salvini bergoglio

E ARRIVA IL “PAPAGNO” ANCHE PER LA LEGA - BERGOGLIO INVITA I FEDELI A CHIEDERE PERDONO PER LE PERSONE CHE CHIUDONO LA PORTA AI MIGRANTI - SALVINI NON INCASSA E REPLICA: “QUANTI RIFUGIATI SONO OSPITATI IN VATICANO?”

Francesca Paci per “la Stampa”

 

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Chissà come reagirà alla querelle tra Papa Francesco e Matteo Salvini quel Veneto cattolico che diede i natali alla Lega e continua a sostenerne le politiche. Il leader del Carroccio infatti non nasconde di aver mal digerito le parole di Bergoglio che, davanti a 15mila persone radunate in piazza San Pietro al termine dell’udienza generale, ha invitato i fedeli «a chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta a questa gente in cerca di una casa dove poter vivere senza timore e di una famiglia».

 

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L’aria, grave da giorni, si appesantisce. Salvini si sente chiamato in causa e replica acido ai microfoni di Radio Padania: «I rifugiati sono un quarto degli immigrati che arrivano e noi non abbiamo bisogno di essere perdonati, pecchiamo come tutti ma ci sentiamo buoni e generosi più di altri pseudo cattolici certi che ci sia posto per chiunque».

 

LE DUE «ITALIE»

Mentre l’Europa si dibatte tra la ricerca di una soluzione condivisa alla crisi dei migranti e la tentazione d’erigere muri difensivi, in Italia va in scena l’ennesimo botta e risposta tra le due anime di un paese che prima ancora di accordare la sua voce ai partner comunitari deve trovarne una unica propria.

 

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Il Pontefice parla a braccio, anticipando i temi della Giornata mondiale del rifugiato promossa dall’Onu e celebrata sabato ma anche la sua imminente visita a Torino, città della Sindone e dei santi sociali. Anche Salvini parla a braccio ma si rivolge ai suoi elettori certificati e a quelli potenziali presso cui fa presa il tema immigrazione.

 

«Quanti rifugiati ci sono in Vaticano? - chiede provocatorio il leader della Lega -. Sono curioso di vedere se a Torino il Papa incontrerà qualche sfrattato torinese». Bergoglio aveva incoraggiato l’aiuto ai disperati da «rispettare nella loro dignità» e auspicato l’intervento della comunità internazionale. Il Carroccio risponde picche.

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E se non bastasse, arriva il rincaro di dose di Roberto Calderoli: «Papa Francesco dovrebbe chiedere perdono per tutti quegli incoscienti che hanno favorito l’esodo di decine di migliaia di disperati verso l’Italia, per Renzi e Alfano, per i buonisti interessati, per questa Europa che se ne frega e per coloro che si ergono a paladini dell’antirazzismo ma creano una disparità di trattamento enorme tra gli italiani in difficoltà e i clandestini accolti a nostre spese».

 

LA MEDIAZIONE DI TOTI

Salvini è in questo momento il frontman dell’opposizione del centro-destra ma non ne è il portavoce unico. Non tutti infatti reagiscono come Maurizio Bianconi, deputato vicino a Raffaele Fitto, che si schiera con il leader leghista ironizzando sul Pontefice: «Ci pensa bene ad accogliere: sono venuti in 300.000 e gli ha dato 30 posti per dormire. Se ha tanta voglia di accogliere deve aprire tutti i conventi e tutti gli alberghi del Vaticano...».

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È Giovanni Toti, il neo eletto presidente della Liguria, che dopo un incontro con Alfano smorza i toni e lascia intendere come il centrodestra spinga per un tavolo nazionale a Palazzo Chigi attraverso cui affrontare la crisi dei migranti in modo unitario ottenendo anche una voce in capitolo in Europa. È la posizione espressa da Silvio Berlusconi, un mesetto fa, prima che il clima si inasprisse.

 

A onor del vero il Papa non aveva specificato a quali porte chiuse si riferisse ma contro Salvini si schierano tra gli altri Maurizio Lupi (Ap) e Osvaldo Napoli (Fi) che, pur concorde sulle obiezioni a Renzi, si dissocia dalle critiche «al limite dell’insolenza rivolte Papa».

 

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