVINI LAVROV

Ma c' è un nome che comincia a circolare, quello di Franco Frattini. Sarebbe un grande ritorno. I berlusconiani doc lo considerano «traditore» per aver seguito nel 2012 le sirene di Mario Monti. Però da ministro degli Esteri Frattini lasciò un buon ricordo alla Cancelleria federale tedesca, alla Casa Bianca e soprattutto al Cremlino.

 

Circola un episodio che risale all' ultimo compleanno di Putin: Sergej Lavrov, capo della diplomazia russa, pare abbia chiesto a Berlusconi se intenderà richiamare Frattini in caso di vittoria, e l' ex premier premuroso: «Certo che lo farei!». Se rivolgesse la domanda pure a Salvini, forse Lavrov otterrebbe la stessa risposta, col risultato di mettere centro e destra in Italia finalmente d' accordo.

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO